Gianfranco Lombardi: eleganza e rotondità in un gesto

"Musica Maestro": i grandi Direttori d'Orchestra si raccontano 1
La nuova puntata di Musica Maestro è dedicata a Gianfranco Lombardi


Nato a Napoli, Gianfranco Lombardi concluse la carriera dedicandosi sempre alla musica partenopea.

Gianfranco Lombardi è uno di quei nomi che per tanti anni abbiamo sentito pronunciare al Festival di Sanremo. Tanto da considerarlo parte integrante del palcoscenico dell’Ariston. Uno di quei nomi che non poteva mancare nella kermesse. Se chiudiamo gli occhi e ripensiamo a lui, ci viene subito in mente quel signore che dirigeva con discrezione ed eleganza. Il gesto con cui muoveva la bacchetta sembrava quasi disegnare un cerchio: un movimento rotondo che rendeva qualunque canzone un’espressione profondamente poetica.

Un gesto che descriveva lo stesso Maestro. Persona discreta, delicata, che raccontava la gentilezza del suo animo proprio dirigendo l’orchestra. Vale la pena ricordare, però, chi fosse e cosa abbia fatto in tutta la sua carriera.

La puntata di oggi di Musica Maestro è quindi dedicata a Gianfranco Lombardi.

Nato a Napoli durante la seconda guerra mondiale, si trasferisce non ancora ventenne a Milano, dove inizia subito la carriera musicale suonando il basso ne I Ribelli di Adriano Celentano.

Ben presto viene notato dalla casa discografica Ariston, che gli affida arrangiamenti per i brani di Mino Reitano. Giovanna e Rosanna Fratello.

Nel 1968 viene chiamato a dirigere l’orchestra di Ornella Vanoni. A soli 27 anni, dunque, Gianfranco Lombardi è già un Maestro affermato.

Il primo grande successo arriva subito l’anno dopo, quando Ornella Vanoni vince al Festival di Venezia con L’appuntamento.

Il sodalizio di Gianfranco Lombardi con la cantante della mala prosegue a lungo, realizzando gli arrangiamenti di gran parte dell’album del 1972, Un gioco senza età. Tra gli altri, è sua la produzione musicale di Domani è un altro giorno, scritta da Calabrese e Chesnut.

È Gianfranco Lombardi, per ammissione della stessa Vanoni, l’unico filo conduttore tra i suoi lp fino al 1979 (Oggi le canto così, in cui il Maestro dà nuova linfa pop ai successi anni ‘60 della cantante). Tutti dischi molto diversi ed eterogenei, con differenti etichette. Eppure tutti accomunati dall’orchestra del Maestro, sempre presente. Ne nascono così perle preziose come il disco La voglia, la pazzia, l’incoscienza e l’allegria, che vede l’incontro di Ornella con Toquinho e Vinicius de Moraes.

La carriera di Gianfranco Lombardi, però, non si lega solo a quegli album.

Anzi, è proprio in virtù delle numerose collaborazioni artistiche che sviluppa negli anni Settanta una grande credibilità come Maestro di riferimento.

Lavora infatti con Mina, Califano, Patty Pravo, Mia Martini, Sergio Endrigo: tutti i più grandi artisti italiani sono diretti da lui. Un uomo in grado di guardare anche oltre e spingersi verso mondi e artisti fino ad allora inesplorati. Lo confermano l’arrangiamento della colonna sonora del film State buoni se potete, per Angelo Branduardi, per il film di Squitieri L’ambizioso. In effetti si rivela sempre più ambiziosa anche la stessa carriera del Direttore che, ancora con Branduardi, arriva anche in Francia dirigendo l’orchestra Sinfonica di Lussemburgo.

L’amore per la musica pop però non finisce, così dopo aver lavorato anche per Franco Simone, Drupi (suoi gli arrangiamenti di Piccola e fragile e Vado via) e Riccardo Fogli, ecco che nel 1987 torna alla ribalta con una produzione internazionale.

Gianfranco Lombardi dirige infatti Umberto Tozzi e Raf nella celebre Gente di mare, che partecipa all’Eurovision Song Contest di Bruxelles classificandosi terza.

Sono anni in cui il Maestro elegante diventa, nei limiti della sua infinita discrezione, un personaggio conosciuto dalla tv.

Partecipa infatti a Fantastico, Stasera Ljno, Il caso Sanremo, Serata d’onore. Ma, soprattutto, è lui a trasformare il ballo del qua qua nella famosa sigla di Paperissima, fatta di rallentamenti ed accelerazioni ad hoc per creare quell’effetto straniante e storpiante che riecheggiasse le gaffes del programma.

Negli anni ‘90 Lombardi cura le musiche di A me gli occhi bis, con Gigi Proietti. È sempre lui a dirigere per la prima volta l’Orchestra Italiana di Renzo Arbore, collaborando attivamente alla sua formazione.

Attento alle nuove proposte musicali, il Maestro dirige tutti i cantanti  dell’edizione 1996 di Sanremo Giovani e, pochi mesi dopo, viene chiamato come direttore musicale del Festival di Sanremo. Il ruolo gli apparterrà per cinque anni consecutivi. Le introduzioni dall’atmosfera magica, senza grandi trionfalismi ma con un approccio sereno, saranno il suo marchio di fabbrica.

Sempre sorridente, silenzioso e mai presenzialista, Gianfranco Lombardi è già a inizio secolo un Maestro d’altri tempi, che riallaccia il pubblico televisivo con un tipo di spettacolo destinato a diventare solo un ricordo.

Per questo viene chiamato, dopo Bongiorno, Vianello, Fazio e Carrà, da altri Signori. Nel 2003 dirige infatti Iva Zanicchi in Fossi un tango e, nel 2005, Nicola Arigliano in Colpevole. Con questa vince così il Premio della Critica Mia Martini e si lascia coinvolgere in un divertente siparietto finale con il cantante.

Gli ultimi anni della sua carriera, Gianfranco Lombardi li dedica alla musica classica.

Scrive arrangiamenti per brani di Chopin, Beethoven, Debussy e Schubert e, con lo stesso atteggiamento, trasforma i pezzi della storica canzone napoletana in qualcosa di estremamente orchestrale.

Continua la sua attività al fianco di interpreti come Baglioni, Albano e Bocelli e, nel 2012, regala l’ultima perla. Arrangia infatti i brani della fiction Rai, Caruso.

In qualche modo, quel gesto rotondo che gli appartiene, va a chiudere il cerchio con le sue origini partenopee. Perché le proprie radici non si lasciano mai e chi, come Lombardi, ha dei valori lo sa bene. Anche per questo i Maestri d’orchestra spesso sono Maestri nella vita: i titoli non sono mai dati a caso. 

Silenziosamente, con la sua consueta discrezione, se ne va nel 2020, lasciando la sensazione che quel modo di dirigere rimarrà ineguagliabile.

 

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Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi, laureato in filosofia con una tesi sulla comicitá contemporanea riletta attraverso Bergson e Freud, è appassionato di musica e teatro. Racconta con rigore aneddotico la storia del Festival di Sanremo e della musica italiana, suggerendo ogni volta spunti filosofici e inediti.
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