Un album che nasce …Dal profondo

Massimo Di Cataldo: Dal profondo
Cover dell’Album – Foto di Marco Giustiniani

Ritorno in grande stile per il cantautore romano che non ha mai smesso di credere all’amore e alla musica.

Già solo ascoltando un paio di brani, emerge chiaro che Dal profondo è un bell’album e che Massimo Di Cataldo ha finalmente – dopo quasi dieci anni – ritrovato l’ispirazione giusta per tornare a scrivere canzoni.

Tutto ciò è un gran dono, soprattutto se si pensa che, in questo caso, il vissuto dell’artista segue passo passo quello dell’uomo. Emblematico è il titolo; eloquente è la foto di copertina che ritrae il cantautore romano nell’atto di tirare via quel velo nero che l’ha tenuto nascosto per tanto tempo.

Massimo Di Cataldo: Dal profondo 1
Massimo Di Cataldo – Foto di Marco Giustiniani

Ora Massimo è tornato ed è tornato in grande stile,

con una forza e un’energia notevoli da spazzare via tutto, anche quel passato che fa male, che ormai guarda con distacco e soprattutto con consapevolezza.

Non ha smesso di credere all’amore,

anzi ci crede ancora di più tanto da dedicare l’intero disco all’eterno sentimento, imbastendo un discorso interiore sulle relazioni e mettendosi a nudo nelle emozioni.

Dal profondo è un album da far suonare e risuonare, in casa, in auto, ovunque sia possibile, perché contiene in sé una grande essenza pop rivestita con sonorità rock mai invadenti, perfettamente equalizzate per lasciare emergere i testi, la parte del leone di questo lavoro.

Massimo Di Cataldo: Dal profondo 2
Massimo Di Cataldo – Foto di Marco Giustiniani

 

Un annetto fa, in occasione della sua partecipazione al programma televisivo Ora o mai più, era stato servito il gradito antipasto di Ci credi ancora all’amore, a cui fanno seguito altre otto laute portate, da Non ti accorgi a C’è qualcuno, passando per Ci penserò domani e Allora scusami, per arrivare alla conclusiva Continuerà che regala un brivido particolare, da respirare parola per parola per poi ritrovarsi alla fine con il fiato sospeso.

Prodotto e realizzato dallo stesso Di Cataldo insieme ad Alessio Pizzotti e Ingo Peter Shwartz, il disco contiene anche una riuscitissima rilettura di Con il nastro rosa di Lucio Battisti, canzone di cui Massimo è sempre stato innamorato, fin da bambino, e di cui ora corona il sogno di inciderla, suggellando così un ritorno che fa tanto bene al cuore.

Venticinque anni di carriera celebrati con un album che raccoglie l’essenza dell’artista fiorentina

Macché “Grandi”… Grandissimo! È questo il titolo del nuovo album che celebra i venticinque anni in musica dell’eterna “ragazza rock” della canzone italiana.

Irene Grandi: il nuovo disco è Grandissimo
Irene Grandi – Photo Marco Lanza

Correva l’anno 1994 quando la fiorentina Irene Grandi calcò – non per la prima volta, c’era già stata qualche mese prima in occasione di Sanremo Giovani – il palco dell’Ariston tra le “Nuove Proposte” del Festival con Fuori, in (buonissima) compagnia di illustri colleghi tra cui Giorgia e Andrea Bocelli.

Da allora la sua carriera è stata un crescendo sotto tutti i punti di vista, conquistando la stima sia del pubblico che della critica, collaborando con nomi altisonanti come Jovanotti, Pino Daniele, Vasco Rossi, Stefano Bollani e Loredana Bertè, solo per citarne alcuni.

Irene non è mai scesa a compromessi commerciali e ha mantenuto sempre alto il livello della sua proposta musicale, in bilico tra pop, rock e canzone d’autore, mettendo a segno una serie di successi che ancora oggi fanno breccia nel cuori di moltissimi:

Un motivo maledetto, Bum bum, In vacanza da una vita, Che vita è, Eccezionale, La tua ragazza sempre, Per fare l’amore, Prima di partire, Bruci la città, La cometa di Halley e molti altri.

Irene Grandi: il nuovo disco è Grandissimo 1
Grandissimo – Cover

Grandissimo è un progetto discografico sfaccettato, multiforme, che si dipana come un racconto musicale diviso in tre capitoli:

Inedita, Insieme e A-Live. Nel primo trovano spazio nuovi brani di zecca tra cui Lontano da me, Sono qui per te e Accesa, firmati dalla stessa Grandi insieme a Saverio Lanza (già artefice del progetto Pastis).

Nel secondo, ecco spuntare le voci di alcuni amici in duetti tutti da ascoltare, tra cui Carmen Consoli (Alle porte del sogno), la già citata Loredana Bertè (La tua ragazza sempre), Levante (Un motivo maledetto) e il pianoforte di Stefano Bollani (Amore amore amore).

Infine, cinque cavalli di battaglia riletti in chiave elettrica e con rinnovata energia: Lasciala andare, La cometa di Halley, Prima di partire, Bruci la città e Bum bum. Grande, grandissima, Irene viaggia nella sua musica con passione e autenticità.

 

 

 

Dopo la pubblicazione in vinile, è uscita la versione in CD del progetto da solista della storica e indimenticabile voce del Banco del Mutuo Soccorso

Francesco Di Giacomo: La parte mancante è il suo album di inediti.

Francesco Di Giacomo: La parte mancante
Francesco Di Giacomo cover La parte mancante (cd 2019)

Certi dischi arrivano come un “dono” a riempire l’anima.

Uno di questi è La parte mancante, album di inediti di Francesco Di Giacomo, storica e indimenticabile voce del Banco del Mutuo Soccorso scomparso nell’agosto 2014 a seguito di un incidente stradale.

Francesco Di Giacomo: La parte mancante 1

Già pubblicato a febbraio scorso in vinile (Sprea Editori), ora è disponibile anche nell’edizione CD (Aereostella/Self) contenente quattordici brani, di cui quattro bonus tracks.

Riascoltare il canto di Di Giacomo è una botta d’emozione che colpisce dritto al cuore.

 

Le canzoni, composte insieme al musicista Paolo Sentinelli tra il 2004 e il 2012, registrate nel corso degli anni nella cucina dell’uno e nel soggiorno dell’altro,

Francesco Di Giacomo: la parte mancante

nascono dall’incontro di due anime innamorate della musica,

dalla voglia di raccontarsi, dall’esigenza espressiva di scrivere «qualcosa sulla solitudine interiore, quella parte mancante che ognuno si porta dentro».

Il risultato è un disco altamente ispirato dove la vena cantautorale di Di Giacomo si manifesta in pienezza, sincera e profonda ma allo stesso tempo ironica e pungente.

Francesco Di Giacomo: La parte mancante 2
Francesco Di Giacomo – Paolo Sentinelli

Alcuni momenti sono di una bellezza straordinaria, ad esempio la stessa La parte mancante, In quest’aria, In favore di vento e Lo stato delle cose, da ascoltare e riascoltare fino allo sfinimento e sarebbe ancora poco.

 

Rispetto al vinile, come già detto, il CD contiene quattro tracce in più: Bomba intelligente, in una versione piano e voce di Elio e Rocco Tanica; Alì, la storia di un ragazzo di Bagdad che perde gli arti superiori in seguito a un bombardamento;

Puntualizzazioni sulla vita, da un testo di Boris Vian; Cenerentola, testo solo voce che Francesco recitava nei suoi spettacoli teatrali.

Disco prezioso, di quelli necessari, di cui si avverte l’esigenza, impastato di idee e passione autentiche, dentro cui si dispiega l’anima immensa di un Artista di cui si sente forte la mancanza.

 

A cinquant’anni dal suo debutto, l’artista di Gabbro pubblica un disco di cui “è soddisfatta fino in fondo”

 Avrebbe potuto benissimo continuare a vivere di rendita, adagiandosi su gloriosi allori del passato, da Ma che freddo fa a Il cuore è uno zingaro, passando e ripassando per trasmissioni revival della serie “I migliori anni”.

Nada: è un momento difficile, tesoro. Il suo nuovo album 1
Nada (credits Claudia Pajewski)

E invece no! Nada ha scelto consapevolmente di andare avanti, di ricercare con coraggio, di essere avanti anni luce dalle quattro giovani sgallettate di turno che propongono cose indicibilmente noiose, banali, prevedibili.

Nada e la realizzazione di album meravigliosi

Già dai primi anni Settanta, dopo il grande boom popolare, decise di virare la sua carriera verso il repertorio del poeta livornese (come lei) Piero Ciampi realizzando album meravigliosi come Ho scoperto che esisto anch’io (1973) e Nada (1976) o collaborando con il gruppo rock progressive Reale Accademia di Musica in 1930: Il domatore delle scimmie (1975).

Negli anni Ottanta avvia il suo percorso da cantautrice piazzando nel frattempo successi come Ti stringerò e Amore disperato, arrivando a una svolta importante nel 1999 con Guardami negli occhi, proposta al Festival di Sanremo e apprezzata persino dal “molleggiato” Adriano Celentano che l’ha voluta con sé per duettare nel Il figlio del dolore.

Nada: è un momento difficile, tesoro. Il suo nuovo album

Tante le collaborazioni susseguitesi: con Fausto Mesolella, Ferruccio Spinetti, Massimo Zamboni, The Zen Circus, Criminals Jokers e John Parish, già produttore del disco Tutto l’amore che mi manca (2004) e ancora del suo ultimo disco è un momento difficile, tesoro (Woodworm/Artist First).

In questo nuovo lavoro, composto da dieci tracce, c’è tutto l’universo di Nada, il suo sentire dentro e fuori di sé.

Nada: è un momento difficile, tesoro. Il suo nuovo album 2

Le canzoni sono istantanee che descrivono momenti di vita e stati d’animo, fermo immagini in cui si riversano emozioni e pensieri che nascono dal profondo e sgorgano libere, leggere, vere.

L’album è stato registrato al Playpen di Bristol nel giro di un mese, suonato da musicisti come lo stesso Parish, Pete Judgee e Gerri Manzoli, vestito di sonorità asciutte, essenziali, irrequiete in grado di valorizzare al meglio la voce accartocciata di Nada.

Non basta un ascolto, neanche due, ma c’è bisogno di entrare a fondo tra le pieghe del disco per scoprire la bellezza di canzoni come la title track, Dove sono i tuoi occhi, O Madre, Stasera non piove e la conclusiva Un angelo caduto dal cielo.

Nonostante sia trascorso mezzo secolo dal suo debutto (correva l’anno 1969 e aveva solo 15 anni), Nada è un’artista sorprendente, attuale, una che non è diventata la caricatura di se stessa e di chi è stata, proiettata in avanti con anima e mente in continua evoluzione.

Disponibile dal 15 maggio in tutti i Digital Stores l’EP dell’artista livornese che canta di rinascita e libertà

Manuel Aspidi: canto il mio essere “Libero"

Nell’attuale giungla discografica di casa nostra, sovrappopolata da rapper e trapper veri, presunti o fasulli, ascoltare una produzione di un giovane artista che “canta”, è un miraggio non da poco. Sembra quasi che il canto, nel suo significato più autentico, sia passato di moda e che avere una bella o buona voce sia l’ultimo requisito. Per non parlare di chi compone canzoni di un certo gusto che vengono subito marchiate come “vecchie, antiche, sorpassate”. Sarà?!

Detto ciò, il giovane artista in questione che “canta” è Manuel Aspidi, già conosciuto per le sue partecipazioni ad Amici (2006/2007) e The Voice (2016).

Manuel Aspidi: canto il mio essere “Libero" 1

Il ragazzo ha voce da vendere, strizza l’ugola ai grandi d’oltreoceano, dimostrando anche una forte predisposizione da performer di un certo livello, magari di quelli che si ascoltano nei musical di Broadway. Tutto ciò per dire che Manuel ha una naturale inclinazione mondiale e senza ombra di dubbio l’EP Libero (I’m Free) ha un respiro internazionale grazie alla collaborazione con artisti come Phil Palmer (chitarrista di alta caratura), Alan Clarck (dal 1980 al 1995 tastierista dei Dire Straits), Julian V. Hinton (arrangiatore) e Mickey Feat, oltre alla direzione artistica di Numa Palmer.

Le sei canzoni scorrono piacevoli e fresche, spruzzate da un sano e positivo piglio pop rock fortemente contagioso e di ottima fattura, ad esempio, in Questo è il momento, Oh Yeah! e nella biografica title track che dice “ho scelto di rischiare per vivere libero”. L’inclinazione di cui si diceva sopra si manifesta in pienezza in Let Out This Light, tra i momenti più intensi in cui l’anima di Manuel si esprime in tutta bellezza.

Manuel Aspidi: canto il mio essere “Libero" 2
Manuel Aspidi con Alan Clark, Numa Palmer e Phil Palmer

L’EP, prodotto da Genialsong/Music Promotion For Artists in coproduzione con Angelo Valsiglio e registrato tra Londra e il Biscuits Studio di Max Minoia a Roma, è un atto d’amore di Manuel nei confronti dei moltissimi fan che da anni lo seguono e lo sostengono. Se poi questo “atto d’amore” è intriso di qualità, come in questo caso, allora si è sulla strada giusta.

Il disco contiene una serie di duetti con grandi artisti della musica italiana registrati dal vivo durante il concerto al Teatro Romano di Verona

 Andando indietro con la memoria e fermandosi all’edizione 2018 del Festival di Sanremo, non è possibile dimenticare la delicata ed emozionante partecipazione di Ron con Almeno pensami, brano inedito scritto – e rimasto nel cassetto – dall’indimenticato Lucio Dalla, interpretato nella serata dei duetti insieme a un’artista di razza come Alice.

Ron: Lucio!! è l’omaggio dal vivo a Dalla 1

A distanza di poco più di un anno dalla pubblicazione del disco Lucio! (esattamente il 2 marzo 2018), è  uscito a fine aprile Lucio!!, album dal vivo registrato lo scorso giugno al Teatro Romano di Verona.

Il valore aggiunto di questo splendido documento sta nei duetti inanellati da Ron con una nutrita schiera di valenti artisti di casa nostra intervenuti durante lo spettacolo tributo al suo pigmalione.

In casi come questo, è necessario menzionarli tutti in quanto – al di là dei gusti personali – ognuno ha omaggiato Dalla alla propria maniera: Fiorella Mannoia (Cara), Massimo Ranieri (Vita), Serena Autieri (Tu non mi basti mai), Paola Turci (Cosa sarà), Ornella Vanoni (Chissà se lo sai), Gigi D’Alessio (Canzone), Luca Carboni (Quale allegria) e la già citata Alice (Almeno pensami), più un duetto in studio con Federico Zampaglione (Felicità) e due canzoni a solo (Anna e Marco e Tutta la vita).

Ron: Lucio!! è l’omaggio dal vivo a Dalla

Alcuni momenti sono emotivamente più toccanti e coinvolgenti, grazie a interpreti di alta caratura come la Mannoia in Cara o la Vanoni in duetto virtuale con Lucio Dalla in Chissà se lo sai, ma anche Luca Carboni in Quale allegria colpisce nel segno.

Merito soprattutto di un autentico “cantore dell’anima” come Ron, tra i pochi rimasti in giro che ancora sanno far vibrare con verità le corde emotive più profonde.

A grande richiesta il tour riprenderà il prossimo 30 maggio dal Teatro San Domenico di Crema (Cremona) per proseguire sempre nel ricordo più sincero di un artista geniale, immenso e ineguagliabile come Lucio Dalla.

 

Nilla 100 è un documento preziosissimo dell’Arte di una voce senza tempo, un’antologia dei suoi grandi successi

Di “Signore della Canzone Italiana” ce n’è più di una, ma di “Regina” ce n’è solo una ed è unicamente lei: Nilla Pizzi.

Nilla Pizzi: celebrare la “Regina della Canzone”

Per i quindicenni di oggi il suo nome è roba da antiquariato, appartenente all’era dei trisavoli, ma per chi nutre un autentico amore e un profondo rispetto per la storia della Canzone Italiana è necessario tenere viva la memoria di Artisti che hanno segnato indelebilmente l’evoluzione di questa forma d’arte popolare che non smette di appassionare ed emozionare.

In occasione del compleanno di Nilla Pizzi – scomparsa nel marzo 2011, il 16 aprile scorso avrebbe compiuto 100 anni – è stato pubblicato un doppio album contenente ben quaranta brani dal titolo emblematico Nilla 100 – La Regina della Canzone (Ermitage), curato con amore e dedizione dall’esperto Marco Sacco.

Nilla Pizzi: celebrare la “Regina della Canzone” 1

Incisioni preziose, di alto valore artistico e incredibile interesse storico, recuperate dalle matrici originali e lasciate intatte – anche con qualche imperfezione tecnica – proprio per salvaguardare l’immenso patrimonio musicale in esse contenuto.

La carriera della Regina è grandiosa, un vero e proprio monumento, avviata nel 1938 in piccoli spettacoli della provincia bolognese e approdata nel 1942 all’EIAR (la futura “Mamma” RAI) vincendo un concorso radiofonico per voci nuove dove sbaragliò diecimila candidati.

Nel 1944 inizia a cantare con l’orchestra del M° Cinico Angelini e di lì a breve incide il suo primo disco per la Parlophon duettando con Bruna Rattani in Valzer di primavera e ancora accompagnando Elsa Peyrone in Ronda solitaria.

Erano ancora gli anni della dittatura fascista e la sua voce fu falciata dalla censura perché troppo sensuale ed esotica, associata a una bellezza imponente e charmant.

Nilla Pizzi: celebrare la “Regina della Canzone” 2
Nilla Pizzi con Gino Latilla, Achille Togliani e il duo Fasano nei primi Anni Cinquanta

Meno male la storia è poi andata come è andata e l’avvento di nuove sonorità, latino americane in particolare, portarono la Pizzi al successo attraverso motivi – a volte ironici, pungenti e ammiccanti al quale la sua voce ben si adattava – come Cocoricò (firmata da Renato Carosone e Giovanni D’Anzi con lo pseudonimo di Notorius), Maria de Bahja (con Alfredo Clerici e Clara Jaione), Bongo-bongo (con Luciano Benevene e il Duo Fasano), Acercate mas e Quizas quizas quizas del compositore cubano Osvaldo Farrés.

Nilla Pizzi: tutti i successi presentati al Festival di Sanremo

Nel primo disco scorrono tutti i successi presentati al Festival di Sanremo, di cui Nilla Pizzi è – e lo sarà per sempre – l’indiscusso emblema femminile, anche per alcuni record imbattuti: Grazie dei fior, primo posto nella neonata edizione del 1951, vendette 36 mila copie a 78 giri, una cifra da capogiro per l’epoca, e la seconda classificata La luna si veste d’argento; Vola colomba, Papaveri e papere, Una donna prega, ovvero l’intero podio dell’anno successivo; Campanaro del 1953, mentre L’edera e Amare un altro del 1958, anno in cui esplose Domenico Modugno con la sua Nel blu dipinto di blu; Colpevole del 1960, ultima partecipazione da solista (ci ritornerà addirittura da presentatrice nel 1981 accanto a Claudio Cecchetto e in gruppo con la Squadra Italia nel 1994 con Una vecchia canzone italiana).

Nilla Pizzi: celebrare la “Regina della Canzone” 3

Nilla Pizzi: le sue perle

Nel secondo disco, invece, si trovano perle come Anema e core (classico napoletano firmato da D’Esposito/Manlio), Eternamente (di Charlie Chaplin dal film Luci della ribalta), Chérie (di Gorni Kramer dalla rivista Gran Baraonda di Garinei & Giovannini), Souvenir d’Italie (tra gli autori l’indimenticabile Lelio Luttazzi) e Amico tango, tra gli episodi cantati insieme a Gino Latilla con cui ebbe una focosa e tormentata relazione sentimentale.

Progetto discografico che rappresenta un documento preziosissimo di un pezzo (ce n’è molto e molto ancora) dell’Arte di Nilla Pizzi, da custodire nella propria discoteca personale come “dono” speciale da parte di chi non morirà mai e continuerà a incantare con la sua voce senza tempo.

Adele e i suoi eroi è l’opera prima della cantautrice siciliana contenente undici inediti pieni di passione, ispirazione, estro, genio, fantasia

Momenti di vita: le canzoni di Adele Tirant
Photo Credits: Alberto Guerri

Al pari di una sciantosa nel periodo d’oro del Caffè Concerto di casa nostra, la siciliana Adele Tirante ha pensato di francesizzare il suo nome trasformandolo in Adel Tirant.

Sublime chiccheria che è già un buon biglietto da visita. In realtà – e facendo i seri – ci troviamo di fronte a un’artista con la A maiuscola, non certo da considerare un’esordiente, anzi ha spessore e valore da autorevole veterana, nonostante Adele e i suoi eroi (Soter/Self) sia solo la sua opera prima.

Un disco che è un pozzo nel deserto

Finalmente, dopo tanto cercare e ricercare, il talento di questa carismatica e istrionica “cantauttrice” (passateci il neologismo che sta per cantante-autrice-attrice) è stato fissato in un disco che è come un pozzo nel deserto, una manna dal cielo, una luce nelle tenebre… e ci fermiamo qui.

Momenti di vita: le canzoni di Adele Tirant 1
La copertina del disco

Le undici canzoni bruciano di quel fuoco che racchiude in sé passione, ispirazione, estro, genio, fantasia e tutto quel meraviglioso groviglio umano e artistico che permette di creare, creare e ancora creare in piena libertà, senza logiche di nessun tipo, abbandonandosi semplicemente al proprio flusso interiore, in questo caso unico e originale.

Momenti di vita: le canzoni di Adele Tirant

Gli eroi di Adel sono tanti, tantissimi, piccoli e grandi, vicini e lontani, a cominciare da Giovanni Block che ha curato con sapienza gli arrangiamenti e la produzione artistica dell’album, gli eccellenti musicisti, quanti hanno contribuito alla campagna di crowdfunding, gli artisti di riferimento tra cui Serge Gainsbourg, Edith Piaf, Charles Trenet, Zaz ma anche Tom Waits, Fred Buscaglione, Luigi Tenco, fino ad arrivare a Elsa Morante o alla struggente lettera di una sconosciuta pubblicata su “Donna” di Repubblica.

Momenti di vita: le canzoni di Adele Tirant 2

Da momenti di vita nascono le canzoni di Adel: durante un trasloco romano (Così scrisse Oliveira), in una notte di terremoto (Un homme qui me plait comme toi), dai racconti della vicina di casa (La maison des chats), in un piovoso pomeriggio di settembre sulla spiaggia (Chiddi chi erumu, prodotto artisticamente dagli Epo, con la voce di Carmelo Gregorio), da una rivista sfogliata sull’autobus (Settembre) oppure da emozioni, sensazioni, visioni, come nel caso di Giostra, Santa Lucia e Non c’è che mare.

Disco d’altri tempi e allo stesso tempo profondamente attuale, dalle sonorità variegate (dalla chanson française all’elettronica, fino alla canzone d’autore e alle colonne sonore), consigliato a chi non si accontenta della fuffa ma preferisce la sostanza, l’essenza e tutta la sorgiva bellezza che ne scaturisce da esse.

IO SONO LA MIA MUSICA (Sony Music, 2019)

raccoglie il meglio dell’indimenticata artista calabrese

 

RecenZoom - Mia Martini 3

Alcuni artisti non muoiono mai, vivono per sempre, hanno il dono dell’eternità. Mia Martini è tra questi.

Dal 1995 – anno della sua prematura scomparsa – ad oggi, tante sono state le pubblicazioni discografiche (e non solo) mirate a celebrarne l’immenso talento e, in questo caso, non è mai abbastanza.

Il successo del biopic Io sono Mia con protagonista la brava Serena Rossi, uscito a gennaio nelle sale cinematografiche e poi a febbraio trasmesso su Rai Uno, ha infiammato ancor più i cuori di tanti estimatori e ha avuto il merito di appassionarne di nuovi.

Io sono la Mia musica, box antologico con 59 brani

Sia per i primi che per i secondi, il box antologico Io sono la Mia musica è un’occasione da non perdere. Cinquantanove brani riversati in quattro CD che segnano cronologicamente il percorso di Mia Martini, dal 1971 al 1994, tralasciando dunque il periodo precedente “Mimì Bertè”, più un ricco booklet di immagini e parole curato dall’esperto e biografo dell’artista Menico Caroli, già artefice e titolare di opere preziose e meravigliose, due su tutte i volumi Il mio canto universale (Tarab, 1999) e L’ultima occasione per vivere (TEA, 2009, con Guido Harari).

 RecenZoom - Mia Martini

Tornando alla musica, alle canzoni, non c’è molto da dire. Anzi non c’è bisogno di dire nulla ma solo di abbandonarsi all’ascolto, all’emozione di questa voce che è anima, un’anima che appartiene profondamente a ciò che canta e ciò che canta è intimamente innestato nella sua vita.

Volendo riassumere tutto in una formula: voce + anima + vita = emozioni. Non certo quelle che spacciano oggigiorno, decise a tavolino, aggiustate dall’autotune, riscaldate dalle luci, studiate nelle inquadrature, provate nelle mossettine, bollite dagli scalda pubblico e via dicendo.

Canzoni che raccontano una vita

In queste canzoni c’è la verità di una donna che canta la sua vita: da Padre davvero a Minuetto, da Inno a Per amarti, da La costruzione di un amore a E non finisce mica il cielo, fino ad Almeno tu nell’universo e Mimì sarà.

E in tutto questo “sentire” è possibile riscoprire gioielli come Valsinha, Domani, Volesse il cielo (Ai quem me dera), Preghiera, Spaccami il cuore o assaporare Vedrai vedrai, Cime tempestose (Whuthering Heights), Suzanne cantante dal vivo (tratte dall’LP I miei compagni di viaggio del 1983) o ancora godersi riletture d’autore quali La musica che gira intorno (Ivano Fossati), Stella di mare (Lucio Dalla), Dillo alla luna (Vasco Rossi).

RecenZoom - Mia Martini

Non perdete altro tempo, fatevi un regalo speciale… “un sole che splende come un diamante in mezzo al cuore”.

PARADISO (Lucio Battisti Songbook)

(PDU / Warner Music Italy, 2018)

Era maggio del 1970 quando Mina pubblicava il 45 giri di Insieme, prima canzone del suo repertorio firmata da Battisti/Mogol. Non fu l’unico episodio. La “Tigre di Cremona” ha inciso altri brani della famosa coppia che ha disseminato nel corso della sua ultrasessantennale e gloriosa carriera.

Anzi, per essere ancora più puntuali, nel 1975 dedicò un intero album a quel “gran genio” della canzone italiana, MinacantaLucio; poi nel 1994 un ulteriore capitolo – per la verità una raccolta con due inediti, Perché no e Il leone e la gallina – dal titolo MazzinicantaBattisti. In occasione del ventennale della scomparsa del cantautore di Poggio Bustone, la Signora ha licenziato qualche mesetto fa un vero e proprio songbook – come si fa in America – dedicato a Lucio Battisti.

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Paradiso è un doppio album (triplo nella versione in vinile)

Paradiso è un doppio album (triplo nella versione in vinile) composto per la maggior parte da materiale già edito rimasterizzato e mixato dai nastri originali: infatti si ritrovano interamente i dischi sopra citati più due riletture inedite, la bella Vento nel vento e la più scontata Il tempo di morire, e ancora cinque versioni in spagnolo di Amor mio, E penso a te (Yo pienso en ti), Insieme (Juntos), La mente torna (La mente cambia), Io e te da soli (Que nos separemos) anche in francese (L’amour est mort) che rappresentano l’autentica ghiottoneria della collezione.

RecenZoom - Mina
L’LP MinacantaLucio (1975)

Che dire? Mina è la più grande, si sa. Ancora più grande nelle parole riportate all’interno del libretto, pubblicate originariamente il 24 settembre 1998 nella sua rubrica sul giornale Liberal, a quindici giorni dalla scomparsa di Battisti.

Sarebbe bello riportarle tutte ma ci limitiamo a queste: «Che talento straordinario, che dono raro quello di essere capiti da tutti e da tutti essere amati proprio per quello che realmente si è. Sei stato il più grande nel realizzare il miracolo che ci fa sentire tutti figli della stessa materia, che ci fa cantare tutti insieme con le lacrime agli occhi».

RecenZoom - Mina 2
La copertina del 45giri Insieme (1970)

Come darle torto! Il pregevole canzoniere di Lucio Battisti non conosce e mai conoscerà crisi, è continuamente scoperto, riscoperto, apprezzato e riapprezzato.

E questo – per dirla con Mina – è davvero un miracolo, il “miracolo” della musica popolare, del cosiddetto pop che ti si appiccica addosso, dentro, tanto da far cantare proprio tutti, “dal garzone ai bambini e alle madri d’Italia”.

Battisti è nel DNA sonoro degli italiani, punto e basta. Ci ritorna in mente, bello com’era e come lo sarà sempre e per sempre. Con la sua voce, con le sue canzoni, con le sue – tu chiamale se vuoiemozioni.

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