Superfluuuo: “La continua evoluzione rende un progetto più interessante”

Quattro chiacchiere con l’inedito trio dei Superfluuuo, in uscita con l’album di debutto intitolato “Discolo”

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I Superfluuuo si raccontano ai lettori di Musica361, in occasione dell’uscita di “Discolo”

Si intitola ironicamente Discolo l’album di debutto dei Superfluuuo, trio composto da Edoardo Castroni, Giovanni Calaudi e Teodoro Giambanco. Un lavoro che arriva a meno di un anno dall’uscita del loro primo EP e che ci accompagna in un’immaginario psichedelico, suonato e pieno di colori.

In “Discolo” viene fuori tutta la vostra stravaganza. Pensate di aver trovato la vostra identità sonora oppure vi considerate in continua evoluzione?

Sicuramente ci sarà sempre una sorta di coerenza nelle cose che facciamo, perché siamo sempre noi, ma ci auguriamo che non prevarrà mai sull’incoerenza, che è l’aspetto più interessante della musica in generale. È bello stupire e stupirsi continuamente delle cose che si fanno, sia positivamente che negativamente. La continua evoluzione rende un qualsiasi progetto, musicale e non, più interessante.

Un album registrato su cassetta, senza l’ausilio di computer. Che valore aggiunto ha restituito al risultato finale questo approccio analogico?

Sicuramente un valore a livello sonoro, almeno per le nostre orecchie. Registrare su nastro è una metodo che ti fa approcciare alla produzione in modo totalmente diverso da quello del computer, dona un colore al suono unico, seppur non di massima qualità, impossibile da raggiungere con i vari plugins. Ogni singola traccia è stata registrata su casetta, ma poi l’editing è stato fatto su Ableton Live tranne che per l’ultima traccia, dove è stata usata la tecnica che usavano i primi compositori di musica elettronica negli anni 50, ovvero prendere le varie parti su nastro pre registrate e manipolarle (girarle, velocizzarle, rallentarle, ecc…).

Superfluuuo
La copertina di “Discolo”

Rispetto al vostro precedente EP, il sound è completamente diverso. Una scelta consapevole o una semplice crescita professionale?

Scelta consapevole. Volevamo immediatamente fare qualcosa di nuovo dopo l’EP e dopo aver ascoltato i provini dei nuovi pezzi ci eravamo resi conto che strizzavano troppo l’occhio, almeno a livello sonoro, alle canzoni appena pubblicate e questo non ci piaceva, quindi per puro divertimento e semplice curiosità abbiamo cambiato quasi totalmente strumentazione e stravolto il metodo di lavoro.

Cosa dobbiamo aspettarci dalla vostra nuova musica in futuro? Avete intenzione di continuare a cambiare pelle?

Speriamo di riuscirci sempre, altrimenti vuol dire che non ci staremo più divertendo.

A cosa si deve la scelta del nome della vostra band?

Superfluuuo viene da superfluo, l’accezione fluorescente è arrivata dopo. Superfluo è, quindi, ciò che non è indispensabile. Un progetto non indispensabile nato dalla non indispensabilità della nostra esistenza come individui superflui in una realtà, culturale e musicale, non indispensabile.

Infine, cosa vi piacerebbe riuscire a trasmettere a chi ascolterà, in un momento come questo, il vostro “Discolo”?

Ventisei minuti di allucinazioni primordiali.

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Nico Donvito
Nico Donvito
Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
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