Intervista al giovane talento piemontese, reduce dall’esperienza del Festival di Castrocaro
Si è fatto notare partecipando alla 63esima edizione del Festival di Castrocaro, aggiudicandosi il prestigioso Premio SIAE, stiamo parlando di Federico Castello, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Fellow, cantautore classe 2000, che ha da poco rilasciato il singolo “Fire“, disponibile in radio e sulle piattaforme digitali a partire dallo scorso 4 settembre. Conosciamolo meglio.
Come ti sei trovato a condividere questa avventura con gli altri ragazzi? Che clima si respirava dietro le quinte di Castrocaro 2020?
Dietro le quinte si respirava aria di divertimento puro, ovviamente oltre all’ansia per la performance! Avendo condiviso una settimana di preparazione prima della trasmissione abbiamo legato parecchio, e adesso la nostalgia non aiuta. Ci teniamo in contatto, e abbiamo già organizzato una rimpatriata in stile “vecchi amici di scuola”, ma a distanza di meno di un mese (ride, ndr).
Come descriveresti il tuo rapporto con i social network?
Non sono mai stato un grande utilizzatore dei social, a volte penso troppo prima di pubblicare un post, a volte dimentico totalmente di farlo, ma sto scoprendo negli ultimi giorni che può essere un ottimo modo di comunicare con le persone che mi ascoltano.
Coltivi altre passioni oltre il canto?
Nell’ultimo periodo sono stato molto concentrato sulla musica, ma a volte adoro cucinare: trovo che sia parecchio creativo e aumenti l’autostima, quando viene fuori qualcosa di commestibile. Mi piacerebbe moltissimo provare giardinaggio, sembra così meditativo, ma abitare in un appartamento non aiuta.
Qual è l’aspetto che più ti affascina nella fase di composizione di una canzone?
Penso che il momento più magico sia quando riesci a unire la musica al testo, non ho ancora capito come funzioni, ma è come se uno dei due elementi scegliesse l’altro, decidendo di adattarsi e creare un qualcosa di meraviglioso.
La musica per te è più una valvola di sfogo o un’isola felice su cui rifugiarti?
A dire il vero entrambe le cose: mi rifugio su un’isola e mi sfogo. Nell’isolarmi riesco a ritrovare me stesso, così da poter poi affrontare il mondo esterno.