Perso giovane cantautore romano continua a dipingere i suoi primi amori con la vitalità e l’autenticità che lo contraddistinguono, continuando a fare della gentilezza la sua cifra distintiva

Perso giovane cantautore romano e la misteriosa “MB”
PERSO (Foto Eliana Giaccheri)

Anticipazione del primo album solista, in uscita per Pioggia Rossa Dischi, Perso con  “MB” racconta la storia di due adolescenti che si innamorano per la prima volta. Un cane diviene la metafora delle emozioni: fedele compagno quando tutto va bene, viene lasciato a casa – per qualche ora – quando le cose si complicano e il cuore va in mille pezzi.

La canzone si conclude con l’immagine della stazione, luogo che assiste al passaggio di migliaia di persone, testimone di innumerevoli storie, compresa quella dei protagonisti, iniziata proprio con un treno, che non farà più ritorno.

MB, l’abbreviazione del nome della ragazza che ha ispirato la nascita brano, origine e depositaria di ogni sensazione.

Leonardo Filippo Longhi Persico, in arte PERSO, nasce a Roma il 30 agosto 2006 e si avvicina alla musica a soli 6 anni, quando comincia a studiare chitarra presso un insegnante privato.

Frequenta la scuola media con indirizzo musicale dove, oltre la chitarra, inizia a suonare altri strumenti, tra cui il pianoforte e il basso. Partecipa a due concorsi nazionali, classificandosi al secondo e al terzo posto.

A 13 anni, con la sua ormai fedele chitarra, affronta il suo primo concerto in piazza a Cisterna di Latina, città in cui si è trasferito all’inizio della scuola media: presenta cover dei Måneskin, Coez e alcuni suoi brani originali, che riscuotono un notevole successo.

Perso - MB - Cover
Perso – MB – Cover

Segue l’incontro con Stra Studio dove incide la prima cover, “Faccio un casino” di Coez. L’esperienza nella sala di registrazione lo stimola così tanto che decide di comprarsi un taccuino per annotare parole, dalle parole la musica. Torna in sala per incidere le proprie canzoni e, insieme all’etichetta Pioggia Rossa Dischi, produrre il suo primo album.

CREDITI DEL SINGOLO

Scritta da Leonardo Filippo Longhi Persico e Giorgio Maria Condemi

Produzione e Mix di Giorgio Maria Condemi e Gianni Istroni

Master di Gianni Istroni

Etichetta: Pioggia Rossa Dischi

Edizioni: Boc Music Group

Distribuzione: Ada Music Italy

Perso giovane cantautore romano
PERSO (Foto Eliana Giaccheri)

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Zibba “La città dall’alto” è il nuovo album, un percorso cantautorale, un disco fortemente ispirato per raccontare le difficoltà del nostro vivere quotidiano

Zibba, con "La città dall'alto" l'incontro con Calvino
Zibba- La città dall’alto il nuovo album

Il nuovo album di Zibba “La città dall’alto”, un disco fortemente ispirato, da abitare per riconnettersi all’essenza delle cose.

“La città dall’alto” è un viaggio fuori dal tempo: un percorso cantautorale e umano caratterizzato dall’incontro tra le nostre storie personali e quelle contenute nella raccolta “Ultimo viene il corvo” di Italo Calvino, dedicate alla resistenza, alla morale e al discernimento tra bene e male.

“La città dall’alto” si basa sulle coincidenze, oltre ai racconti del giovane Calvino e all’improvvisazione tra Zibba e Samuele Puppo in studio. Le musiche sono state ispirate dalla lettura, improvvisate in session; i testi delle canzoni sono nati da quello che musiche e racconti hanno creato nel tempo. Un groviglio orchestrato nei suoi modi, un’idea costruita su continui stimoli e ricerche.

L’autore, musicista e producer, ligure come Calvino, si è sempre distinto per la capacità di descrivere i sentimenti di un mondo che cambia, rimettendo al centro una parola piena di anima. Con “La città dall’alto” attinge dalla letteratura per raccontare la complessità del nostro vivere quotidiano, costruendo una musica fatta di tempi distesi e una ruvida e palpabile contemporaneità.

Zibba, con "La città dall'alto" l'incontro con Calvino 1

Zibba adagia il suo lessico schietto su un tappeto acustico delicato e contemplativo, una scelta che lo avvicina alla poetica dei grandi cantautori italiani e restituisce autenticità a una narrazione che non manca mai di delicatezza e profondità.

“La città dall’alto” è stato prodotto da Zibba, scritto da Zibba e Samuele Puppo e registrato negli spazi di Lab22 da Zibba con l’aiuto di Prinzy del Boombastic Studio. Il disco è stato anticipato dal singolo “Si dorme come cani”.

Zibba, con "La città dall'alto" l'incontro con Calvino
Zibba, con “La città dall’alto” l’incontro con Calvino

LA CITTÀ DALL’ALTO

Tracklist

  1. SI DORME COME CANI
  2. PADRIFIGLI
  3. NUDI
  4. LA CITTÀ DALL’ALTO
  5. ALVEARI
  6. STE
  7. AMERICANIDOLLARI
  8. NON PIANGI MAI
  9. 223

Cantautore, arriva al grande pubblico grazie ai Premi della Critica al Festival di Sanremo 2014 con la canzone “Senza di te”. Vince alcuni tra i premi più prestigiosi della musica italiana, come la Targa Tenco per il miglior album, il Premio Bindi nel 2011, gli On Stage Awards 2015 e molti altri riconoscimenti del mondo indipendente e cantautorale.

Scrive o collabora con artisti come Eugenio Finardi, Cristiano De Andrè, Patty Pravo, Mace, Annalisa, Emma, Zero Assoluto, Max Pezzali, Marco Masini, Elodie, Jack Savoretti, Jovanotti, Tiziano Ferro, Wrong On You, Bluebeaters, Fiorella Mannoia, Alex Britti, Negramaro, Bunna, Niccolò Fabi, Tiromancino, Mirko Casadei e moltissimi altri.

Zibba, con "La città dall'alto" l'incontro con Calvino 2

Producer e produttore artistico, collabora con diverse etichette del mondo indipendente. Dal 2017 è direttore artistico del Premio Bindi.

Pubblica come autore una raccolta di dialoghi surreali e alcune biografie di artisti dello spettacolo per le maggiori editrici.

Video intervista a cura di Vincenzo Salamina

Faccio di Tutto Tour è il progetto musicale che il cantautore Francesco Tricarico sta portando in giro nei diversi teatri sparsi sul territorio con il musicista e compagno di viaggio Michele Fazio 

Francesco Tricarico: Faccio di Tutto Tour
Francesco Tricarico: Faccio di Tutto Tour

Voce e pianoforte rigorosamente in acustico con Francesco Tricarico che mette in scena il suo repertorio artistico di oltre 20 anni di carriera, condito di storie e aneddoti e tutto il resto da scoprire, da inventare e immaginare.

Con il grande cantautore milanese, scopriamo quel bambino che rideva sempre, amava disegnare e poi scoprì la musica.

Faccio di tutto Tour, come nasce l’idea di questo progetto musicale?

Abbiamo iniziato a girare dal 2008 con questo Tour, prima con varie formazioni perché il gruppo era più ampio, mentre ora siamo in duetto io e Michele Fazio. È una forma acustica che mi piace, dove c’è spazio alle canzoni, alle parole e all’essenzialità dei brani e permette di avere tempi più larghi rispetto a un’esibizione con un gruppo.

Ci divertiamo ed è sempre interessante proporre i brani con pianoforte e voce. È nato strada facendo e in questo periodo tecnologico e apparentemente moderno, questo spettacolo è forse più moderno.

C’è parecchia improvvisazione, come chiamare il pubblico, raccontare la storia del lupo. Sembra un’opera un po’ teatrale.

C’è una parte di recitato e un piccolo canovaccio. Non manca l’improvvisazione con la quale tendo a coinvolgere il pubblico in “pomodoro” nella storia del lupo o della campagna. Ci sono anche delle riflessioni che nascono naturalmente nelle serate e non sono mai le stesse.

La mia sensazione è che durante il tuo live, possa accadere tutto e dentro di me ho pensato “chissà cosa inventa Tricarico”!

Mi fa piacere il fatto di fare accader “qualcosa”. Io ascolto il pubblico e c’è una parte che accade, in base alla gente che posso trovare.

La bellezza è essere presente ed è la parte più affascinante di questo lavoro, dove lavoro molto di fantasia. Il legame con la realtà è molto pragmatico, oggettivo e lucido, ma è fatto anche di spazi di fuga perché io tento di fuggire dalla realtà.

Il palco è un luogo in cui sono presente, dove nascono le idee, mi diverte e dovrebbe essere un momento che smuova qualcosa.

Francesco Tricarico
Francesco Tricarico

Il live inizia con “Io sono Francesco” il tuo pezzo che segnato il tuo debutto. Solitamente nei concerti gli artisti partono con i pezzi più recenti, invece tu con sei partito con il pezzo più famoso.  Hai la necessità di presentarti al pubblico?

La scelta non è casuale. È la canzone più conosciuta. Abbiamo pensato con Franco Godi – un amico manager e produttore con quale spesso riflettiamo – di farla subito senza che diventi un’attesa.

È una presentazione. Da quel momento inizia un percorso in discesa per certi aspetti ma anche in salita per altri.

Quando hai scritto questo brano non hai avuto timore di essere censurato con il “Puttana la maestra” in un momento storico più difficile rispetto ad oggi?

Non mi posi il problema, ma se lo pose la casa discografica Universal con la quale stavo preparando il disco. Infatti, lo censurò e fece tre versioni: una normale con lo sfogo di questo bambino, una con un beep che comunque rendeva leggibile “puttana” (seminascosto) e una con beep più lungo che cancellava tutto.

Si diede la possibilità alle radio che avrebbero potuto trasmetterlo scegliendo tra le 3 versioni.  Ero contento perché la parolaccia aveva un senso, in quanto era in contesto e non era gratuita. La ritenevo giustificata, anzi all’interno della canzone aveva un suo perché e non era messa a caso.  A me tutto quadrava.

Nel corso del tempo riflettendo sull’episodio che era rimasto nella mia memoria, come uno spartiacque tra un periodo e un altro, il tema sul papa era meglio non darlo: noi eravamo in quarta e la maestra ci conosceva tutti, eravamo in una classe un po’ disastrata, dove c’erano orfani e altre situazioni. Da parte della maestra c’era stata poca attenzione.

Lei venne sapere della canzone che la riguardava dal suo fidanzato e mi telefonò dicendomi che in quel momento era giovane e aveva 26 anni.

Io la ritenni giusta e mi fa piacere che questo senso fu colto, sebbene i ragazzini abbiamo preso la parte più volgare. È una canzone che ha tante sfumature che la rendono interessante.

Francesco Tricarico: Faccio di Tutto Tour
Francesco Tricarico

Nei tuoi brani hai sempre colto con ironia, attenzione e grande capacità di scrittura i volti della società.  Il testo “Mi state tutti profondamente sul cazzo” è uno sfogo molto diretto. Perché un testo così gridato, tu che sei sempre contenuto?

Dopo la pandemia, penso che si viva un momento molto drammatico per tanti aspetti. Assisto a un reiterarsi di tante cose a livello mediato e a livello di social, stranamente ripetitive, quasi coatte, laddove le cose giuste appaiono.

Noto un tentativo quasi di manipolazione dell’informazione nelle guerre, nell’uso dei termini, nell’interpretazione che non avrei mai pensato in una versione quasi propagandistica della realtà che mai avrei pensato di vivere.

Vedo che la Russia è l’invasore dell’Ucraina mentre Israele non è l’aggressore della Palestina. È tutto fuorviante perché siamo liberi però tutti devono fare un vaccino, andiamo verso un portafoglio digitale ma vogliamo togliere la moneta: si sta forzando verso una direzione poco libera.

Ci stiamo muovendo verso l’intelligenza artificiale ma non sappiamo nulla dell’aspetto spirituale e umano.  È momento brutto per il pensiero.

Questa canzone fa un elenco di cose dove si assiste alla propaganda delle macchine elettriche, quando realizzarle è un disastro per la produzione dei minerali che servono per le batterie.

La canzone è poco poetica, ma sentivo di farlo e sottolineare un fatto pericolo.

Nella tua esperienza artistica hai incontrato la pittura, che definisci un altro linguaggio come la musica.  È sempre Francesco, che torna sul banco per fare il tema sul papà… e inizia dipingere? È il bambino che porti dentro che te lo chiede?

Io ho sempre disegnato dalle scuole medie. A liceo ho iniziato a fare opere più grandi e andavo presso le Gallerie, perché avevo un professore molto bravo al conservatorio che dipingeva, Vigentini che mi aveva “iniziato” assieme ad altri ragazzi all’arte. Questa è stata una fortuna per me.

Il mio disegno ebbe un fine e capii che potevano aprirsi delle porte.  Al Conservatorio suonavo, mentre la simil pittura era un diletto, che iniziava a prendere piede. La musica, invece, era un qualcosa che tenevo per me.  Io ho sempre fatto le mostre (piccole) ma negli ultimi sette anni ho conosciuto un gallerista per cui ho iniziato a realizzare lavori grandi su grandi tele.

All’età di dieci anni, come ogni ragazzo che inizia a guardare il mondo, mi ponevo delle domande quello che accadde con il tema fu una presa di coscienza: mi resi conto che nulla sarebbe stato facile e mi sarei trovato a fronteggiare la mancanza di un genitore.

Il disegno, come tu dici, era un modo per suonare, disegnare, stare da solo e riflettere. Oggi si parla di più e si presta maggiore attenzione ai ragazzi, come faccio io con i miei figli, ma negli anni ’70 eravamo poco seguiti.

Francesco Tricarico
Francesco Tricarico: Faccio di Tutto Tour

Hai studiato al conservatorio il flauto traverso, come è nata la passione verso questo strumento che i ragazzi hanno un po’ bistrattato?

Io andavo a una scuola media di Milano che si chiamava “Rinascita” dove c’era grande offerta di strumenti musicali, tra i quali: flauto traverso, clarinetto, chitarra, violino.

Io scelsi la chitarra, come facevano tutti i ragazzi, ma i professori mi consigliarono il flauto traverso, che non è quello dolce, dritto che viene dato alla media (a becco). Da quel momento iniziai a suonarlo e mi accorsi che ero bravo. Conobbi un grande maestro, mi segui molto e dalle medie andai al Conservatorio: fu una fortuna perché io non avevo grande passione per la musica.

Io ho fatto la dizione per entrare in Conservatorio e poi ho fatto tutto il percorso accademico. È stato un incontro fortuito.  Se avessi di fatto studiato la chitarra non avrei delle cose che il flauto traverso mi ha permesso di fare.  Comunque io scrivo al pianoforte e suono la chitarra.

Ho curiosato nei tuoi video su YouTube su Sanremo, quando hai portato “Vita Tranquilla”, “Un bosco delle fragole”.  Ho letto anche osservazioni dei fan, e ascoltatori. Parlavano di alcune stonature durante il canto, volute o quasi cercate. Come le definisci tu?

In quel momento ritenevo che fosse l’interpretazione migliore da dare a quel brano.  Adesso mi approccio in un altro modo rispetto al canto. Allora era funzionale cantare in un modo molto libero.

 Eri anche più chiuso, e più riservato in quel momento?

La cosa bella della musica è che di permette di conoscerti e di fare accadere degli avvenimenti, ma soprattutto nel mio caso di diventare più consapevole delle cose.  In quel momento ero meno socievole e   più riservato. La mia indole in quel momento era forse più arrabbiata.

Francesco Tricarico

Parlando di Sanremo, tu hai partecipato nelle edizioni del 2008, 2009 e 2011. Le ultime edizioni hanno segnato il passo verso una kermesse molto legato al mainstreaming, con la pop dance, la urban, il rapper (i generi del momento).  Sanremo non è più una manifestazione nelle tue corde?

Nelle corde di Sanremo o nelle corde di Amadeus?  Non escludo di tornarci perché è un grande palco, che dà la possibilità di portare a molti la propria canzone, bella e curata. Meglio andarci con una canzone forte in cui si riconosce perché ci si gioca qualcosa di importante.

Ritengo che ci siano pochi autori, infatti, c’è stata una polemica a fronte di 30 canzoni con solo 10 autori.

Dopo tanti anni, l’ho riascoltato e ho notato un grande appiattimento nella melodia e nella produzione. Un po’ tutto uguale e noioso.  Sembra un Festivalbar di serie B.

Mancano un po’ i cantautori come te, Carmen Consoli, Daniele Silvestri per fare dei nomi?

Io penso che lui non li abbia nemmeno cercati perché cinque anni sono tanti. Io presentai un brano due anni e capii che non mi avrebbe mai chiamato.  Dipende da che potere hai, con chi sei e con chi ci vai.

Amadeus non dice nulla finché lui non sceglie Gli vengono presentati i pezzi e non da giustificazione rispetto alle sue scelte.  È un circolo chiuso, quasi un meccanismo automatico.   Baudo (come altri presentatori) avevano una commissione tecnica con maestri di musica che è andata persa.

Amadeus non se ne avvale ed è presuntuoso. Non ha nessuna esperienza se non radio e Festivalbar. Credo che sappia poco di musica. Mi spiace per Sanremo e non escludo di non tornarci, nel momento in cui ci sarà un altro approccio con un altro presentatore o una commissione.  A parte il cantautorato è importante che venga dato più spazio ad autori e più interpreti.

Articolo a cura di Raffaele Specchia

Dèlè: “Lettera d’amore” racconta una storia d’amore che, come tante, purtroppo finisce, ma in fin dei conti tutto ciò che passa dal cuore non finisce mai, tutto cambia, tutto resta, tutto torna… 

Dèlè - Lettera d’amore - Cover
Lettera d’amore – Dèlè – Cover

Dèlè “Lettera d’Amore”, è il suo ultimo singolo di Delè, disponibile in digitale sulle piattaforme e negli store.

Questo singolo, il suo tredicesimo inedito in tre anni di carriera, racconta di una storia d’amore che, come tante, purtroppo finisce, ma in fin dei conti tutto ciò che passa dal cuore non finisce mai, tutto cambia, tutto resta, tutto torna… Una canzone che tocca un tema comune a tutti, con un messaggio finale che dà speranza a tutte le storie d’amore.

Il video, per la regia di Leonardo Del Vecchio, è stato girato nel bellissimo borgo di Silvi, paese in provincia di Teramo, che è il posto che ha ispirato l’autore per questo brano.

Dèlè nome d’arte di Enrico Leonello, cantautore di origine sarda, debutta nel panorama musicale italiano nel dicembre 2020 conResta qui brano scritto e composto dallo stesso artista in memoria di Chiara Giuntoli, una giovane ragazza toscana balzata alla cronaca per essere scomparsa due giorni dopo aver ricevuto una proposta di matrimonio sul letto d’ospedale dove lottava da tempo contro un tumore.

Dèlè (Foto di Leonardo Del Vecchio)
Dèlè (Foto di Leonardo Del Vecchio)

Dèlè scrive da quando era bambino, unico modo che aveva e che ha per raccontare le emozioni che prova, cercando di esternare tutto usando carta e penna. Suona la chitarra dall’età di otto anni, passione che gli è stata trasmessa dal padre insieme al fratello maggiore Michele.

Nelle sue canzoni tocca temi sociali importanti, cercando di non essere mai banale, ma di arrivare dritto al cuore. La musica per lui è tutto, scrivere lo rende libero, cantare ciò che scrive lo rende unico, la musica è la sua vita.

Dèlè (Foto di Leonardo Del Vecchio)
Dèlè (Foto di Leonardo Del Vecchio)

Nel 2023 Dèlè, con la produzione di Orph3us, a giugno, pubblica Metaverso” feat. Labile, il singolo per riflettere, divertendosi, sul mondo digitale. Il 20 ottobre “Lettera d’Amore” il nuovo singolo inedito arriva in radio.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

KristiPo “Like a Butterfly” l’ultimo singolo è un inno alla libertà di espressione dalle sonorità electronic pop dance

“Like a Butterfly” l'ultimo singolo di KristiPo
“Like a Butterfly” l’ultimo singolo di KristiPo

KristiPo: un insieme di belle arti: cantante, pittrice e poetessa sono i ruoli che ricopre quotidianamente.

L’artista, nata a Mosca e trasferitasi in Italia già da diversi anni, rappresenta uno dei massimi esempi di ecletticità.

Dedica molta passione e dedizione in ogni suo lavoro e ciò che crea è fedelmente riportato in questo brano.

La sua composizione mantiene una coerenza espressiva con le altre forme d’arte a lei appartenenti; come una farfalla si posa delicatamente, lei conferisce unicità ad ogni sua opera.

Hai aperto il tuo 2024 con il secondo singolo chiamato “Like a Butterfly”: di cosa parla questo brano?

Questo brano parla di due animali, una farfalla e un serpente. La prima rappresenta la primavera, la libertà, la bellezza, il calore e porta gioia nell’aria; il secondo è un rettile rapido, e il significato che ne deriva è una farfalla che si muove veloce come il tempo, come la vita.

Il tuo nome d’arte “KristiPo” è nato casualmente o ci hai ragionato su?

Ho scelto di abbreviare il cognome e di unirlo al nome così è più facile da pronunciare per tutti. All’inizio è nato per il mio lavoro da scrittrice e successivamente l’ho voluto usare anche per la musica e i quadri. Affianco alla firma, registrata ufficialmente, c’è anche un logo, ovvero il gatto, il mio animale preferito.

KristiPo - Like a Butterfly - Cover
KristiPo – Like a Butterfly – Cover

Come trovi l’ispirazione per scrivere le canzoni e le poesie?

Prendo sempre ispirazione dalle persone che mi circondano e che amano l’arte come me o facendo anche delle passeggiate dentro la natura. Attraverso quest’ultimo procedimento trovo anche il modo per dipingere.

Ho letto che sei un’artista eclettica, pittrice, poetessa e cantante. C’è un ruolo che prediligi più degli altri?

In realtà mi piace fare tutto, scelgo la musica quando voglio comunicare con tutti, perché è internazionale e quindi parla tutte le lingue del mondo.

Quale tra queste passioni è nata prima?

Ho iniziato a scrivere poesie a quattro anni, poi come regalo mia madre mi ha permesso di studiare arte; negli ultimi anni mi sono orientata anche verso la musica e il cinema. Queste attività le ho già praticate tutte nel mio paese d’origine e sono molto contenta di proseguirle anche qui in Italia.

Anche qui in Italia stai proseguendo degli studi?

Sì, sto studiando sempre arte. Tra l’altro, ora mi trovo a Firenze che è una delle città d’arte per eccellenza. Basta affacciarsi alla finestra per ammirare il panorama con tutte le sue bellezze. Questo è il paese più bello del mondo da questo punto di vista.

KristiPo “Like a Butterfly” l'ultimo singolo 2

Oltre all’arte ti piacerebbe studiare anche qualcos’altro?

Sì, mi piacerebbe studiare storia, diritto, moda e anche cucina.

Che musica ascolti di solito durante le giornate?

Musica classica, ora sto ascoltando Beethoven, mi rilassa, lo ascolto anche mentre dipingo.

Quindi spesso unisci la musica con l’arte. Cosa provi quando dipingi?

Mentre dipingo ascolto sempre qualcosa che mi rilassa ma allo stesso tempo mi stimola l’attenzione. Sento molta energia e la voglio condividere con altre persone. In genere disegno in maniera molto colorata e limpida, proprio come le farfalle in primavera. Voglio regalare solo gioia alla gente che mi segue.

Come artista hai già partecipato a qualche mostra?

Assolutamente sì, adesso ne sto facendo una a Parigi, di recente ne ho avuta una a Roma situata in Via Margutta. A volte c’è anche la possibilità di osservare un mio quadro con la mia musica in sottofondo. Un mio desiderio per il futuro è concentrare tutto in un film, quadri, libri, poesie e musica. Il film ha il potere di fondere insieme tutte le arti.

KristiPo “Like a Butterfly” l'ultimo singolo 3

Altri programmi concreti per il futuro?

Adesso sto finendo un libro di poesie Haiku con disegni che ho realizzato io, spero di farlo uscire durante il 2024. Poi ho sempre in testa nuove canzoni da scrivere e da pubblicare quest’anno per ampliare la mia discografia.

In Italia in quale città ti piacerebbe fare un concerto?

Sicuramente a Roma, è una città che amo.

Articolo a cura di Simone Ferri

I malati immaginari, “I Love You”, un urlo straziante non un dolce sussurro d’amore, ma un grido di dolore per un sentimento non corrisposto

I malati immaginari, “I Love You” il grido d'amore
I malati immaginari

Dal 26 gennaio in radio, sulle piattaforme digitali e in tutti i digital stores “I love you”, il nuovo singolo de I malati immaginari.

Il duo elettrowave ritorna con un brano che, a dispetto del titolo, è un urlo straziante nella notte. Il ti amo del ritornello non è più un dolce sussurro d’amore, ma un rigurgito di dolore per un sentimento non corrisposto, un sentimento tossico, iniettato a piccole dosi per placare l’astinenza, come una droga che travolge tutto il corpo fino alla sua completa dissoluzione.

Il brano segna il giro di boa per I Malati Immaginari. Dario (chitarra, synth e voce) e Laura (batteria e percussioni) hanno abbandonato le reminiscenze pop rock dei primi singoli in favore di un sound minimal, molto sintetico, che strizza l’occhio alla deep house e alla disco anni Novanta, mantenendo inalterato il mood puramente darkwave.

“I Love You” è il singolo che anticipa l’uscita dell’ep “Emostatico”, interamente prodotto e registrato a Roma al Pepperpot Studio da Alessandro Forte, già al banco mixer con Galeffi e con il Disco di Platino Aiello. Ha collaborato alla scrittura del testo il cantautore e producer Fabio Cosimo, gettando le basi per collaborazioni future con il duo.

«I Love You arriva oggi al termine di un periodo molto scuro e difficile per noi durante il quale abbiamo affrontato sfide esterne molto complicate, ma che di fatto ci hanno chiuso e unito ancora più nella nostra musica, nuda, cruda e sincera come non lo è mai stata prima – dichiara la band – I colori, i riflettori nella notte e le maschere che hanno caratterizzato il nostro mondo fino ad ora hanno lasciato il posto al bianco e nero della morte.

Perché per noi I Love You è la morte del cuore, usato e calpestato per una notte e poi gettato via, nonostante le promesse, le illusioni, i messaggi, le notti in bianco”, proseguono Dario e Laura, “e per questo lo stravolgimento del nostro sound non è altro che un semplice assecondare il nostro stato d’animo, stavolta più cupo, marcio, claustrofobico e incatenato rispetto al passato». 

 I Malati Immaginari sono attualmente impegnati in un lungo tour di spalla a Ys LaVey (ovvero il progetto post punk di Young Signorino), con il quale hanno stabilito un solido rapporto artistico e umano che sfocerà in una featuring in uscita nei prossimi mesi.

Ininterrottamente on the road, negli ultimi due anni Dario e Laura hanno collezionato oltre 120 palchi in tutta Italia, da soli o di spalla ad artisti come Meganoidi, Capovilla, Morgan, Meg, Frankie Hi Nrg, Flaminio Maphia, Marlene Kuntz, Giorgio Canali, Omar Pedrini e altri.

Da sempre attivi nel volontariato, I Malati Immaginari hanno legato il proprio nome alla Onlus di Clownterapia “Ricoclaun”, con la quale hanno portato la loro musica nelle scuole, nelle carceri e negli ospedali e per la quale hanno scritto la canzone “Eric il Clown”.

I malati immaginari, “I Love You” il grido d'amore 1
I malati immaginari

BIOGRAFIA

Dario (chitarra, synth e voce) e Laura (cajon e percussioni) fondono elementi darkwave alla deep house e alla disco anni Novanta, rigorosamente in italiano, dal mood nostalgico e malinconico.

I Malati Immaginari nascono a Vasto (Ch) come percorso di terapia di due “losers” che hanno dato vita a un sound cupo e glaciale, che li ha portati sul palco dell’Ariston con la canzone “Non passa +” nell’autunno 2022.

Attualmente hanno appena concluso le session per il loro secondo lavoro con il producer Alessandro Forte, già Disco di Platino con Aiello.

L’uscita del prossimo singolo è prevista per fine gennaio, che anticiperà l’uscita dell’ep “Emostatico” per la prossima primavera. Da ottobre in tour con Ys Lavey (progetto darkwave di Young Signorino), con il quale a breve daranno vita a una collaborazione discografica.

La band ha all’attivo oltre 120 date in tutta Italia dal 2022, perennemente in tour nazionale dal Veneto alla Calabria, finalisti di Sanremo Rock 2022, finalisti del Tour Music Fest 2021 e 2022, quattro singoli e un Ep pubblicati, I Malati Immaginari hanno accompagnato i tour di Meganoidi, Pierpaolo Capovilla e I Cattivi Maestri, Meg, Frankie Hi Nrg, Young Signorino, Cristiano Godano, Tre Allegri Ragazzi Morti, Morgan, Falminio Maphia, Omar Pedrini, Modena City Ramblers, Folkabbestia, Mutonia, Federico Poggipollini e altri, inoltre

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Gegè Telesforo, il grande ritorno di un genio della musica con “Big Mama Legacy”, album ricco di sonorità frutto dell’esperienza e degli anni dedicati alla ricerca musicale

Gegè Telesforo, il grande ritorno con il nuovo album
Gegè Telesforo (Foto © Roberto Cifarelli)

Dal primo marzo, è disponibile in radio e su tutte le piattaforme digitali, il nuovo progetto discografico di Gegè Telesforo, il quindicesimo di una lunghissima e grande carriera.

“Big Mama Legacy”, il titolo del progetto, è un album ricco di sonorità, che spaziano dal blues al jazz, con accenni di funk, groove, afro beat e momenti di pura improvvisazione, in una fusione coinvolgente tra sonorità provenienti dal passato e uno sguardo attento alla contemporaneità.

Un mix perfetto, frutto dell’esperienza acquisita sui palcoscenici internazionali, degli anni dedicati alla ricerca musicale, dalla passione per la musica e anche dalla televisione (come ad esempio “Appresso alla musica”, programma televisivo scritto e condotto con Renzo Arbore attualmente in onda su Rai 2).

Dieci sono i brani presenti all’interno di questo progetto, di cui nove originali e solo una reinterpretazione: Galaxy, celebre brano del gruppo funk degli WAR, che rivive grazie ad un arrangiamento in stile afrobeat-makossa.

“Big Mama Legacy” rappresenta così un progetto di grande fascino e stile, la ricercatezza del buon gusto e dell’amore per la musica in tutte le sue forme e i suoi generi.

Gegè Telesforo (Foto © Roberto Cifarelli)
Gegè Telesforo (Foto © Roberto Cifarelli)

La dimostrazione perfetta di unione tra ascolti e passione, tra momenti di grande intensità ed eleganza. Il ritmo a fare da padrone per un progetto che non stufa, ma che invece, si esalta ascolto dopo ascolto.

Un genio della musica che si incontra con alcuni fra i migliori talenti del panorama jazz italiano, come Christian Mascetta, Michele Santoleri, Vittorio Solimene, Giovanni Cutello, Matteo Cutello, Pietro Pancella, Pasquale Strizzi e guest del calibro di Luca Bulgarelli, Danilo Rea, Domenico Sanna.

Gegè Telesforo, il grande ritorno con il nuovo album 2
Gegè Telesforo (Foto © Roberto Cifarelli)

Pubblicato in tutto il mondo da Ropeadope, “Big Mama Legacy” rappresenta il personalissimo tributo alla musica e al Big Mama (il live club romano più attivo e amato dai musicisti dal 1984 fino alla sua definitiva chiusura a causa della pandemia), da parte di uno dei più grandi appassionati di musica del nostro paese.

Articolo a cura di  Francesco Nuccitelli

Nina T, “Fuggiremo in treno” il primo album,  ne emerge la voglia talvolta di lottare, e denunciare le ingiustizie, talvolta la voglia di fuggire… in treno

Nina T, “Fuggiremo in treno” il primo album 1
Nina T, “Fuggiremo in treno”

È uscito il 15 dicembre “Fuggiremo in treno”, il primo album di Nina T.

Sono undici le tracce che compongono l’album: brani con atmosfere diverse tra loro, ma accomunati dal suono folk della fisarmonica e dall’impronta cantautorale dei testi.

L’idea dell’album nasce durante il primo lock down, dalla riflessione su alcune tematiche sia personali che sociali: ne emerge la voglia talvolta di lottare, e denunciare le ingiustizie, talvolta la voglia di fuggire. E la scelta di fuggire in treno evoca un’atmosfera vintage e romantica.

Accanto a canzoni melodiche che toccano i temi della lontananza, della mancanza e della nostalgia, ci sono brani che indagano gli aspetti rituali della nostra cultura e tradizione, mettendo in luce come il richiamo ad un istinto privo di una rielaborazione possa essere molto pericoloso e portatore di discriminazione e violenza.

Spesso si descrive il ritorno alla natura come qualcosa di salvifico, ma natura significa anche istinto, brutalità, inconscio: questi aspetti non vanno sottovalutati, soprattutto in un mondo come quello contemporaneo in cui i nuovi guru non sono sempre guide sincere e disinteressate dell’opinione pubblica. Non resta quindi che fuggire… in treno!

Per questo album Nina T. (alias Daniela Taglioni) scrive i testi, le musiche, gli arrangia- menti, ed esegue le parti al pianoforte, fisarmonica, ukulele, tastiere e lead voice.

 

Nina T, “Fuggiremo in treno” il primo album 2
Nina T, “Fuggiremo in treno”

La accompagnano: Roberto Testa alla batteria, Luca Pasotti al basso elettrico, Stefano Clò alla chitarra acustica, Miriam Ulivi ai cori.

L’album è stato registrato, missato e masterizzato da Carlo Miori presso Only music studio a Bruino (TO).

Il progetto grafico e il primo videoclip (uscito il 17 gennaio 2024) sono a cura di Aldo Abrate-Acrossvideo Produzioni.

Nina T. (Daniela Taglioni) è originaria di Ravenna. Dopo studi di pianoforte classico svolge una lunga attività come tastierista e arrangiatrice con il gruppo folk metal medievale Diabu- la Rasa.

Nina T, “Fuggiremo in treno” il primo album

Accompagna inoltre alla fisarmonica la cantante Susy Bezzi nel duo Rouge Cafè. Nel 2021 si trasferisce a Torino, dove inizia la collaborazione con la cantante Miriam Ulivi, e si dedica al suo nuovo progetto personale come cantautrice. Sempre nel 2021 esce il suo primo singolo Muri di carta.

Video intervista a cura di Vincenzo Salamina 

Narciso, “Blah Blah Blah” il primo album, caratterizzato dalla ricercatezza nel linguaggio e nelle immagini utilizzate, riflette emozioni comuni, gioie, cadute e rinascite

 

 

Narciso, “Blah Blah Blah” il primo album
Narciso, “Blah Blah Blah” il primo album

È disponibile dal 26 gennaio l’atteso primo disco di Narciso prodotto da Francesco Tosoni per Indieffusione. L’eclettico artista, noto per la sua partecipazione alla seconda stagione di Drag Race Italia, presenta il suo primo album “Blah Blah Blah“, accompagnato in radio dal singolo inedito “La Stagione Di Un Abbraccio”, scritto da Roberto Casalino.

“Blah Blah Blah” rappresenta un viaggio non solo musicale, attraverso la vita e l’artisticità di Narciso. Con una tracklist che combina canzoni e racconti in prima persona, l’artista esplora il potere delle parole attraverso brani iconici come “Make Up”, “DISCOBALL”, e l’intenso “Stringimi Forte”. Il disco, caratterizzato dalla ricercatezza nel linguaggio e nelle immagini utilizzate, riflette emozioni comuni, gioie, cadute e rinascite, senza filtri e senza mezzi termini.

Il nuovo singolo estratto, “La Stagione Di Un Abbraccio”, scritto da Roberto Casalino, è un’ode alla vulnerabilità e all’importanza di mostrare le proprie ferite. Narciso invita l’ascoltatore ad abbandonare per un momento la maschera del sorriso e ad abbracciare la nostalgia come parte integrante della nostra vita.

«Ho sempre pensato di essere una persona forte, una persona in grado di rialzarsi e, a volte, mi sono fatto del male pur di non mostrare la mia fragilità» – Racconta Narciso – «Quando Roberto Casalino mi ha donato questo brano l’ho sentito subito mio e ho capito quanto sia importante non aver paura di mostrare le proprie ferite, le proprie crepe. Per una volta ho voluto lasciare indietro il desiderio di sorridere di fronte alle difficoltà e lasciarmi dondolare dalla nostalgia».

Narciso - Blah Blah Blah - Cover
Narciso – Blah Blah Blah – Cover

Prima dell’uscita di “Blah Blah Blah”, Narciso ha già conquistato il pubblico con i suoi singoli precedenti. “Make Up”, il suo brano-manifesto lanciato nell’ambito dell’esperienza a Drag Race Italia, è un inno alla diversità, all’autenticità e alla forza interiore che può emergere anche nei momenti più difficili.

Sono seguiti “Stringimi Forte”, una ballad intensa e malinconica, e “DISCOBALL“, un brano travolgente che affronta l’amore non corrisposto su una pista da ballo. Un successo ulteriormente amplificato dalla collaborazione con le Karma B nella versione remix rivisitata da Kustrell, una reinterpretazione fresca e coinvolgente che unisce l’energia di Narciso con lo stile unico dell’iconico duo.

“Blah Blah Blah” il primo album di Narciso
Narciso

Narciso, nome d’arte di Stefano Rinaldi, è un Drag Singer e Cantautore che porta avanti un messaggio di inclusività attraverso la sua musica, rendendola unica anche grazie ad una speciale attenzione al trucco e agli outfit. Con un sound di stampo pop-glam a cura di Francesco Tosoni alla produzione, Narciso dimostra di essere un simbolo di unicità, lasciando un segno indelebile nel panorama musicale attuale.

La sua trasversale carriera artistica che ha raggiunto il grande pubblico con la partecipazione nella seconda stagione di Drag Race Italia e che culmina ora con l’uscita del suo primo atteso album “Blah Blah Blah” abbraccia esperienze live e performance in prestigiosi eventi come il Deejay On Stage di Radio Deejay e il DragCon UK all’ExCel di Londra lo scorso 13 e 14 Gennaio, oltre alla conduzione di format come “Musica Q” a Largo Venue e “Blah Blah Camp” al Malo Glitter Bar di Roma.

“Blah Blah Blah” – Tracklist:

PARLARE (Intro)

Make Up

SOSPIRARE (Prelude)

Stringimi Forte

GRIDARE (Prelude)

DISCOBALL

Make Up (English Version)

DISCOBALL (feat. Karma B) – Kustrell Remix

Make Up (Acoustic)

La stagione di un abbraccio

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Pesco, con “Mezzo vuoto” porta alla luce la sincerità di un sentimento come l’amore e le fragilità che si celano dietro ad esso

Pesco, con “Mezzo vuoto” ad Area Sanremo 2023
Pesco

Dal 2 febbraio 2024 è disponibile sulle piattaforme di streaming digitale e in rotazione radiofonica “Mezzo vuoto”, il nuovo singolo di Pesco per la M&M-D&G Music.

“Mezzo vuoto”, il brano con cui Pesco è stato selezionato per le fasi di eliminazione di Area Sanremo 2023, porta alla luce la sincerità di un sentimento come l’amore e le fragilità che si celano dietro ad esso. Si tratta di un pezzo profondamente personale dedicato ad una persona speciale.

L’arrangiamento musicale è volutamente minimale perché l’obiettivo principale della canzone è quello di coinvolgere emotivamente l’ascoltatore, portandolo ad immedesimarsi nelle parole del testo.

Commenta l’artista a proposito del brano: «Il brano è stato scritto ad ottobre 2021, ma è sempre rimasto custodito nelle pagine del mio quadernetto. Quando si è presentata la possibilità di partecipare ad Area Sanremo, ho capito che era l’occasione giusta per condividerlo con tutti. Sediamoci e chiudiamo gli occhi, pensiamo alle stelle, mentre le versiamo dentro quel bicchiere».

Il videoclip di “Mezzo vuoto”, diretto da Davide Chillotti, vede la figura di Pesco che percorre una strada, metafora del viaggio della vita. Lungo questo cammino, vengono rappresentate le sfide e le decisioni difficili che talvolta ci costringono a fermarci.

Si vedono momenti in cui, assorto nei pensieri e indeciso sul da farsi, il protagonista sembra voler rinunciare a tutto, sentendosi incapace di proseguire. Tuttavia, l’incontro con una persona segna una svolta: da quel punto, il video illustra una marcia ininterrotta verso la fine, simbolo di una rinnovata determinazione.

Pesco - Mezzo vuoto - Cover
Pesco – Mezzo vuoto – Cover

Il messaggio chiave è che il sostegno di chi ci sta vicino può trasformare le nostre prospettive, facendoci percepire le difficoltà come superabili e la vita come un percorso da affrontare con fiducia, lasciando alle spalle la visione del bicchiere mezzo vuoto.

Pesco, pseudonimo di Francesco Pitzanti, è un giovane cantautore nato a Cagliari nel 1998. Sin da piccolissimo, sviluppa la sua passione per la musica, decidendo successivamente di frequentare la scuola civica per approfondire lo studio del canto.

L’8 aprile del 2023 pubblica il suo primo brano dal titolo “Chiudo gli occhi”. Nello stesso anno conosce Massimo Guidi direttore artistico della M&M-D&G Music. Poco tempo dopo, il 21 luglio, pubblica “Brezza marina”, distribuita da Ingrooves – Virgin Music Group.

Video intervista a cura di Vincenzo Salamina

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