Da Liboni agli STATUTO: gli inni del Torino

Da Liboni agli STATUTO: gli inni del Torino
Ripercorriamo oggi nella rubrica Musicalcio gli inni del Torino


Una squadra gloriosa anche nella musica: il Torino


Il Torino è indiscutibilmente una leggenda del calcio italiano. Con sette scudetti vinti, di cui cinque consecutivi, la squadra granata negli anni Quaranta fu un punto di riferimento. La tragedia di Superga, dove nel 1949 l’intera squadra fu coinvolta in un incidente aereo mortale, mise di fatto fine a un’epoca. Non fece però cancellare la memoria del Grande Torino. Da sempre i Granata sono la seconda squadra del capoluogo piemontese, con alti e bassi che hanno l’hanno vista protagonista anche in Europa. Come dimenticare quella Coppa UEFA, con un allenatore appassionato come Emiliano Mondonico che toglieva la sedia dalla panchina in segno di protesta contro l’arbitro? Ma se una squadra è grande, lo è sempre ancor di più sul piano musicale.

Oggi dunque racconteremo la storia degli inni del Torino.

Partiamo anzitutto da una curiosità. Il primo inno composto per il Torino non era in italiano. I fondatori della società erano infatti di origine svizzera e così optarono per un ritornello in lingua francese.

“Oui oui, Torino là, là; Torino ne perirà pas” recitava quella canzone.

Successivamente, nel 1926, toccò ai Reali Carabinieri eseguire il nuovo inno in occasione dell’inaugurazione dello stadio. Su musica del Maestro Alberto Consiglio e parole di Giuseppe Montesi, il coro cantava “Va calciator”. Una canzone che risentiva del clima politico di quegli anni e che si proiettava a incitare la squadra andando contro ogni timore per elogiare valori sportivi quali la virtù e la giovinezza.

Nel decennio successivo arrivava un nuovo brano, firmato Laugeri-Annatarone, intitolato FC Torino. Questo pezzo, con un “la gara libera ci tempra il cuor”, chiudeva il ritornello usando la poesia tipica di quel tempo.

Ogni decennio, più o meno, emergeva una nuova canzone che invocava l’ardore e il coraggio degli undici eroi in campo.

Marcette, cori imponenti, ritmi precisamente cadenzati per scandire al meglio le parole. Lo stile era sempre quello. Non si discostò troppo da questo genere anche il più storico inno del Torino.

È  degli anni Settanta il più famoso e reso celebre nel periodo in cui tutte le grandi società volevano un grande inno. Il titolo era quanto di più semplice potesse esistere: Forza Toro!

Un grande coro cantava così Forza Toro, forza Toro, torneranno i tempi d’oro. Col Torino che s’avanza rifiorisce la speranza. La vittoria che sognamo, la vittoria arriverà.

Quindi eccoci al 1982. Dalla penna di Liboni nasceva Forza Toro, Olè! Alle trombette si aggiungevano percussioni è un arrangiamento pop decisamente anni ‘80. L’autore sfornava una canzone via l’altra (si ricorda anche Sempre tu), diventando di fatto il cantautore ufficiale del Torino. Cinque anni dopo lo stesso Liboni dava vita a quello che poi sarebbe diventato l’inno ufficiale per molti lustri. Tanto che, tutt’oggi, non è mai stato davvero spodestato. Si intitola Ancora Toro.

È una dedica d’amore alla squadra di Torino, che dopo tante fatiche, non perde la sua gloriosa storia e torna sui campi europei. 

È passato tanto tempo dai fasti degli anni ‘40, ma come una volta, ancora oggi…nel cuore c’è la squadra granata. A cantarla, in origine, i calciatori simboli di quel Torino: Cravero, Policano, Bianchi, Ezio Rossi. I proventi del singolo andarono in beneficienza a Casa Ugi: ecco come la musica aiuta il calcio a fare del bene.

Nel 2000 con un arrangiamento più moderno, Valerio Liboni insieme a Vittorio De Scalzi diede nuova linfa a questo inno.

Dal 1993 nelle presentazioni della squadra c’è sempre un gruppo musicale di grande fascino: gli STATUTO. Musicisti eclettici, capaci di creare melodie con innovativi arrangiamenti orchestrali. Tifosissimi del Torino, prima di realizzare quella che sarebbe stata anche la sigla di QSVS (Facci un gol), gli STATUTO fecero una autentica dedica alla loro squadra. Nel 2006, quando il Torino tornava in Serie A dopo un purgatorio nella serie inferiore, il gruppo pubblicava l’album Toro – sette magici inni. In quel progetto venivano reinterpretati tutti gli inni storici della squadra. Da lì ecco che anche gli STATUTO divennero cantanti ufficiali secondo la Curva Maratona. Ovviamente non c’è alcuna diatriba, in questo senso, con Liboni. Il calcio è bello proprio per quella sua capacità di unire una tifoseria: se lo fa in musica ancora meglio. È quella l’arte capace di rendere tutto più prezioso e importante: persino le amicizie.

In fondo, quando si parla del Torino, gli avversari hanno sempre una certa riverenza. Persino la sua storia musicale lo testimonia.

Condividi su:
Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi, laureato in filosofia con una tesi sulla comicitá contemporanea riletta attraverso Bergson e Freud, è appassionato di musica e teatro. Racconta con rigore aneddotico la storia del Festival di Sanremo e della musica italiana, suggerendo ogni volta spunti filosofici e inediti.
Top