Una domenica sera di 47 anni fa il primo e unico duetto tra la tigre di Cremona e il cantautore di Poggio Bustone. Un evento epocale ma non solo per la musica. Perché? Scopritelo nel libro di Enrico Casarini.
![Mina e Battisti: quegli 8 minuti “Insieme” che segnarono la storia](https://www.musica361.it/wp-content/uploads/2019/04/mina-e-battisti-quegli-8-minuti-insieme-che-segnarono-la-storia.jpg)
Lo scorso novembre Mina ha nuovamente omaggiato il collega Lucio Battisti pubblicando Paradiso, songbook dedicato al cantautore reatino. La stima tra i due è di lunga data. Anzi in particolare c’è proprio una data che li lega. E da dieci anni anche il libro del giornalista Enrico Casarini, ancora validissimo per fotografare un momento incredibile non solo della canzone italiana ma anche del nostro costume: Insieme. Mina, Battisti. 1972: il duetto a «Teatro 10» e la fine del sogno italiano.
Come ormai noto il 23 aprile del 1972 Mina ospitò Lucio Battisti a Teatro 10 per un celebre duetto
che rappresentò la loro prima e unica esibizione. 7 brani “insieme” per un evento che, in qualche modo, ha segnato molte svolte.
Quella di Mina e Battisti che abbandoneranno presto lo showbusiness diventando letteralmente due voci invisibili. Quella di una televisione che vedeva gli ultimi grandi momenti di una Rai ancora educativa ed educata. E quella di un’Italia che da lì a breve assisterà al tramonto definitivo della spensierata era del Boom lasciando spazio a crisi, terrorismo, scandali e drammatici gialli politici.
![Mina e Battisti: quegli 8 minuti “Insieme” che segnarono la storia 1](https://www.musica361.it/wp-content/uploads/2019/04/mina-e-battisti-quegli-8-minuti-insieme-che-segnarono-la-storia-2-229x300.jpg)
Cosa ha significato quell’irripetibile duetto televisivo per il nostro Paese?
A partire dalle testimonianze di quei “cinque amici da Milano” che Battisti volle al suo fianco, Casarini ricostruisce quell’episodio basandosi su documenti d’epoca, commenti e interviste inedite di protagonisti più e meno noti. E, se è vero che la televisione è lo specchio del Paese, da quel quadretto Casarini si allarga a tracciare uno spaccato della società e del costume, contestualizzando ogni minimo avvenimento con interi capitoli dedicati alla realtà politica, economica e sociale del 1972.
Risultato? Non un semplice ‘Amarcord’ ma un godibilissimo e scorrevole saggio capace di svelare, tra errori clamorosi e memorie imprecise, tante verità. E soprattutto per scoprire quanto un semplice duetto televisivo abbia rappresentato un evento di contaminazione storica diventando l’autentica colonna sonora della fine di un sogno italiano.