Martino: “Noi siamo il rock”, il nuovo singolo

Martino: “Noi siamo il rock” è un brano che racconta di un amore esplosivo e prepotente capace di infondere energia proprio come quando si ascolta un pezzo rock

Martino: “Noi siamo il rock”, il nuovo singolo
Martino: “Noi siamo il rock”, il nuovo singolo

Il nuovo singolo del giovane cantante campano è il risultato di una sessione spontanea di svago in cameretta. Martino vive e respira musica tutti i giorni, inizia e conclude le sue giornate sempre con le cuffie nelle orecchie e una playlist accesa. Questo atteggiamento incarna la passione e la dedizione di un artista che si immerge completamente nel suo mondo musicale.

Voglio aprire questa intervista chiedendoti subito cos’è per te la musica?

Innanzitutto, la musica è una forma d’arte, un qualcosa di puramente soggettivo, ognuno la considera un qualcosa di diverso che non può e non deve piacere a tutti. Personalmente amo tutta la musica in generale.

Quando hai iniziato a fare musica per la prima volta?

Ho iniziato a undici anni, andavo alle medie e ho studiato il sassofono, uno strumento che non mi è mai piaciuto più di tanto perché non potevo cantarci sopra. Poi ho continuato prendendo lezioni di pianoforte per due anni; ad oggi so suonare chitarra e piano ma non ancora benissimo. Riesco comunque a produrre avendo le basi necessarie.

Questa è una passione prettamente tua o è ereditaria?

No, sono il primo e l’unico in famiglia a fare musica, i miei sono più matematici.

Il tuo approccio alla musica trae ispirazione da qualcuno in particolare?

Non proprio, c’è un insieme di ispirazioni che convergono. Ascolto veramente tanta musica di vario genere, dalla trap all’indie. Ci sono numerosi artisti che stimo e solo ascoltandoli riesco a percepire l’arte e la loro autenticità. In Italia mi piacciono molto Rkomi e Calcutta, all’estero Tyler, the Creator.

Martino vive e respira musica tutti i giorni, inizia e conclude le sue giornate sempre con le cuffie nelle orecchie
Martino vive e respira musica tutti i giorni, inizia e conclude le sue giornate sempre con le cuffie nelle orecchie

Come nasce il tuo nuovo singolo “Noi siamo il rock”?

Non nasce da un’idea in particolare. Semplicemente nasce dal fatto che mi ero messo in camera come ogni volta, stavo ascoltando dei loop di chitarra e ne avevo trovato uno che mi aveva colpito, da lì è nato il motivetto del ritornello.

Di chi parli nel testo? A cosa si riferisce quel “Noi”?

Sicuramente ci sono più chiavi di lettura, dipende da come lo si vuole interpretare. Io l’ho scritta facendo riferimento ad una relazione, parlo di un amore prepotente, che ti dà la carica, che ti elettrizza, anche un po’ presuntuoso a tratti, com’è appunto il rock a volte.

A proposito del ritornello, cosa rappresentano per te le 3 band citate, ovvero i Red Hot, i Linkin Park e i Rolling Stones? Sei legato a loro?

In realtà non ascolto molta musica inglese e riconosco che questo sia un errore. Tralascio un po’ il cantautorato italiano così come quello britannico, per restare costantemente aggiornato con i tempi attuali. Adesso sto riascoltando un po’ questa musica old style e queste band mi hanno stupito in quanto rappresentano l’idea che ho del rock.

Come avviene il tuo processo di scrittura? Ti chiudi sempre dentro camera e inizi a buttare giù quello che viene?

In realtà non è qualcosa che tu decidi o scegli, ogni pezzo ha una sua storia. Durante le giornate mi scrivo piccole frasette in base a quello che faccio o che mi succede, poi magari vado in camera e, attraverso chitarra o piano, butto giù quattro accordi basilari e inizio a scrivere. A volte parto da alcuni sample di chitarra, li riverbero, vedo un po’ come cambiarli e da lì nasce qualcosa.

Martino, in questo momento sto facendo tanta gavetta, sto suonando un po' in giro dove capita l’occasione
Martino, in questo momento sto facendo tanta gavetta, sto suonando un po’ in giro dove capita l’occasione

C’è un filo che lega i brani che hai pubblicato finora?

Sì, se dovessi trovare un filo conduttore ti direi sicuramente questa forma di amore prepotente, mettere in evidenza la specialità di un rapporto.

 Ho letto che ogni giorno hai una tua routine: ascolti sempre musica prima di andare a dormire e appena ti svegli la mattina. Che tipo di musica ascolti maggiormente? Ne ricavi beneficio da questa abitudine?

Sì, ne faccio veramente un abuso quotidiano, anche in alcuni momenti in cui non dovrei farlo perché sto studiando. Metto playlist di rap polacco o tedesco in modo tale che possa ascoltare come viene fatta la musica negli altri paesi e prendere spunti da loro. È come se fosse una droga che devo assumere. Prima di andare a dormire mi ascolto sempre il pezzo che ho fatto nel pomeriggio.

 Ascolti solo musica altrui o anche un po’ la tua?

Entrambi. Credo che ogni artista sia un po’ così, ha bisogno di mediare tra i suoi pezzi e da ciò che lo circonda.

 Che tipo di rapporto hai con il tuo pubblico?

Si è instaurato un rapporto d’amicizia, molti ragazzi mi scrivono per dialogare, scambiare idee; a volte mi capita anche di parlare con alcuni artisti emergenti come me, mi piace molto questo aspetto perché viene fuori la propria concezione riguardo la musica.

Martino - Noi siamo il rock - cover
Martino – Noi siamo il rock – cover

Hai mai partecipato a festival o concorsi?

In questo momento sto facendo tanta gavetta, sto suonando un po’ in giro dove capita l’occasione. Sono tutti dei campi di prova che vanno esplorati. Suonare e cantare dal vivo è sicuramente un’esperienza molto formativa.

Ti è mai capitato di aprire qualche concerto? Se sì, che emozioni hai provato?

Sì, ho aperto quello di Yung Snapp ad Altavilla. Sul palco si raggiunge sempre l’essere se stessi al 100%, questa gavetta serve soprattutto a sciogliersi.

Hai dei programmi concreti per il futuro?

Sì, certo, sto lavorando ad un EP in cui racchiudere tutti i pezzi usciti finora.

Articolo a cura di Simone Ferri

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