Luca Rustici: l’architetto de “Na casa mmiez’ ‘o mare”

Luca Rustici: l’architetto de “Na casa mmiez’ ‘o mare”,  un santuario di pace dove poter trovare il proprio equilibrio mentale, un messaggio di speranza e di resilienza

“Na casa mmiez’ ‘o mare” nuovo brano di Luca Rustici
“Na casa mmiez’ ‘o mare” nuovo brano di Luca Rustici

Luca Rustici è un musicista poliedrico, chitarrista e produttore con una carriera che si estende dagli anni ’80 fino ai giorni nostri. Durante il suo percorso ha collaborato con numerosi artisti di fama internazionale. L’ultimo singolo, il suo biglietto da visita musicale, è un brano che si serve di metafore suggestive per trasformare anche i momenti di maggior difficoltà in occasioni di gioia e crescita interiore, con uno stato d’animo sereno e tranquillo. Il testo porta con sé un messaggio di speranza e di resilienza attraverso una combinazione di suoni ricercati.

Luca bentrovato, è un piacere averti con noi. Per prima cosa ti chiedo che ruolo occupa la musica nella tua vita?

Se togli il 10% della giornata passata a fare altre cose, l’altro 90% lo trascorro immerso nella musica. È da quando ho dieci anni che non faccio altro nella mia vita. Vivo di questo da sempre, non ho mai fatto nessun altro lavoro. Occupa il 50-60% del mio cuore ogni giorno.

Questa passione te la porti dietro grazie alla tua famiglia?

Sono fortunato perché i miei due fratelli, Danilo e Corrado, sono chitarristi e musicisti di grande talento e successo. Mi hanno trasmesso questa sorta di malattia. Danilo era il chitarrista e il co-fondatore degli “Osanna”, un gruppo rock molto famoso degli anni ’70; Corrado ha fatto la sua carriera prima in America e poi in Italia producendo un po’ di artisti. Io ho sempre viaggiato all’estero e ho seguito questa scia. Sono cresciuto con le chitarre dei miei fratelli.

È proprio una questione di DNA quindi?

Non so bene se si tratta di DNA o una vera e propria energia. Io la vedo più come un’energia che ti arriva e la devi saper coltivare nel momento giusto.

Luca Rustici - Na casa mmiez’ ‘o mare feat Raiz - Cover
Luca Rustici – Na casa mmiez’ ‘o mare feat Raiz – Cover

Hai detto che le chitarre ti hanno sempre accompagnato. È lo strumento che prediligi di più o ti piace spaziare anche su altri?

Io nasco come batterista, ma dopo un po’ mi sono trovato sempre con le chitarre in mano a scrivere canzoni. Porto sempre nel cuore la batteria ma gli studi di chitarra hanno prevalso. Ho suonato anche jazz per tanto tempo.

C’è qualche artista al quale ti ispiri maggiormente?

Un artista che mi ha ispirato tantissimo è sicuramente Peter Gabriel. Ho fatto una sua cover di Red Rain, una canzone che avrei voluto scrivere io sinceramente. Tra queste c’è anche “Shout” dei Tears For Fears, un brano fortissimo che avrei voluto incidere.

C’è un genere in cui ti collochi o ti piace essere più versatile?

Ultimamente sto ritornando alle origini, quindi musica classica, jazz. Cerco di evitare il più possibile lo stile “pop”, perché si sta perdendo il senso culturale che una canzone deve avere e per questo ad oggi la musica sta andando verso una direzione sbagliata. È un rubare spazio a chi ha veramente qualcosa da dire.

Adesso invece voglio parlare del tuo nuovo singolo “Na casa nmiez o mare”. Ci racconti la sua genesi?

Questa canzone è nata una sera in un club a Roma, mentre la filodiffusione stava trasmettendo un brano hip hop e ho iniziato a rappare questa idea che avevo in mente da anni. In quella serata scherzosa tra amici è nata quasi completa.

La metafora del testo si riferisce al fatto che sono cresciuto in un quartiere popolare come quello di Secondigliano, dove tutto cambiava in un lampo, soprattutto la povertà e il disagio. Prima in questo quartiere ci abitava il Re, era un posto esclusivo colmo di tranquillità e di pace, un’oasi di amore e di pace.

Poi il terremoto ha portato la convivenza tra persone di ceti sociali diversi. “Vorrei questa casa in mezzo al mare con tre cancelli d’oro e una regina che mi aspetta”, l’ho immaginata così. Avevo questo slogan in mente da tanti anni, e dopo una prima demo mi è venuta voglia di sentire Raiz perché la sua voce sul pezzo sarebbe stata fantastica.

Luca Rustici
Luca Rustici

Che ne pensi di questo featuring con Raiz?

Dal risultato finale questo feat sembra un’unica persona. Ci siamo trovati sull’idea della scrittura e ne viene fuori un messaggio di positività. Inoltre, nel ritornello, anziché cantarlo, ho utilizzato la chitarra con un riff melodico orecchiabile.

Le tue origini geografiche hanno influenzato l’approccio alla musica?

Mi definisco un musicista italiano fortunato, sono nato a Napoli ma ho vissuto nel mondo lavorando con artisti internazionali, produzioni di un certo spessore. Ho avuto la fortuna di assimilare tutto il know how di certe culture e far valere allo stesso tempo l’influenza della cultura napoletana che tra l’altro nel mondo è super riconosciuta. Non esiste nessun’altra città al mondo che abbia una sua musica. Esiste la musica napoletana, non quella milanese o romana.

Durante le giornate che tipo di musica ascolti oltre alla tua?

Devo dire che la mia musica non la ascolto quasi mai, perché una volta che l’ho lasciata andare non è più mia ma degli altri.

Nel corso della tua percorso hai stretto tantissime collaborazioni. Cosa ti conferisce in più questo aspetto?

La condivisione di energie e di emozioni, in cui una mia idea può essere espansa da un’altra. Questo fattore mi ha sempre spinto a cercare persone per collaborare insieme.

Tra le tante collaborazioni ce n’è una che ricordi con piacere o che ti ha regalato più emozioni?

Ogni artista mi ha lasciato una parte di sé di cui ho fatto sempre tesoro e conservo dentro di me.

Durante la tua carriera qual è stato il momento più bello che hai vissuto?

Il momento più bello è adesso, io non faccio caso ai numeri. La memoria è il tempo passato che non si può cambiare, diceva Sant’Agostino. Il futuro è la speranza di quello che potremmo fare ma la vita è in questo momento.

Hai già realizzato il tuo sogno musicale?

Ancora no, in realtà vorrei comporre una colonna sonora e ci riuscirò. Su questo campo, Morricone è uno dei miei compositori preferiti. A me piace sempre scrivere per archi e per orchestre.

Luca Rustici: l’architetto de “Na casa mmiez’ ‘o mare” 3

Che rapporto hai instaurato con il tuo pubblico durante i live?

Fantastico, mi riempie di energie e questo è importantissimo. So che ricorre più volte in questa intervista la parola “energie” ma è quello che provo all’effettivo, e sarebbe scorretto parlare di altro. È un qualcosa di reciproco, un donare e ricevere. È adrenalina pura. Noi siamo venditori di emozioni, non siamo persone aride.

Una tua canzone manifesto?

Sicuramente “Na casa nmiez o mare”.

Una strofa o un verso che hai scritto che ti identifica di più?

Si trova proprio nella canzone sopracitata: “quello che adesso ascolti sono note di uccelli che sono meglio di cento radio e meglio di cento strilli”. Quando vivi nella pace tutto quello che c’è intorno scompare, è una metafora molto profonda. L’universo comincia a comunicare con te, se intorno c’è silenzio.

Su cosa stai lavorando ultimamente?

Sto lavorando su progetti per bambini in cui mi diverto tantissimo; inoltre, sto insegnando al conservatorio e questo mi prende un sacco di tempo. Sto anche preparando un tour per portare la mia nuova musica sui palchi italiani.

Nella remota ipotesi in cui non fossi diventato un cantautore cosa avresti fatto nella tua vita?

Il cuoco o il falegname. Sono due mestieri molto creativi che mi piacciono tantissimo. Da napoletano sono una buona forchetta e adoro cucinare.

Articolo a cura di Simone Ferri

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