Dal dialetto a Giallorossi per sempre: gli inni del Lecce

Dal dialetto a Giallorossi per sempre: gli inni del Lecce
Ripercorriamo in questa puntata la storia degli inni del Lecce Calcio

Il nostro viaggio di MusiCalcio prosegue con il Lecce, neo promosso in Serie A


Due anni dopo la retrocessione in serie B, il Lecce è tornato nella massima Serie di calcio. Non sono solo Milan e Roma, quindi, a festeggiare al termine di questa stagione. Il club salentino ha tanta voglia di gioire e di cantare. Non potrebbe essere altrimenti, direte voi, per un popolo che con Boomdabash ha imparato negli ultimi anni a ballare soprattutto in estate. Eppure il gruppo del Mambo Salentino non ha mai (finora) dedicato una canzone al suo Lecce. I giallorossi a strisce della Puglia hanno comunque una storia di grande rispetto per quel che riguarda i loro inni.

Talvolta a comporre inni non sono cantautori celebri a livello nazionale, ma quando ci sono passione e talento ecco che può nascere ogni progetto di rilievo.

Prima di raccontare l’inno attuale del Lecce calcio, ripercorriamo allora brevemente la sua storia musicale.

Scopriremo anche qui una tensione a seguire le mode artistiche delle diverse epoche. Il nostro viaggio del calcio musicale, giunto alla terza puntata, racconta oggi una realtà diversa dalle due precedenti.

Oggi il Lecce siamo abituati a vederlo sfidarsi con le grandi squadre, ma fino al 1976 non era mai stato nemmeno in Serie B. La storica promozione nella serie cadetta, quell’anno fu festeggiata quindi con il primo inno. Una grande squadra è tale quando ha una canzone che la rappresenta. Ci pensò Salvatore Cagnazzo a comporre Oh Giallorosso. Si trattava di un brano dal tipico ritmo della tarantella pugliese. Infarcito di un ritornello tutto in dialetto, il pezzo esaltava l’amore dei tifosi per il Lecce, concentrandosi innanzitutto su questo sentimento.

Dal dialetto alla 1
Spesso le squadre che lottano per la salvezza, più delle altre, trovano proprio nella musica un’ulteriore motivo di unità nella loro passione calcistica

Nove anni dopo, la squadra salentina approdò in Serie A per la prima volta. In onore al brano di Cagnazzo non venne modificato l’inno, tuttavia ci fu comunque una dedica che parlava espressamente della storica promozione. Avvenne con Lecce Cha Cha Cha.

Per sentire un nuovo inno ufficiale, bisognò attendere nel 1988.

Dopo una nuova promozione in A, il cantante folk Bruno Petrachi incise Forza Lecce Miu.

Passavano gli anni e, intanto, in Puglia arrivavano fenomeni provenienti da un importante passato (il Principe Giannini per fare un esempio) o dal futuro più che mai promettente. Erano gli anni di Chevanton, Vucinic e Bojinov: il Lecce lottava sempre per la salvezza ma poteva fare il salto di qualità per una classifica più importante.

Così il gruppo reggae, Sud Sound System, omaggiò la squadra con Giallurussu, nuovo inno dal 2001 al 2003.

Non sarebbe stata l’ultima canzone in dialetto per il club. Gli stessi Sud Sound System ne avrebbero confezionata un’altra undici anni dopo (Lu core pe tie scalpita). Così come fecero gli Apres la classe nel 2018 con Pe llu Lecce.

Tutti brani dai ritmi coinvolgenti e dal suono ricco di strumenti come nella tradizione pugliese.

Tuttavia, nonostante abbiano provato a imporsi come inni, non sono mai riusciti a scalzare la canzone che dal 2004 è riconosciuta come ufficiale del Lecce.

Stiamo parlando di Giallorossi per sempre.

 

La canzone è di Gioy Rielli e, a differenza delle altre, si distingue per una linea melodica molto pop. Lontana dalla tradizione salentina, Giallorossi per sempre è una romantica dedica d’amore ai colori della squadra pugliese più forte nella storia del calcio. Il testo è rigorosamente in italiano: se bisogna pensare in grande, si deve essere comprensibili a tutti del resto. Così dal 2003 lo stadio canta questo emozionante inno, che ricorda il legame tra la tifoseria e i giocatori in ogni momento. Persino in vacanza. “Quando non ci sei ricordati di noi”, dice il ritornello prima di sottolineare “nel bene e nel male noi con voi”.

D’altra parte anche nella prossima stagione il Lecce lotterà per salvarsi. E forse è proprio lì che si vede la passione del tifoso, chiamato a supportare la propria squadra già consapevole di soffrire dall’inizio del campionato. La musica, come sempre, riesce a unire la tifoseria in una sola canzone che profuma di abbraccio. Ma, soprattutto, a dare quella speranza che niente altro riesce a concretizzare con la stessa forza.

La canzone di Rielli è una autentica poesia: testimonianza di bella musica unita a una sana passione del calcio che piace a noi.

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Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi, laureato in filosofia con una tesi sulla comicitá contemporanea riletta attraverso Bergson e Freud, è appassionato di musica e teatro. Racconta con rigore aneddotico la storia del Festival di Sanremo e della musica italiana, suggerendo ogni volta spunti filosofici e inediti.
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