Aforismi di uno dei giornalisti più amati del mondo musicale e dello spettacolo.
Da più di 40 anni entra nelle nostre case raccontandoci importanti eventi della cultura popolare, nazionale e internazionale. Oppure semplicemente consiglia quello che ha scoperto e più gli piace divulgare. E sempre con quel modo da amico che vuole raccomandarti un nuovo libro. Chiave del suo successo sono proprio quei toni informali da cultura prêt-à-porter con i quali spesso esalta l’intervistato di turno con “buonismo critico”. Stiamo parlando (bene) di Vincenzo Mollica, colui che ha coniato il termine “mollichismo”, quel giornalismo compiacente nel quale alcuni hanno visto il tramonto del ruolo del critico distaccato.
Ciò non significa che il Nostro non abbia negli anni sviluppato un suo pensiero critico. E dato che oltreché giornalista è anche scrittore versatile lo ha espresso sotto forma di aforismi. Proprio attraverso questa forma leggera sembra quasi di intravedere una velata “rivincita” rispetto ad alcuni personaggi conosciuti negli anni. Mollica, che prima li ha pubblicati su Instagram, ha recentemente pensato di raccogliere questi aforismi in un libro. “Scritto a mano” perché si fa così; “pensato a piedi” perché, come anche ribadito in un’intervista, “i cronisti sono cercatori ambulanti”.
Un libretto che “non ha né capo né coda come un whisky & soda. […] e questo è il risultato che si legge d’un fiato”. Così, in rima, viene introdotto questo piccolo volume che parla di vita, quella che “ci mette alla prova…e quando finisce ci riprova”. E poi aforismi che parlano chiaramente di artisti come Mina e Celentano e altri dei quali è curioso pensare a chi possano riferirsi: “Opinionisti squilibrati straparlano appena alzati”; “Visse più nuda che vestita e la cosa l’ha molto divertita” o “Essere perspicaci significa capire per primi quando si comincia a diventare cretini”. Testo fruibile non solo per estimatori di Mollica ma per chiunque abbia voglia di una lettura di educato buon senso in una scrittura poetica ma abbordabile. Un aforisma che ben spiega questo libro? “Cento pagine per dire, due versi per capire”.