Roberto Casalino: il fabbricante di ricordi, sogni e canzoni

Il cantautore reinterpreta i suoi brani più belli, ospitando alcuni dei colleghi che li hanno portati alla ribalta

Roberto Casalino: il fabbricante di ricordi, sogni e canzoni
Roberto Casalino si racconta ai lettori di Musica361 in occasione dell’uscita dell’album “Il fabbricante di ricordi”

Emma, Alessandra Amoroso, Giusy Ferreri e Fedez sono soltanto alcuni dei nomi degli artisti che, negli ultimi dieci anni, si sono avvalsi dell’ispirata penna di Roberto Casalino, che ha firmato per loro brani importanti, diventati popolari nel giro di breve tempo. Pezzi che ha voluto riproporre in nuova veste ne Il fabbricante di ricordi, il suo quarto album in studio, disponibile negli store digitali e tradizionali dallo scorso 13 settembre.

Come hai scelto il titolo e che significato ha per te?
Mi è stato suggerito dal giornalista e scrittore Stefano Mannucci, presentandomi e definendomi in questo modo prima di un mio showcase. Appellativo che mi è rimasto talmente impresso al punto da metterlo in un cassetto e decidere di tirarlo fuori per questo progetto, poiché rappresenta l’idea del mio approccio alla scrittura.

Come hai scelto l’ordine delle canzoni?
Ho preferito seguire un filo emotivo piuttosto che cronologico, per distribuire bene i pezzi. La scaletta di un disco, così come quella di un live, è una cosa molto delicata, secondo me può compromettere un buon 50% della riuscita finale, perché mantenere alta l’attenzione del pubblico non è così facile.

Roberto Casalino: il fabbricante di ricordi, sogni e canzoni 1
La copertina de “Il fabbricante di ricordi”

Riesci a trovare il tempo per coltivare altre passioni al di fuori della musica?
Ho scelto di vivere a Roma proprio per non lasciarmi totalmente assorbire dal mio lavoro. Pratico attività fisica, mi piace tenermi in forma, ma anche andare al cinema, leggere e visitare mostre, tutto ciò che è arte mi affascina. Poi adoro cucinare, mi rilassa e la considero una grande espressione di creatività.

E se questo disco fosse un piatto?
Essendoci brani così popolari, direi che potrebbe essere una bella pizza margherita, di quelle fatte bene e che, si spera, possa piacere a tutti (sorride, ndr).

Cosa hai imparato dalla musica in questi dieci anni di carriera?
Sicuramente che è tutto quanto imprevedibile, non si possono fare programmi o pensare di stare sempre sulla cresta dell’onda. Di conseguenza mi ha insegnato a godere dei risultati nel momento in cui li ottieni, soprattutto in un periodo frenetico come questo. E’ importante avere nuovi stimoli, ma anche pensare a tutto quello che si è stati capaci di raggiungere.

Condividi su:
Nico Donvito
Nico Donvito
Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
Top