Revman: “Scriverò che l’amore è libero”

A tu per tu con il giovane rapper palermitano, fuori con il nuovo singolo intitolato “Tra di noi”

Revman
Revman si racconta ai lettori di Musica361, in occasione dell’uscita del nuovo singolo “Tra di noi”

E’ disponibile dallo scorso 17 maggio, in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia la biofobia e la transfobiaTra di noi” il nuovo singolo di Sebastiano Vitale, alias Revman, artista classe ’90 che abbiamo il piacere di ospitare tra le nostra pagine. Approfondiamo la sua conoscenza.

Che sapore ha per te questa canzone?

È una canzone d’amore, in alcuni tratti dal sapore forte, riconoscibile dal messaggio di libertà che esprime “scriverò che l’amore è libero” per essere accanto a chi, ancora oggi, a causa dei pregiudizi della nostra società, soffre e ha paura di esprimere la propria sessualità. 

Hai sentito il peso della responsabilità nell’affrontare una tematica così importante e attuale?

Il tema è delicato, purtroppo attuale, lottare per i diritti è sempre una grossa responsabilità. Personalmente sento il dovere, anche per ciò che rappresento, di divulgare messaggi di questo tipo. Spero in un modo migliore e lo scrivo “la speranza, una meta, una presa, una voglia, un pensiero, che sopra di noi non pesa” come cito nel mio brano. 

In una società che viaggia alla velocità della luce, secondo te, la musica ha ancora il potere di sensibilizzare e smuovere coscienze?

Certo, soprattutto con il rap, che comprende un linguaggio innovativo e intergenerazionale, attraverso questo genere musicale possiamo veramente migliorare la realtà in cui viviamo. La sua potenza comunicativa può avere un ruolo fondamentale per sensibilizzare su questi temi. 

Qual è l’aspetto che più ti colpisce e affascina nella fase di composizione di una canzone?

Le prime rime che inizio a scrivere, aprono un percorso verso la stesura del brano, evidenziano di fronte a me la strada che devo intraprendere per finalizzarlo. Mi affascina l’inizio di ogni nuovo progetto. Le prime parole che butto giù quando ascolto la strumentale sono pura arte, arrivano dal profondo e tirano fuori tutto il resto, per me questo è veramente sorprendente. 

Che ruolo gioca la musica nel quotidiano?

Essenziale, soprattutto per le nuove generazioni, per me è lo è stata e lo è tutt’ora. 

Ti senti rappresentato dall’attuale scena discografica italiana? Cosa ti piace e cosa meno?

La nuova musica italiana, parlo di quella commerciale, secondo me deve ancora trovare un identità, tutti ultimamente pensano alla hit estiva e non a qualcosa che possa rimanere nella storia. Le nuove sonorità della musica rap sono molto interessanti e anche i giovani artisti che le propongono. Non mi piace quando nelle nuove canzoni, soprattutto nei testi Trap, si manca di rispetto alle donne.

A chi si rivolge la tua musica, oggi, e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?

La mia musica si rivolge un po’ a tutti, forse il genere viene maggiormente colto dai più giovani. Vorrei arrivare ad pubblico che abbia voglia di ascoltare, soprattutto, i temi, i testi e i messaggi che diffondono i miei brani.

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Nico Donvito
Nico Donvito
Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
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