Morandi, Ranieri, Zanicchi: che ci fanno i SuperBig a Sanremo?

Morandi, Ranieri, Zanicchi: che ci fanno i SuperBig a Sanremo?
Iva Zanicchi è alla sua undicesima partecipazione: se vincesse eguaglierebbe il record di Villa e Modugno, ma i bookmakers la indicano come ultima in classifica

Gianni Morandi, Massimo Ranieri e Iva Zanicchi non vanno al Festival per caso: vogliono vincere (anche se non lo dicono)

Morandi, Ranieri, Zanicchi. Tre veterani del Festival di Sanremo che, insieme, con l’edizione del 2022 conteranno un totale di 25 presenze. Settima volta per i due uomini, undicesima per l’Aquila di Ligonchio. Eppure, dopo tanti anni, sarà solo la prima volta che si ritroveranno tutti e tre contemporaneamente in gara su quel palcoscenico.

Una statistica interessante: quando due di loro si sono incrociati, qualcosa è successo sul podio. Nel 1969 Iva Zanicchi vinse con Zingara, nello stesso anno in cui Ranieri arrivava decimo con Quando l’amore diventa poesia. Nel 1995 Gianni Morandi arrivò secondo cantando In amore (con Barbara Cola), mentre il cantante napoletano presentava La vestaglia. Per la legge dei grandi numeri, qualcosa potrebbe davvero accadere e sicuramente non dispiacerebbe a nessuno dei tre. D’altra parte, quando dei SuperBig gareggiano a Sanremo è perché credono di potere arrivare lontano giocandosela alla pari con i più giovani. In caso contrario si può sempre sperare di essere chiamati come superospiti: ma è un gioco troppo facile, che tutto sommato non interessa ai tre protagonisti della canzone.  Con loro ci saranno sul palcoscenico dell’Ariston un totale di 5 vittorie e 3 podi.

Vediamo insieme le loro schede tecniche, partendo proprio da Gianni Morandi, in gara con “Apri tutte le porte”.

Sembra di averlo visto un sacco di volte a Sanremo, eppure Gianni Morandi conta solo sei presenze in gara finora. La prima fu nel 1972 con Vado a lavorare. Erano passati solo dieci anni dal suo esordio discografico con Andavo a 100 all’ora, ma proprio con l’inizio del nuovo decennio si era arrestato il successo dell’eterno ragazzo di Monghidoro. Le vittorie e le battaglie a Canzonissima e al Cantagiro sembravano già lasciare spazio alla crisi artistica di un cantante in cerca di identità. Si classificò quarto sul palcoscenico del Casinò, a soli due voti dal podio (quell’anno arrivò terza Nada con Il re di denari). Passato il decennio difficile, Morandi si ripresentò a Sanremo nel 1980, con il Festival ormai traslocato da qualche tempo al Teatro Ariston. Non bastò un brano (Mariù) scritto da De Gregori e Ron: anche quella volta il podio sfuggì. Non andò molto meglio nel 1983, quando La mia nemica amatissima fu la seconda più votata dal pubblico del Totip, ininfluente ai fini della classifica (arrivò ottavo).

I successi di Morandi al Festival di Sanremo arrivarono tutti nelle sue ultime tre partecipazioni.

Nel 1987 trionfò con Morandi e Tozzi cantando Si può dare di più, nel 1995 arrivò il già citato secondo posto con In amore, infine nel 2000 arrivò terzo con Innamorato, scritta per lui dall’accoppiata Cogliati-Ramazzotti. Anche se quel terzo posto, in qualche modo, fu da masticare amaro: Morandi era dato da tutti come superfavorito. Tv Sorrisi e Canzoni gli aveva dedicato una copertina di buon auspicio alla vigilia del Festival. Invece qualcosa non andò come nelle previsioni e, così, Morandi entrò Papa e uscì Cardinale. Indimenticabili, infine, i suoi due Festival da conduttore e direttore musicale nel 2011 e nel 2012 che, senza dubbio, diedero una svolta alla manifestazione portando in gara nomi illustri fino a quel momento restii a mettersi in gioco.

Torna per la settima volta anche Massimo Ranieri, in gara con “Lettera al di là del mare”.

Anche lui, come il suo “eterno rivale” emiliano, aspirerebbe tanto al ruolo di conduttore e direttore artistico, che sfumò nel 2012 per pochissimo. La partecipazione nel 2022, per questo, gli rende ancor più onore.

Dopo aver esordito da cantante a soli 13 anni con il nome di Gianni Rock, a 17 anni debuttò al Festival arrivando settimo con Da bambino. Il decimo posto del 1969 sembrava mettere una pietra tombale sulla sua avventura in riviera. Invece nel 1988 la rivelazione: il trionfo assoluto con Perdere l’amore, scartata l’anno prima dalle commissioni nell’interpretazione di Gianni Nazzaro. In quella canzone c’era tutto ciò che si può amare di un brano grazie ai numerosi professionisti che vi lavorararono: l’arrangiamento di Lucio Fabbri, l’introduzione di Rocco Tanica. Infine, la penna di Giampiero Artegiani e Giampiero Marrocchi.

Più sfortunate, ma preziosissime le partecipazioni degli anni ’90: quinto con Ti penso, quindicesimo con La vestaglia, fuori dal podio con Ti parlerò d’amore. Classifica a parte, quando Ranieri arriva a Sanremo lascia sempre il segno con brani che restano nella storia. Vi sono buone ragioni per credere che ciò si ripeterà nel 2022.

Eccoci a Iva Zanicchi, alla sua undicesima volta in gara con “Voglio amarti”.

I bookmakers, ingenerosamente, la posizionano all’ultimo posto con convinzione. Evidentemente conoscono solo la storia recente di Iva al Festival. In effetti nel 2003 non andò bene il suo ritorno con Fossi un tango e, nel 2009, fu Benigni a mettere il carico da novanta attaccandola per il testo di Ti voglio senza amore. Quell’anno c’era l’eliminazione e Iva uscì di scena dopo due serate, esibendosi peraltro sempre dopo la mezzanotte. All’epoca la cantante era europarlamentare e la cosa non piaceva a molti che tendono a politicizzare tutto quanto, persino la poesia. Oggi, che Iva Zanicchi ha ormai superato anche il gap di essere confusa solo per una conduttrice essendosi ripresa il suo posto nella storia musicale, le cose potrebbero andare diversamente da come ipotizzano gli scommettitori. Anche perché, in passato, Iva ha ottenuto grandissimi risultati.

Dopo l’esordio nel 1965 con I tuoi anni più belli, arrivarono altre cinque partecipazioni consecutive, con ben tre podi. La notte dell’addio, Non pensare a me (vincitrice), Per vivere, Zingara (vincitrice), L’arca di Noè (terza). Quindi il ritorno nel 1974 con Ciao cara, come stai?, che significò il terzo successo. Nel 1984 anche la partecipazione con Chi (mi darà).

E’ l’unica che potrebbe raggiungere il record assoluto di vittorie di Villa e Modugno. C’è da dire che lo scorso anno i bookmakers davano per ultima in classifica anche Orietta Berti. Non solo Orietta si classificò, in realtà, tra i primi dieci, ma addirittura fu la vincitrice morale dell’edizione. Forse, sotto sotto, anche la Zanicchi è contenta di questa previsione…

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Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi, laureato in filosofia con una tesi sulla comicitá contemporanea riletta attraverso Bergson e Freud, è appassionato di musica e teatro. Racconta con rigore aneddotico la storia del Festival di Sanremo e della musica italiana, suggerendo ogni volta spunti filosofici e inediti.
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