Emanuele Patti riparte da “Mare Mercurio”

Intervista al cantautore milanese Emanuele Patti, in occasione dell’uscita del singolo “Mare Mercurio”

Emanuele Patti
Emanuele Patti si racconta ai lettori di Musica361 all’indomani dell’uscita del singolo “Mare Mercurio”

Un invito a viaggiare e a lasciarsi alle spalle un periodo difficile, potremmo definire così l’ultimo singolo di Emanuele Patti, intitolato “Mare Mercurio”, disponibile in radio e sulle piattaforme digitali per Senape Dischi a partire dallo scorso 23 luglio.

Cosa racconta questo nuovo brano?

“Mare Mercurio” esprime la voglia di respirare un pò di magia e di sorpresa, a volte diamo tutto per scontato, le cose che abbiamo, le cose che vogliamo e le persone che amiamo. Questa canzone vuole rompere il muro di silenzio tra due che viaggiano senza parlarsi o fanno le cose senza slancio.
Il viaggio nel caso specifico di questa canzone, rappresenta il tempo e la macchina é la nostra vita, con alla guida noi, le persone che portiamo con noi e tutti i nostri bagagli.

Quando il “motore” si rompe é perché qualcosa non sta andando come dovrebbe o come vorremmo e spesso questa cosa dipende solo da noi. L’invito che faccio o che provo a fare con questa canzone più che quello di viaggiare é quello di godersi il viaggio davvero e di portarsi dietro solo le persone giuste.

Un invito a viaggiare e a lasciarsi alle spalle un periodo difficile, quali riflessioni ti hanno ispirato questo pezzo?

Tendenzialmente scrivo di getto ed è stato così anche per questa canzone, quello che posso dirti è che stavo viaggiando in macchina e la radio non riusciva a sintonizzarsi ma continuava a “sputare pezzi di canzone”, forse è stato questo l’imput, l’immagine da cui è scaturito tutto.

Emanuele Patti 1
La copertina di “Mare Mercurio”

A livello musicale, che tipo di sonorità avete scelto di abbracciare con il producer Sveno Fagotto?

Per questa canzone abbiamo deciso di fare un arrangiamento con delle sonorità spiccatamente pop, fresche ed estive, con un sound incalzante in cui la chitarra acustica si sposa con l’elettronica, trascinando l’ascoltatore. L’atmosfera è resa ancora più magica dalla voce unica di Deborah Grandi, una cantante che ho fortemente voluto, i suoi vocalizzi sono parte integrante e fondamentale dell’arrangiamento.
Parlando in generale, invece, ogni canzone è a sé, così anche il “vestito”, l’arrangiamento che decidiamo volta per volta e che può essere sempre diverso. L’unico filo conduttore sono i miei testi e la mia voce.

Quando e come ti sei avvicinato alla musica?

Mi sono avvicinato alla musica intorno all’età di 12 anni. All’inizio scrivevo testi per cantanti e gruppi e solo intorno ai 25 anni ho iniziato ad interpretare io stesso le mie canzoni.

Quali ascolti hanno accompagnato e influenzato la tua crescita?

I cantanti che amo sono per lo più i cantautori italiani, in particolare Lucio Battisti (sono un grande fan dei suoi dischi che vanno dal 1982 al 1994), Franco Battiato, Lucio Dalla, Vasco Rossi, Enzo Carella, Fabri Fibra, Caparezza. Ho ascoltato tanto anche David Bowie, The Cranberries e John Lennon.

Come descriveresti il tuo rapporto con i social network e quanto credi siano importanti per il lancio di un progetto discografico?

Con i social vivo un rapporto di odio e amore, non ti nascondo che più di una volta ho eliminato i miei profili Instagram e Facebook, dovendo poi ricominciare da capo per una questione, ahimè, puramente promozionale. Sono, infatti, fondamentali per chi vuole far ascoltare e conoscere la propria musica e arrivare a più gente possibile. 

Quanto incide Milano nelle tue produzioni?

Milano è la mia città, nelle mie canzoni e nel mio stile si sente. Le storie che vedo intorno mi ispirano, ho dedicato un disco al mio quartiere e di riflesso alla mia città, così piena di storie, cose da fare e opportunità. Soprattutto in ambiente musicale non potrei pensare di fare quello che faccio altrove.

Quali elementi e quali caratteristiche ti rendono orgoglioso del tuo percorso e di quanto realizzato fino ad oggi?

Quello che mi rende orgoglioso è che oggi finalmente mi ascolto e quello che faccio mi piace e mi ci riconosco. Non è stato sempre così, infatti, ho aspettato tanto prima di pubblicare qualcosa, dopo anni di tentativi, sempre cercando di correggere il tiro. Un’altra cosa di cui sono felice è il team di lavoro che si è creato, in particolare col mio produttore e amico Sveno.

Condividi su:
Nico Donvito
Nico Donvito
Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
Top