Prosegue in tutta Italia, e per tutta l’estate, il tour estivo di Francesco De Gregori.

Il cantautore, concerto dopo concerto, darà vita ad uno spettacolo unico, con una scaletta ricca di successi di ieri e di oggi: da La donna cannone a Generale, da Alice a Rimmel e tante altre hit, fino ad alcuni brani dell’ultimo disco De Gregori canta Bob Dylan – Amore e furto.

Francesco De Gregori: Amore e furto tour Queste le prossime date estive ad oggi confermate dell’Amore e furto tour 2016 (prodotto e organizzato da Caravan e F&P Group): il 3 agosto al Palazzo delle Feste di Bardonecchia (Torino), il 6 agosto in Piazza Grande a Gubbio (Perugia), il 7 agosto in Piazza Roma a Pontelandolfo (Benevento), il 9 agosto in Piazza Cesare Battisti a Vignanello (Viterbo), il 13 agosto al Blu Bar Festival – Piazza Sirena a Francavilla al Mare (Chieti), il 17 agosto all’Area Mercatale di Stornara (Foggia), il 27 agosto al Teatro Antico di Taormina (Messina) e il 30 agosto all’Arena Sant’Elia di Cagliari. I biglietti sono disponibili su www.ticketone.it e nei punti vendita abituali (per info: www.fepgroup.it).

RTL 102.5 è la radio media partner ufficiale dell’Amore e Furto tour 2016  di Francesco De Gregori.

 Sul palco Francesco De Gregori è accompagnato dalla sua band formata da Guido Guglielminetti (basso e contrabbasso), Paolo Giovenchi (chitarre), Lucio Bardi (chitarre), Alessandro Valle (pedal steel guitar e mandolino), Alessandro Arianti (hammond e piano),Stefano Parenti (batteria), Elena Cirillo (violino e cori), Giorgio Tebaldi (trombone), Giancarlo Romani (tromba) e Stefano Ribeca (sax).

De Gregori canta Bob Dylan – Amore e furto (Caravan/Sony Music) è un album in cui De Gregori traduce e interpreta, con amore e rispetto, 11 canzoni di Bob Dylan: Un angioletto come te (Sweetheart like you), Servire qualcuno (Gotta serve somebody), Non dirle che non è così (If you see her, say hello), Via della Povertà (Desolation row), Come il giorno (I shall be released), Mondo politico (Political world), Non è buio ancora (Not dark yet), Acido seminterrato (Subterranean homesick blues), Una serie di sogni (Series of dreams), Tweedle Dum & Tweedle Dee (Tweedle Dee & Tweedle Dum), Dignità (Dignity).

In tutte le librerie è disponibilePasso d’uomo(Laterza), l’ultimo libro di Francesco De Gregori scritto con Antonio Gnoli, dove per la prima volta l’artista si racconta attraverso una serie di conversazioni tra pensieri, ricordi ed emozioni.

Chiunque si sia posto domande su che cos’è l’arte e la bellezza, il tempo che passa e ci trasforma, Dio e le religioni, l’oggi che comprendiamo sempre meno, troverà in questi dialoghi risposte di sorprendente sincerità e acutezza. Scoprirà inoltre le numerose esperienze che De Gregori ha vissuto con coerenza e desiderio: i libri letti e amati; l’America con i suoi miti e la politica con i suoi equivoci e il senso di cosa abbia voluto dire per lui essere di sinistra senza lasciarsene condizionare. Il mondo poetico di De Gregori ne esce in sintonia con il battito del suo cuore e della sua mente. Tra la musica che ha scritto e quella che ha amato.

Si avvicinano le ultime date del tour estivo di Mika, che sta riscuotendo un grande successo di pubblico e critica girando l’Italia negli spazi estivi più suggestivi presentando live i suoi più grandi successi.

Mika e il tour estivo.
Mika.

Una scarica di energia e adrenalina che travolge il numeroso pubblico di Mika, una schiera di fan di tutte le generazioni, catturate dalle doti di showman dell’artista, un vero animale da palcoscenico.

La prossima data di Mika sarà il 2 agosto alla Villa Erba di Cernobbio (Como). I biglietti per le date sono disponibili su TicketOne, Vivaticket e circuiti di vendita autorizzati (per info: www.barleyarts.com).

In tour da più di un anno tra Europa, Asia e America, dopo i sold out a Roma, Milano e Firenze dello scorso anno, Mika è tornato in Italia per incontrare il suo nutritissimo pubblico cantando tutti i più grandi successi, ormai davvero tanti, di un’artista dalla carriera sempre in ascesa (da Grace Kelly a Stardust, da Relax a Good Guys, da Beautiful Disaster a Underwater, Love Today, Staring At The Sun, Lollipop, Boum Boum Boum, We are Golden, Happy Ending…). Lo show, completamente dal vivo, è reso unico grazie alle straordinarie doti di intrattenitore e animale da palcoscenico di Mika, che sul palco non si risparmia mai ed è in costante sinergia col pubblico e con la sua affiatatissima band.

Dopo il successo da doppio disco di platino della hit Beautiful Disaster (con Fedez), l’attuale singolo di Mika è Hurts (remix), estratto dal suo album No Place In Heaven. Hurts tratta delle ferite che le parole possono lasciare e fa parte della colonna sonora di Un bacio, il film di Ivan Cotroneo. È inoltre stato recentemente pubblicato in tutto il mondo Sinfonia Pop, DVD e CD in testimonianza del concerto orchestrale tenutosi a Como lo scorso autunno. Prossimamente, Mika è atteso su Raidue per un one man show in 4 serate in onda a novembre.

Mika inizia la sua carriera nel 2007 con il singolo Grace Kelly, che rimane per 5 settimane al 1° posto della classifica britannica. Con la celeberrima Relax Take It Easy e gli altri singoli del suo album d’esordio, Life In Cartoon Motion, Mika totalizza complessivamente 6 milioni di vendite e l’album stesso entra direttamente al 1° posto della classifica inglese e di altri 11 paesi, vendendo oltre 7 milioni di copie in tutto il mondo. Il suo secondo album The Boy Who Knew Too Much (2009) conferma il suo successo, entrando nella top ten di oltre 10 paesi, anche grazie alle hit We Are Golden e Rain.  Nel 2011 Mika pubblica Elle Me Dit, singolo in lingua francese che resta per 8 settimane al vertice della classifica in Francia.

Il terzo album The Origin of Love, pubblicato nel 2012, contiene Celebrate, realizzata in collaborazione con Pharrell Williams, e le hit Underwater e Popular Song, quest’ultima cantata in duetto con Ariana Grande, il cui video ha raggiunto 125 milioni di visualizzazioni. Nel 2013 Mika diventa giudice di XFactor Italia e coach nell’edizione francese di The Voice; entrambe le esperienze televisive lo trasformano in una star ancora più popolare, tanto da essere confermato per le edizioni successive.

Sempre nel 2013, Mika pubblica in esclusiva per l’Italia una raccolta di successi e brani rivisitati dal titolo Songbook Vol. 1, che ottiene presto il doppio disco di platino. Il disco contiene la versione italiana della hit Stardust, il duetto con la vincitrice di X Factor Italia 2012 Chiara Galiazzo, in cima alle classifiche italiane per diversi mesi e quadruplo disco di platino per le vendite digitali. L’attività concertistica lo porta a esibirsi costantemente in tour in tutti e 5 i continenti. Nel 2015 esce il quarto album in studio, No Place In Heaven, apprezzato da critica e pubblico come una maturazione artistica verso una dimensione introspettiva e cantautorale espressa dalle celebri ballate Good Guys e Last Party, alternate alle hit radiofoniche e di YouTube Boum Boum Boum, Talk About You e Staring At The Sun. Durante la sua carriera Mika riceve numerosi premi e riconoscimenti come Brit Awards, Grammy, Ivor Novello, Capital Radio, Q magazine, NRJ, World Music, BT, Vodafone, Virgin Media e MTV Europe, Asia, Australia e Japan  Awards. In Francia riceve inoltre il prestigioso riconoscimento “Cavaliere dell’ordine delle arti e delle lettere“.

Mika ha venduto oltre 10 milioni di dischi in tutto il mondo aggiudicandosi dischi d’oro e platino in oltre 32 paesi.

www.facebook.com/mikasounds

Il 5 maggio è uscito “Passo d’uomo”, un libro in cui Francesco De Gregori si racconta attraverso una serie di conversazioni condotte da Antonio Gnoli.

Passo-d-uomo-Passo-d-uomoHa scelto un interlocutore d’eccezione per svelare il suo mondo e ripercorrere la propria vita e le esperienze umane e professionali. Le conversazioni di Francesco De Gregori con Antonio Gnoli, sono state raccolte in un libro dal titolo “Passo d’uomo”, edito da i Robinson/Letture e uscito il 5 maggio.

Per la prima volta, il cantautore si racconta al suo pubblico con sincera spontaneità e, anche avendo come sfondo le sue memorabili canzoni, disserta su questioni filosofiche, su temi sociali e politici, su esperienze professionali e su come la musica e i libri che ha amato, abbiano influenzato la costruzione della sua arte.

Tutto senza diventare mai saccente, con la sommessa convinzione che la vita migliore è quella che si interpreta con passo d’uomo.

Non sarebbe semplice tracciare un breve profilo dell’artista De Gregori perché la sua carriera, iniziata alla fine degli anni ’60, è costellata di successi che sono pietre miliari della musica italiana. L’affermazione arriva con Alice nel 1973 a cui seguono, negli anni successivi, Rimmel, Generale, Viva l’Italia, La donna cannone, fino alle più recenti dell’ultimo disco di inediti Sulla strada.

Memorabile la collaborazione con Lucio Dalla e la loro avventura con l’album e il successivo tour “Banana Republic”. Una delle ultime canzoni che ha scritto si intitola Guarda che non sono io, mentre nell’ultimo disco Amore e furto esprime la sua ammirazione per Bob Dylan proponendo delle traduzioni di 11 traduzioni.

Antonio Gnoli è scrittore e giornalista di “Repubblica”. Ha scritto: La nostalgia dello spazio con Bruce Chatwin; I prossimi titani. Conversazioni con Ernst Jünger, L’ultimo sciamano e I filosofi e la vita con Franco Volpi, con il quale ha curato opere di Freud, Rémi Brague, Reinhard Brandt e Ferdinand Bordewijk. Si è occupato di Dos Passos, curando Il 42° parallelo. Ha inoltre pubblicato le sue conversazioni letterarie con Edoardo Sanguineti e quelle machiavelliane con Gennaro Sasso.

Acquista subito il libro:

Gli incontri con i Lettori

Giovedì 5 maggio ore 18.30: Roma, la Feltrinelli Libri e Musica di via Appia

Domenica 15 maggio ore 12.00: Torino, Salone del Libro Sala Gialla

Mercoledì 18 maggio ore 18.30:  Milano, la Feltrinelli Libri e Musica di Piazza Piemonte

Giovedì 19 maggio ore 18.00: Bologna, Libreria Coop Ambasciatori

Mercoledì 25 maggio ore 18.00: Bari, AncheCinema Royal in collaborazione con la Libreria Laterza

Giovedì 26 maggio ore 19.00: Lecce, Teatro Paisiello

Domenica 5 giugno ore 20.00: Roma, Repubblica delle Idee, Orti del MAXXI

Venerdì 10 giugno ore 21: Palermo, Festival Una marina di libri, Orto Botanico

Giovedì 7 luglio ore 12 : Milano, Milanesiana  Museo Branca

Sabato 10 settembre ore 11.00: Mantova Festivaletteratura

Date e orari potrebbero subire variazioni

Un intrattenimento piacevole e spensierato che mescola musica e teatro, improvvisazione e comicità: con “The Human Jukebox” gli Oblivion girano i teatri proponendo uno spettacolo diverso ogni sera.

Oblivion-The-Human-JukeboxCanzone, teatro, comicità, improvvisazione e simpatia sono gli elementi su cui si basa l’arte degli Oblivion, il quintetto che spopola sul web e nei teatri e che, dall’8 al 10 aprile, si sono esibiti a Bologna con “The Human Jukebox” presso il Teatro Il Celebrazioni, gremitissimo per l’occasione.

Non è difficile comprendere le ragioni del successo di Graziana Borciani, Davide Calabrese, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli e Francesca Folloni (dal 1 marzo 2016 sostituita, per maternità, da Clara Maselli). Gli Oblivion portano in scena la leggerezza e il cabaret che divertono i giovani ma con un richiamo alla tradizione musicale italiana che attira l’attenzione anche degli spettatori più maturi. Tutto questo, però, è accompagnato da una solida preparazione e talento artistico che si manifesta nel canto, nella creatività e nell’affiatamento tra i 5 artisti che si sono incontrati a Bologna nel 2003. Da quel momento, facendo una lunga gavetta nel teatro di rivista e nel musical, si sono amalgamati alla perfezione  diventando popolari nel 2010 quando hanno conquistato la rete mettendo in linea una loro personalissima parodia dei “Promessi Sposi in 10 minuti”.

Introducendo un genere fino a quel momento mai sperimentato, con la regia di Gioele Dix, intraprendono un tour di oltre 200 repliche nei più importanti teatri italiani con lo spettacolo “Oblivion Show” in co-produzione con il Teatro Stabile del Friuli Venezia-Giulia. Segue la TV dove partecipano a “Parla con me” di Serena Dandini e “Zelig” nel 2011.

Nello spettacolo di questa stagione, “The Human Jukebox“, il copione è stravolto ogni sera perché varia in base alle richieste canore fatte dal pubblico che, prima dell’inizio, viene invitato a indicare un cantante su foglietti di carta che, poi, vengono estratti in scena.

Gli Oblivion hanno a disposizione un repertorio amplissimo dei grandi della canzone italiana e internazionale e, quando il pubblico avanza richieste strane e insolite, sono abili nel ricondurre le preferenze alle gag già preparate. Sorprende che lo facciano con naturalezza, grande ironia e divertimento coinvolgendo anche la platea che trascorre un paio d’ore ridendo e scherzando come in casa tra amici.

Nella serata bolognese hanno ricordato, tra gli altri, De Gregori, Baglioni, Il Volo, Ligabue oltre ad spassosissima carrellata di tutti i brani vincitori a Sanremo cantandoli in 5 minuti. Un altro cavallo di battaglia che hanno proposto è stato quello della vocalist e della consonant, due cantanti che pronunciano solo vocali e consonanti per completare, cantando insieme, il senso compiuto di una canzone.

Il bolognese Luca Bacconi pubblica il suo primo album “Cantautori e gente da bar” che arriva dopo una lunga carriera tra musica e teatro: «Bisogna restituire il ruolo di platea al pubblico, con rispetto».

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Luca Bacconi (© Foto Nic Soric).

Ci sono artisti che iniziano la loro carriera con un album e altri per i quali esso è semplicemente una tappa di un percorso già avviato, di cui esprime la maestria e la maturità. È il caso di “Cantautori e gente da bar” (Fuzz Records) il primo album di Luca Bacconi, intenso cantautore bolognese nato nel 1966 che sarebbe riduttivo definire solo musicista.

I nove brani del disco sono stati scelti tra quelli più significativi della ventennale carriera di Bacconi iniziata negli anni ’80 e che lo ha visto nelle diverse vesti di strumentista, cantante e attore di teatro comico. Di sette brani è autore di musica e parole mentre gli altri due sono tributi a Lucio Dalla (Notte) e Paolo Conte (Alle prese con una verde milonga).

Cantautori e gente da bar” è un’opera prima autoprodotta che Luca definisce “malandrina e schietta” e che sarà presentata ufficialmente il 19 maggio 2016 presso la Cantina Bentivoglio di Bologna nel contesto della rassegna “Live is Better“.

Il titolo riporta alle atmosfere tipiche e suggestive dei bar e delle osterie della vecchia Bologna (e forse anche della nuova); luoghi di ritrovo, di racconto della propria vita, delle proprie esperienze e che hanno influenzato l’arte di cantautori celebri che proprio in questa città sono nati e vissuti; due esempi fra tutti, Lucio Dalla e Francesco Guccini. Pur facendo tesoro della migliore tradizione cantautoriale italiana (Gaber, Paolo Conte, Vinicio Capossela, Enzo Jannacci, Lucio Dalla..), Bacconi mantiene una personalità ben distinta e un carisma che convince sia nel canto che in monologhi tipici del teatro-canzone. Racconta momenti di vita, personaggi, storie, incontri e sensazioni. L’esperienza teatrale, pur qualificandosi “comica”, possiede qualcosa di malinconico e tipico delle sonorità jazz, folk e blues.

Colpisce anche l’ottimo arrangiamento di “Cantautori e gente da bar” e ogni strumento trasmette distintamente il proprio fascino. L’album si ascolta molto volentieri sia in una serata tranquilla, mentre si sorseggia un buon bicchiere di vino con gli amici, sia nella propria solitudine o durante un viaggio in cui il silenzio viene cullato dalle note che escono da chitarre, fisarmoniche, contrabbassi e sax nonchè dal timbro vocale caldo e rassicurante.

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Luca Bacconi (© Foto Nic Soric).

Ciao Luca, grazie di aver accettato di raccontati a Musica361. Cosa vuol dire fare un disco a 50 anni per un artista con tanta esperienza?
Ti rispondo col titolo del terzo brano del CD: “Capolinea”. Il capolinea è – di fatto – un punto di arrivo ma è anche un punto di partenza, dipende da che prospettiva si guarda. In realtà, in questi ultimi anni dove mi sono concentrato prevalentemente sull’attività cantautoriale, si sono verificate le condizioni ottimali per produrre il CD ovvero l’incontro con le persone giuste, musicisti e fonici. Inoltre ci ho creduto veramente, senza compromessi.

Il tuo album è autoprodotto. Hai fatto questa scelta per una maggiore indipendenza artistica?
L’autoproduzione è oramai una delle poche strade percorribili per i cantautori come me “giovani da più tempo” e, parimenti, vedo che anche tanti giovani talenti faticano a farsi identificare da qualche generoso produttore.

Cosa intendevi quando hai definito il tuo album “un’opera malandrina e schietta”?
Nei miei brani cerco di varcare il muro del rituale nostalgico del cantautore ma senza perdere mai i riferimenti di quello che è il cantautore/cantore italiano. Un po’ come il malandrino che fugge e scavalca la rete e poi si gira per vedere se è stato visto. La mia è una musica inevitabilmente contaminata, tuttavia è pura nei testi poiché essi rappresentano veramente quello che, talvolta, ho visto e talvolta ho sognato.

Nelle tue canzoni, si nota una mescolanza di generi diversi. Come definiresti il tuo stile?
Ascolto diversi generi musicali e adoro attingere da ognuno di essi e comporre come fa un pittore nel gioco dei colori. Solo osservando più volte ci si accorge che il verde non è verde, che il rosso non è rosso ma sono solo un’attenta e meticolosa ricerca di essi.

A quale dei cantautori italiani ti senti più legato?
Mi sento come un albero che ha radici lunghe che a volte si incrociano tra loro. Non c’è in realtà un vero e proprio “personaggio del cuore”. Da Faber ho subito il fascino delle parole-poesie, da Lucio Dalla oltre alle parole, la scelta musicale, da Paolo Conte lo stile, la profondità dell’osservazione, da Vinicio Capossela la follia e lo sfondo onirico (sfondo che mi accompagna nell’esistenza da sempre) e poi altri ancora…

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Luca Bacconi (© Foto Nic Soric).

C’è qualcosa di malinconico nelle tue canzoni che a me hanno ricordato i cantautori brasiliani, tipo Gilberto Gil o Caetano Veloso. È solo una mia sensazione?
Si confermo. È l’altra faccia del comico, quella vera, quella dietro l’anima, quella che non si mostra mai. Ti ringrazio per questa similitudine con i musicisti brasiliani; la loro musica è pulsante, visionaria, colorata, si accende e altrettanto repentinamente si spegne, si rattrista quando finisce il Carnevale o quando piove per giorni nei mesi invernali.

Teatro-canzone: qual è il segreto per intrattenere piacevolmente alternando musica e parole?
Non credo vi sia un segreto specifico, credo piuttosto nell’alchimia che l’affabulatore mette in atto nel raccontare storie vere trasformandole in fantastiche o storie fantastiche trasformandole in vere. Penso, ad esempio alle storie del bar sotto casa, alla descrizione degli avventori (materia già trattata dall’amico Stefano Benni), ai vari discorsi filosofici o d’amore, alle teorie di fisica del biliardo dove alcuni addirittura paventavano che la tecnica del filotto avvenisse meglio nel nostro emisfero per via della gravità terrestre, ai quesiti dell’ubriaco sulla pioggia a zone per via del fatto che fumava sotto le terrazze grondanti dopo l’annaffiatura dei gerani. Ritengo che si debba consentire allo spettatore di riappropriarsi della propria capacità di analisi, di ascolto. Oramai, da più di dieci anni, nessuno ha più rispetto per il pubblico che è stato abituato ad un “gavage” (ingozzamento delle oche) di risate a raffica tali da svilire l’attività degli artisti e rincretinire le platee. Bisogna restituire il ruolo di platea al pubblico, con rispetto. La magia credo risieda proprio qui. Al pubblico piace e gratifica questo riconoscimento “intellettuale”, consentirgli di rilassarsi dopo l’ascolto di una canzone differenziando le storie, i racconti e le emozioni.

Cosa ti incuriosisce nelle persone al punto da decidere di scriverne una canzone?
Quando vedo certi personaggi, nei loro gesti, vestiti e smorfie percepisco immediatamente una storia, una serie di immagini che corrono veloci e ne colgo la sensibilità, l’odore, la tristezza, la pazzia. A quel punto mi scatta irrefrenabile la necessità di scrivere. Quello che vedo di fatto è già la fine, mentre quello che scrivo è la storia che precede il personaggio.

La tua musica è carica di sensualità, anche quando tratti argomenti sociali. Quanto influisce il fascino femminile nella tua scrittura?
Senza nulla togliere al Dolce Stilnovo e al nostro Dante, devo ammettere che è tutta colpa di Neruda – poeta e personalità che mi ha sempre affascinato. Nella versione teatrale dello spettacolo leggo, infatti, “Corpo di donna” un poema di sublime passione.

Come pensi che cambierà la tua carriera, dopo questo album?
Sono come un passeggero che sale al capolinea, vediamo dove mi porterà il tram.

Grazie Luca, ti saluto riconoscendo che chiudo l’intervista con la testa piena di spunti di riflessione e con quell’emozione che scaturisce sempre dall’incontro con persone piacevoli, profonde e accoglienti.  Sono sempre colpito dalle persone che hanno la dote di osservare la vita con intelligenza e – soprattutto – usando gli occhi del cuore. Ai lettori, consiglio di comprare e ascoltare “Cantautori e gente da bar”. Capirete cosa ho voluto dire!

Tracklist di “Cantautori e gente da bar”:

1. Paolino il bello
2. Caffè amaro
3. Capolinea
4. Bambino orchestrale
5. Alle prese con una verde milonga (Paolo Conte)
6. Bassa’s men
7. La sirenza del Frizòn
8. Io sorpasso
9. Notte (Lucio Dalla).


Il 31 marzo l’attore e musicista Luca Seta si esibirà a Roma con il suo tour “In viaggio con Keruac” e ospiterà sul palco Massimiliano Varrese per uno show tra musica, teatro e letteratura.

Da ninistra Luca Seta e Massimiliano Varrese: saranno in concerto a Roma il 31 marzo.

Per presentare Luca Seta, classe 1977, sarebbe sufficiente dire che è un “artista”, una definizione tutt’altro che scontata perché non sempre i giovani che fanno spettacolo hanno la sua poliedricità e riescono brillantemente a recitare, ballare, scrivere canzoni e cantarle dal vivo davanti ad un pubblico numeroso come quello di Borgosesia, dove l’attore e musicista ha registrato il tutto esaurito.

Tutto questo è frutto di un talento innato ma anche di una costante preparazione costruita con corsi di recitazione, laboratori teatrali, studi di canto e di teatro-danza. Nato a Borgosesia (VC), Luca si è trasferito a Roma da qualche anno dove, accanto alla carriera di attore coltiva la passione per la musica. Fin da 15 anni suona la chitarra e la colonna sonora della sua crescita si basa sulle note di cantautori “colti” come De Andrè, De Gregori, Guccini e Rino Gaetano.

In campo discografico la sua opera prima è “In viaggio con Kerouac”, un album ricco di personalità con 11 brani di cui è autore e interprete. Un autentico e sincero diario musicale che racconta di momenti di vita vissuta ed emozioni ma lo fa in una veste raffinata e mai banale.

Proprio con In Viaggio con Keruac Tour 2016, Luca Seta sta girando l’Italia e il 31 marzo alle 21.00 sarà a Roma al Teatro Colle La Salle (via dell’Imbrecciato 181) dove dividerà il palco con Massimiliano Varrese, amico e collega altrettanto eclettico. Di lui Seta ha spiegato: “Coltiviamo le stesse passioni per la recitazione e per la musica. Appena ho saputo che Massimiliano scrive canzoni, come me, gli ho proposto di cantarle insieme e lui ha accettato. Faremo musica e racconteremo il nostro mondo, in un viaggio ideale dove il cantautore e lo scrittore si incontrano”.

Lo spettacolo sarà un imperdibile momento per assistere ad uno show originale che mescola musica, teatro e letteratura e i due protagonisti saranno affiancati da una band composta da musicisti strepitosi: Simone Maggio al pianoforte, Mauro Gavini al basso, David Giacomini alla chitarra, Saverio Federici alla batteria, sotto la direzione artistica di Gabriele Buonasorte sassofonista e arrangiatore dell’intero disco.

Dal 28 aprile Luca Seta sarà anche al cinema con “Infernet”, il film presentato fuori concorso alla 72^ Mostra del cinema di Venezia, di Marcello Iappelli e Roberto Farnesi, per la regia di Giuseppe Ferlito. Tra gli altri protagonisti, Remo Girone, Ricky Tognazzi, Katia Ricciarelli, Andrea Montovoli e Daniela Poggi.

Musicista dalla lunga esperienza Giuseppe Quaranta, il 1 aprile, pubblica il suo primo album dal titolo “Le regole della felicità”.

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La copertina di “Le regole della felicità”, primo album di Giuseppe Quaranta.

Il 1 aprile esce “Le regole della felicità”, il primo disco di Giuseppe Quaranta uno di quegli artisti realmente completi che hanno percorso una lunga gavetta fatta di studio, lavoro, passione e perseveranza.

Autore, cantante, chitarrista e polistrumentista, Giuseppe ha origini pugliesi ma si trasferisce a Roma da giovane per studiare all’Università della musica. La sua vera palestra, però, è stata quella delle esibizioni dal vivo e come turnista che, tra l’altro, lo hanno portato a Bologna dove vive tuttora. Proprio nel capoluogo felsineo inizia a lavorare in giro con diverse formazioni e si conquista una certa autorevolezza tra i frequentatori dei locali dove si suona musica dal vivo che lo apprezzano per la straordinaria abilità nel suonare la chitarra alla quale accompagna il canto.

La sua voce è calda e coinvolgente, capace di esprimersi al massimo in ballate e testi della migliore tradizione cantautorale italiana alla quale, lui stesso, dichiara di ispirarsi anche nella lavorazione di questo primo lavoro in studio.

Le regole della felicità” è un album da solista e indipendente in cui Giuseppe Quaranta è autore di musica e testi e dove suona tutti gli strumenti. Nove brani che rivelano la maturità artistica e dimostrano che – probabilmente – era proprio il momento giusto per lanciarsi in un percorso discografico. Infatti, i primi singolo “Il tempo” e “Le regole della felicità” accompagnati dai video stanno avendo un certo successo sui social.

Pur avvertendo le influenze di giganti come Fabrizio De Andrè, Franco Califano, Piero Ciampi, Domenico Modugno, Gino Paoli e Luca Barbarossa, solo per citarne alcuni, i nove brani hanno tutti una personalità propria e rivelano sensibilità e attitudine a raccontare, in musica, attimi di vita e sensazioni che ci appartengono. Il vestito di queste canzoni, poi, è quello delle sonorità elettroacustiche, con qualche richiamo al mondo del progressive degli anni ’70.

A mio parere, sono molto interessanti, per testi e musica “Il tempo”, “Cioccolato e fragole” e “Luna contadina” che si apprezzano ulteriormente con l’ascolto ripetuto. “Le regole della felicità”, il singolo da cui prende titolo l’album mi ha riportato alla memoria lo stile di Domenico Modugno ed è accompagnato da un bel video in cui al girato, sono stati sostituiti dei poetici disegni animati originali realizzati da Pietro Franca, alias Mastro Pennello.

Il video de “Il Tempo” invece, è un cortometraggio girato principalmente per le strade di Bologna per la regia di Oscar Serio e con la partecipazione dell’attrice Martina Sacchetti.

Le regole della felicità sarà presentato ufficialmente a Bologna il 1 aprile, presso il Teatro del Navile, dove l’autore sarà accompagnato da una band composta da Claudio Giovannini alle tastiere, Alessio Mereu al basso e Gabriele De Zaiacomo alla batteria.

Le regole della felicità: track list

  1. La mia maschera
  2. Le regole della felicità
  3. Un attimo
  4. Cioccolato e fragole
  5. Il tempo
  6. Luna contadina
  7. Il prossimo weekend
  8. Libera
  9. Cara amica, mia compagna.

Un atteso ritorno per uno dei cantautori italiani più particolari. Dopo 5 anni di distanza dal suo ultimo disco in studio, Vinicio Capossela presenta “Le Canzoni della Cupa“.

“Le Canzoni della Cupa”: Vinicio Capossela
Le Canzoni della Cupa, il nuovo album di Vinicio Capossela.

Era il 2012 quando Vinicio Capossela pubblicava il disco “Rebetiko Gymnastas” . Dopo 5 anni di scrittura, riflessione, ispirazioni, esperienze artistiche e la pubblicazione del romanzo “Il Paese dei Coppoloni”, il 6 maggio il cantautore – nato in Germania da genitori dell’Irpinia – torna con un nuovo album di inediti, “Le Canzoni della Cupa”.

Prodotto dalla sua etichetta discografica La Cùpa e distribuito da Warner Music, l’opera si presenta come un CD doppio o un vinile quadruplo che conferma il talento e l’originalità di Capossela, sempre capace di mescolare musica e racconto in modo sofisticato e colto, trasportando il pubblico in atmosfere quasi oniriche.

Con “Le Canzoni della Cupa” rievoca e celebra quel territorio fertile dal punto di vista geologico ma anche culturale le cui storie, i racconti e i canti avevano già ispirato la narrazione de “Il Paese dei Coppoloni”. <<Un mondo che la Storia ha seminterrato, ma che fa sentire l’eco e il suono se gli si presta orecchio e ci si dispone al sogno>>, lo descrive Capossela.

Le Canzoni della Cupa sono, per lui, le opere della vita e rispecchiano la vitalità della natura che si manifesta potentemente nel mese di maggio, proprio quello in cui viene lanciato il disco, composto di due lati, Polvere e Ombra. <<Il lato della Polvere è fatto di canzoni esposte al secco, al lavorio della polvere e della terra in cui affondano le radici questi canti; il lato in Ombra è quello dei presagi e dell’inconscio, degli uccelli che volano la notte, del racconto che desta meraviglia e inquietudine>>.

Il primo singolo estratto dall’album è “Il Pumminale” , il cui video girato in Irpinia dal regista americano Lech Kowalski è già on line.

Pumminale, nella cultura popolare, era il licantropo o lupo mannaro, un personaggio misterioso che usciva dalla sua solitudine nelle notti di luna piena. Nel suo essere metà lupo e metà uomo, rappresentava la doppia anima che può avere un uomo spesso accettata come un’espressione della divinità da non mettere in discussione.

In seguito all’uscita dell’album, gli ammiratori potranno seguire Vinicio Capossela nel suo tour estivo in giro per l’Italia, anticipato da una sorpresa live.

Facebook: Vinicio Capossela

Mos – Music on stage è un progetto di Alberto Salerno per individuare, promuovere e formare le capacità artistiche di ragazzi delle Scuole Superiori e delle Università lombarde. Scopriamo come funziona.

Mos - Music on stage, il progetto per lanciare giovani musicisti
Mos – Music on stage: il progetto per lanciare giovani musicisti.

La musica è una compagna di vita fin da quando nasciamo. Sottolinea momenti di gioia, tenerezza, amore o dolore, svago o riflessione. A chiunque sarà capitato di rivivere, anche fisicamente, esperienze chiuse nel cassetto dei ricordi, semplicemente ascoltando una vecchia melodia.

Nei ragazzi la musica può diventare un elemento importante della crescita, può essere un’occasione per aggregare, per condividere, per progettare e per sognare che il proprio futuro si basi su questa arte nata con il mondo. Ma come può un ragazzo intraprendere un cammino che lo possa portare seriamente a lavorare nel mondo della musica, senza creare false illusioni e fornendo la preparazione giusta a valorizzare l’impegno e il talento?

Oggi sembra che i talent show siano l’unico modo per raggiungere il successo o, almeno, una collocazione nello star system e non c’è dubbio che siano una grande opportunità ma hanno anche il limite di evitare la gavetta che serve per imparare, perfezionarsi, gestire i rifiuti e mettersi in discussione. Se poi si raggiunge il successo con un talent, si pone il problema di far in modo di non trasformarsi in una stella cometa.

Da queste considerazioni è nato il progetto MOS -MUSIC ON STAGE di Alberto Salerno, paroliere italiano e produttore discografico. Sono sue alcune celebri canzoni come Io Vagabondo dei Nomadi, Donne di Zucchero, Terra Promessa di Eros Ramazzotti.

Cos’è Mos – Music on stage

MOS si propone di individuare, promuovere e formare le capacità creative artistiche di ragazzi delle Scuole Superiori e delle Università lombarde, dando loro l’opportunità di esprimere la loro passione per la musica. Il progetto darà visibilità a queste future promesse tramite un contest musicale aperto a tutti i cantautori e cantanti.

Come partecipare a Music on stage

Possono iscriversi gratuitamente i giovani che frequentano le Scuole Superiori o le Università della Lombardia. Per le band è necessario che almeno un componente sia uno studente; i solisti possono farsi accompagnare da una propria band esterna. La registrazione deve avvenire entro e non oltre il 15 Aprile 2016.

Le selezioni

Il contest prevede una pre-selezione iniziale a cura dello staff MOS, così da garantire un adeguato livello qualitativo dei partecipanti. Per l’iscrizione è necessario registrarsi sul sito Music On Stage, inserendo anche il link al file video di un proprio provino caricato su Youtube o altro canale web preferito.

Tutte le fasi del contest

  1. Lo staff di MOS esaminerà i video che sono stati segnalati con la registrazione e pubblicherà una classifica on line che verrà aggiornata in base alle votazioni online degli studenti delle varie scuole ed Atenei.
  2. In base alle votazioni on line verrà comunicato il numero di partecipanti che passerà alla fase successiva e che dovranno esibirsi, a porte chiuse, davanti ad esperti del panorama musicale italiano odierno. La giuria tecnica sceglierà i concorrenti che potranno accedere alle semifinali, riservandosi comunque il “ripescaggio” di 4 partecipanti che, seppur risultati eliminati dalla classifica generale, si sono distinti per evidenti meriti artistici.
  3. Il contest live, per i partecipanti selezionati nelle fasi preliminari, vedrà il suo apice nelle due semifinali live e nella finale. La giuria composta da esperti sarà accompagnata da studenti prescelti tra il pubblico, chiamati a votare e giudicare le performance dei concorrenti.

Cosa si vince?

Ai vincitori del contest andranno i seguenti premi:

1° classificato: Viaggio di 4 giorni per 2 persone a New York, per visitare una prestigiosa sala di registrazione e una importante Major discografica.

2° classificato
Viaggio di 3 giorni per 2 persone a Londra, per visitare gli studi ABBEY ROAD e una importante Major discografica.

Per informazioni www.musiconstage.it o contattare info@musiconstage.it.

La grande musica live a Bologna con il Take Five Genuine Music Club, un locale di tendenza situato al centro della città. artisti e band emergenti, cocktail ricercati e serate a tema.

Take-Five-Bologna-Genuine-Music-Club
Foto: www.takefivebologna.it (© Riproduzione vietata).

Il Take Five Genuine Music Club è un locale situato nel cuore di Bologna tra portici, antiche osterie e fascino medievale. Ogni sera propone eventi a tema e musica live con artisti e band emergenti selezionati in base alla qualità della loro arte che spazia dal jazz al rock, dal pop al blues.

Ci troviamo in via Cartoleria n. 15, a pochi passi dal celebre Teatro Duse e da via Castiglione e quindi a pochi passi da Piazza Maggiore. La nuova gestione ha compiuto un grande rinnovamento sia dal punto di vista della direzione artistica che nella capacità di accogliere e intrattenere la clientela.

Oltre alla buona musica live, infatti, al Take Five si possono trovare i migliore cocktail della città e si può cenare a base di piatti tipici della cucina emiliano-romagnola preparati in maniera artigianale e seguendo i criteri della tradizione. Non manca una buona selezione di vini e birre.

La programmazione varia ogni sera e si può seguire sul sito web del Take Five ma, in linea di massima, gli appuntamenti sono ricorrenti ogni settimana. Ecco un accenno di alcune serate a tema.

MERCOLEDREAM

Grazie alla collaborazione con Le Vele Ibiza events, ogni mercoledì si svolgono spettacoli, cabaret e, soprattutto, concerti dal vivo con artisti bolognesi e provenienti da altre province e regioni. Chi non desidera cenare potrà semplicemente sorseggiare un drink, un cocktail, una birra o un bicchiere di vino in compagnia.

GIOVEDI JAZZ

Il Take Five è innanzitutto un Jazz club e, pertanto, anche in questa stagione, si possono ascoltare illustri nomi del panorama jazz nazionale.

VENERDI di AICARDI “NEVERENDING TOUR”

Il venerdì l’arte si vive a 360 gradi e il Take Five si apre alla poesia, al canto, alla recitazione e anche all’improvvisazione. Il tutto coordinato e diretto da Federico Aicardi, esuberante farmacista bolognese.

SABATO ROULETTE

Il sabato non seguirà uno schema fisso e si potranno trovare il karaoke, le feste a tema anni ’30, anni ’50, anni ’90, le feste in maschera, gli aperitivi in lingua, degustazioni varie.

Menù degustazione

Dalle ore 21.00, su richiesta, si può scegliere di cenare con un menu tipicamente emiliano, preparato dalle sapienti mani delle “sfogline” di “Nonna Farina“. Il Take Five è un circolo Arci e quindi l’ingresso è riservato ai soci con la possibilità di sottoscrivere la tessera la sera stessa presso il locale. Ticket ingresso di € 5,00 per chi non usufruisce della cena.

Si suggerisce di telefonare per prenotare il proprio tavolo. E’ possibile inoltre organizzare eventi esclusivi, aziendali, privati e mostre.


TAKE FIVE – GENUINE MUSIC CLUB
Dove: Bologna, via Cartoleria n. 15
Contatti e prenotazione tavoli: tel. 051.229039 – cell. 338.1597938
E-mail: info@takefivebologna.it
Ingresso: riservato ai soci con tessera Arci
Sito web: www.takefivebologna.it
Facebook: Take Five Bologna


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