Gioele: “La musica è senza dubbio la terapia più profonda di tutte”

Intervista al giovane cantautore vicentino Gioele, fuori con il suo nuovo singolo intitolato “Feroce”

Gioele: "La musica è senza dubbio la terapia più profonda di tutte"
Gioele si racconta ai lettori di Musica361, in occasione dell’uscita del singolo “Feroce”

E’ disponibile dallo scorso 25 febbraio “Feroce” (distribuito da Universal Music Italia), il nuovo singolo del giovane e talentuoso cantautore vicentino Gioele Fabris, in arte semplicemente Gioele. Prodotto da Luca Red con gli arrangiamenti di Davide Tagliapietrail brano è stato scritto in collaborazione con i Dellai, duo composto dai gemelli Luca e Matteo, già protagonisti tra le Nuove Proposte di Sanremo 2021. 

In “Feroce” fotografi vari stati d’animo, da cosa è stato innescato questo mix di emozioni?

Mi trovavo in Irlanda per un’esperienza di studio all’estero e ho affrontato mesi di grande silenzio e solitudine. Feroce nasce quindi dal mio bisogno di contrastare questa quiete e liberarmi di tutti i mille pensieri negativi che si erano accumulati. Ho voluto raccontare quella rabbia che si riceve e quella che si ha verso sé stessi, è una vera lotta contro il dolore e la propria coscienza. Non è stato facile trovare di nuovo una voce per gridare ma scrivere Feroce mi ha ridato una forza enorme.

Come ti sei trovato a collaborare con Luca e Matteo Dellai per la scrittura del brano?

La collaborazione con i ragazzi è nata per caso in un giorno d’estate e ho da subito percepito che si sarebbe evoluta in qualcosa di bello. Non è scontato per degli artisti riuscire a trovare un equilibrio tra le penne. Provo una grandissima stima al livello artistico e personale per i Dellai perché siamo riusciti a condividere i nostri percorsi così differenti, senza perdere l’identità, creando brani che rispecchiassero al massimo le mie emozioni ma con un punto di vista nuovo.

Dal punto di vista sonoro, invece, che tipo di lavoro c’è stato in studio insieme a Luca Red e Davide Tagliapietra?

Luca è una saggia guida nel mio percorso, lo dicevano anche i tarocchi, ma questa è un’altra storia. Volevamo rendere giustizia ad un testo così Feroce per l’appunto e dopo tempo e tanta sperimentazione abbiamo trovato una chiave. Davide è un grandissimo produttore e difficilmente avrei da ridere sulle sue produzioni, è stato fondamentale nella ricerca di questo suono nostalgico che esplode in colori e vibrazioni positive.

Che ruolo gioca la musica nel tuo quotidiano?

Amo la musica tanto quanto amo il silenzio. Nel quotidiano preferisco avere pochi momenti importanti di ascolto, mi ritaglio degli spazi da dedicare interamente alla terapia che fa la musica. Non amo sentire le canzoni, voglio ascoltarle e capire a pieno il loro significato. Oltre all’ascolto c’è sicuramente la mia scrittura, questo succede in qualsiasi momento, non posso prevedere quando arriverà l’ispirazione.

A livello di ascolti, tendi a cibarti di un genere in particolare oppure ti reputi abbastanza onnivoro?

Mi piace il fatto che nella domanda si parli di una sorta di “alimentazione” musicale perché condivido il fatto che la musica sia come pane, un bisogno primario. Io mi nutro di tutto quel che mi affascina, nuovi stimoli, sempre qualcosa di nuovo e stupefacente. Ho passato un anno intero ad ascoltare praticamente un solo artista, non mi ha mai stancato, eppure io stesso avevo perso la mia identità musicale, ero diventato quel che avevo ascoltato. La forza del suono è qualcosa di incredibile.

In un momento di grande paura e confusione come quello che stiamo vivendo, credi nel potere terapeutico dell’arte?

L’arte è l’unica cosa che non svolge una funzione materiale su questa terra eppure l’uomo non ha mai smesso di viverla e onorarla. Penso che negli ultimi anni l’arte e la musica abbiano svolto la funzione di via di fuga dalle mura di casa, un viaggio che sembra ridarci una fiamma di speranza o di sollievo momentaneo. La musica è senza dubbio la terapia più profonda di tutte.

Quali elementi e quali caratteristiche ti rendono orgoglioso di un brano come “Feroce”?

Sono fiero di “Feroce” perché ha un suono forte e d’impatto, è una canzone piena che ha l’obiettivo di esplodere nella testa di chi l’ascolta. Si presenta come pezzo dance, da vivere e da gridare in macchina a squarciagola pur sempre mantenendo un contenuto importante, la scelta delle parole è stata fondamentale. Penso sia una perfetta fusione tra il leggero e il profondo e sono contento di aver trovato questo equilibrio (sorride, ndr).

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Nico Donvito
Nico Donvito
Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
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