Quella estate italiana delle Notti magiche…

Quella estate italiana delle Notti magiche…
“Forse non sarà una canzone a cambiare le regole del gioco”: iniziava così la strofa di “Notti magiche”, l’inno che univa il mondo sotto la passione del calcio a Italia ‘90. A distanza di tempo, quella canzone non avrà cambiato le regole ma è rimasta un simbolo nella nostra memoria


Ripercorriamo gli inni mondiali da Notti magiche del 1990 a oggi

Sono passati 32 anni, ma per tutti noi italiani quella del 1990 rimane l’estate delle notti magiche. In realtà completamente magiche non furono, visto che una sconfitta ai rigori contro l’Argentina ci impedì di giocare la finale contro la Germania (poi campione). Nonostante ciò, quel Mondiale di calcio rimane nell’immaginario collettivo uno dei più belli per la Nazionale azzurra, e non solo per un terzo posto comunque conquistato. La manifestazione calcistica più importante si teneva in Italia, con la mascotte “Ciao” raffigurata da un omino tricolore stilizzato che aveva la testa come quella di un pallone a spicchi. Molti la criticarono all’epoca, ritenendola poco empatica. Eppure per tutti noi rappresenta ancora oggi un motivo di orgoglio e serenità, in un’estate che ci fece sentire più italiani del solito. Tutto il Bel Paese viveva l’atmosfera di festa con gli occhi pieni di speranza per i gol di Schillaci e Vialli. Cominciamo dunque dal 1990 il nostro nuovo percorso di MusiCalcio.

Tutti, in quell’anno, imparammo a memoria il ritornello di Notti magiche.

Iniziava proprio con queste due parole la canzone ufficiale della manifestazione, sebbene il suo titolo fosse un altro: Un’estate italiana.

Notti magiche non era nemmeno il sottotitolo, ma divenne il modo più immediato per descrivere quelle serate cariche di aspettative per gli azzurri. Del resto, quell’anno a Sanremo era già esplosa un’altra canzone il cui ritornello aveva ispirato un titolo popolarmente famoso ma non ufficiale: Vattene amore, di Minghi e Mietta, per tutti era Trottolino amoroso. E lo sarebbe rimasto per sempre, proprio come Notti magiche.

A cantarlo erano Edoardo Bennato e Gianna Nannini, autori delle parole insieme a Tom Whitlock. La musica imponente, con tanto di chitarra elettrica a supporto di un’introduzione solista, la compose un certo Giorgio Moroder, già premio Oscar con le colonne sonore di Fuga di mezzanotte, Flashdance e Take my breath away.

I due autori e interpreti, in realtà, incisero la canzone, prodotta da Sugarmusic, in sessioni di registrazioni separate. Il rapporto tra Bennato e Nannini, come racconta Dario Salvatori nel suo Dizionario della canzone, non era dei migliori. Poco prima dell’inaugurazione, Diego Armando Maradona cercò di consolare la Gianna nazionale, in preda a una crisi di pianto che descriveva un clima piuttosto teso. Il disco uscì diversi mesi prima dell’inizio dei Mondiali.

Forse anche per questo, si rese più facile parlare di Notti magiche piuttosto che di Estate italiana, quando arrivò sul mercato a dicembre 1989.

Uscito in 45 giri, si insediò subito nella top ten dell’hit parade, tenendo testa a marzo persino a quel Festival di Sanremo che aveva lanciato, tra le altre, anche Disperato, Uomini soli, Gli amori. Fatto sta che rimase il disco più venduto dell’anno, l’ultimo di successo prima dell’eclissi del vinile in Italia.

Una canzone che, con grande stile internazionale, raccontava la passione per uno sport che iniziava sin da bambini fino al desiderio realizzato di diventare calciatori. Anche solo metaforicamente. Quei ragazzi che escono dagli spogliatoi, in effetti, siamo ancora noi stessi, se abbiamo voglia di giocare e guardare il calcio con lo sguardo sognante che usavamo nell’infanzia.

La voglia di vincere, di vivere un’estate italiana piena di emozioni; di essere protagonisti di notti magiche. Ecco, da 32 anni in Italia non smettiamo di pensare a questo leggendario ritornello quando vogliamo volare con l’immaginazione attraverso la musica. Tanto che, quando nel 2021 l’Italia torna a vincere l’Europeo di calcio dopo oltre 50 anni, nelle strade della penisola risuona nuovamente la canzone di Moroder.

C’è di più: nel 2006, anno della vittoria mondiale con la guida di Marcello Lippi sulla panchina azzurra, persino l’organizzazione tedesca si confonde.

La canzone dell’Italia, infatti, sarebbe Cuore azzurro, dei Pooh.

Al momento della premiazione, però, le casse dello stadio fanno risuonare Un’estate italiana. Successo internazionale indimenticabile, simbolo e orgoglio di un Paese prima ancora che di un Mondiale. Vero tormentone che racconta, con intensa melodia da cui lasciarsi trascinare, quanto sia importante il calcio da noi. Sì, ora è sempre più forte il rimpianto per il Mondiale 2022 che dovremo guardare ancora una volta senza poter tifare per la nostra Nazionale. Tuttavia, il ricordo di ciò che venne realizzato, musicalmente, 32 anni fa, ci rende un po’ meno tristi: quelle Notti magiche, in fondo, saranno sempre valide, nelle gioie come nei dolori, in estate come in inverno.

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Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi, laureato in filosofia con una tesi sulla comicitá contemporanea riletta attraverso Bergson e Freud, è appassionato di musica e teatro. Racconta con rigore aneddotico la storia del Festival di Sanremo e della musica italiana, suggerendo ogni volta spunti filosofici e inediti.
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