Salvi, Baustelle, Drast: novità musicali che profumano di nostalgia

Salvi, Baustelle, Drast: novità musicali che profumano di nostalgia
Dj Mitch, qui nella foto realizzata da Antonio Carbone, è protagonista di un’operazione nostalgia con Agosta e Francesco Salvi: la nuova edizione di C’è da spostare una macchina


Tra i nuovi brani che aprono il 2023, si scorge una nostalgia per un certo tipo di musica. Vediamo quale

Il 2023 musicale parte sotto le ali della nostalgia. Non mancano novità interessanti da sottolineare, in cui però emerge uno sguardo attento al passato. A quelle canzoni che non si smette di ricordare e ballare. La nostalgia coinvolge sotto ogni aspetto: anche quando si tratta di brani che all’epoca non si poteva immaginare avrebbero creato delle mode.

Così, in questa prima settimana dell’anno la discografia si riempie di tre straordinari pezzi per cui vale la pena spendere dei minuti in un prezioso ascolto. Non succede spesso, ma la sensazione è che qualcosa di veramente forte rimarrà. O, in qualche caso, è già rimasto.

È quello che è accaduto più di trent’anni fa a Francesco Salvi, che in un’operazione nostalgia torna questa volta con Agosta e Dj Mitch.

Tante volte è capitato di leggere post o articoli di gente quasi indignata perché Esatto arrivò settima a Sanremo nel 1989. Lo stesso in cui Almeno tu nell’universo arrivò nona, per intenderci. Devono essere parole scritte da persone nate negli anni ‘90. Al di là dei meriti delle graduatorie, infatti, chiunque abbia vissuto negli anni ‘80 ricorderà lo straripante successo di Salvi in quel periodo. Il comico di Luino era protagonista a Drive In, nonché di Megasalvi show. La partecipazione al Festival gli garantì un Disco di platino con il suo album, superando tutti gli altri concorrenti nelle vendite. Era l’inizio di una nuova epoca, quella che poteva proporre musica divertente, a tratti demenziale, ben consapevole dei suoi contenuti. Proprio quell’atteggiamento spensierato, di chi non voleva atteggiarsi a insegnare la vita, creò il successo. Di quella spensieratezza oggi c’è tanta nostalgia.

Deve essere stato per questo che Dj Mitch e Agosta hanno proposto la riedizione di C’è da spostare una macchina.

La canzone, già Disco d’oro nel suo singolo del 1988, apriva lo show televisivo di Salvi. Sì portò a casa anche il Telegatto per la miglior sigla. Fu un vero tormentone che, a modo suo, raccontava l’ossessione di un parcheggiatore per le automobili. “Quella macchina là devi metterla qua, questa macchina qua devi metterla là”. Un ritornello che non si risparmiava importanti arrangiamenti dance di Mario Natale e Roberto Turatti. Era impossibile non intravedere in quella canzone la voglia di giocare da parte degli autori. Eppure, giocando e scherzando, emerse un pezzo indimenticabile sottolineato dalla frase finale “È un diesel!”. Già, perché all’epoca le auto si dividevano tra quelle che viaggiavano a benzina o a diesel. Tutto era uno status symbolum.

Oggi, che ci si muove sempre meno con la macchina e non si ha alcuna nostalgia di quelle auto inquinanti, la canzone andava rivista.

Ecco così che nasce C’è da spostare una macchina (è Lettrica). D’altra parte se ripetevi il tormentone È un diesel, quelli nati negli anni ‘90 non capivano cosa volesse dire. Per nulla ecologico, poco funzionale. Giusto allora rendere questa canzone attuale. Così Salvi si inventa una cover del suo brano più conosciuto, con alcuni accorgimenti dal punto di vista musicale, ma soprattutto del testo. L’impalcatura della dance anni ‘80 resiste, a dimostrazione di quanto fossero all’avanguardia certi autori all’epoca. Ora, accompagnato da suoni ancor più moderni, Salvi interpreta il ruolo dello stesso posteggiatore che conosceva il padre dell’automobilista di trent’anni fa. La macchina non viaggia più a diesel, ma è piuttosto elettrica. O meglio, per dirla proprio con Salvi, è Lettrica. Curiosi giochi di parole, dove anche il nonsense acquisisce un significato importante. Tante volte c’è nostalgia di questo. Ecco, ora Salvi ci riporta a quell’epoca. E chissà che non sia l’occasione per rilanciare questo brano immortale anche tra le generazioni più giovani.

C’è un romantico e meraviglioso sapore retrò, come sempre, anche nella produzione dei Baustelle.

Il gruppo lancia questa settimana Contro il mondo. Si tratta di una ballata che Francesco Bianconi interpreta con la sua voce calda e appassionante che rende tutto poesia. Perché ancora questo gruppo non si veda a Sanremo resta uno dei misteri della musica. Al tempo stesso sono la conferma che la canzone italiana non è solo il Festival. Contro il mondo è una attenta quanto amara fotografia della nostra società di oggi. Tutti contro tutti, pronti a puntare il dito per gli errori altrui e situazioni che diciamo di non voler vivere ma da cui poi ci lasciamo coinvolgere. Siamo un mondo contraddittorio e al tempo stesso omologato. Vorremmo distinguerci in questo mondo, ma alla fine siamo tutti uguali: anche nel voler essere contro tutti. Il pop leggero si unisce all’elettronica creando un’incredibile perfezione musicale. I Baustelle, con quello stile un po’ deandreiano, fanno centro un’altra volta.

Esce anche il nuovo pezzo di Drast, Lontanissima.

Cresciuto, come più volte raccontato da lui stesso, con la musica di Faber e del Signor G, anche questo giovanissimo napoletano ci riporta a una canzone pop melodica. Lei è una parte di lui, in ogni cosa faccia e in ogni luogo venga visitato. Il pensiero andrà sempre a lei, anche se dovessero trovarsi fisicamente lontanissimi. Questo in estrema sintesi il senso di una delle più romantiche dichiarazioni d’amore. Bello che emerga da un giovane autore di 21 anni. Bello che torni finalmente, anche per quell’età, la voglia di interpretare musica senza contaminazioni rap. Allora tutto quello che era stato inventato anni fa non era poi così sbagliato. Non era così “vecchio”.

Il 2023 inizia molto bene. Con uno sguardo al passato e uno contemporaneamente al futuro. Così la nostalgia non fa più paura.

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Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi, laureato in filosofia con una tesi sulla comicitá contemporanea riletta attraverso Bergson e Freud, è appassionato di musica e teatro. Racconta con rigore aneddotico la storia del Festival di Sanremo e della musica italiana, suggerendo ogni volta spunti filosofici e inediti.
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