Webstar nell’industria discografica. Alla ricerca delle meteore?

Tante visualizzazioni o tanto talento? Le major sperano sicuramente in un ampio guadagno.

Youtuber-musicali-WebstarYoutube venne fondata nel 2005 come piattaforma video. Certamente, ben undici anni fa, non si poteva minimamente pensare che avrebbe avuto un successo di scala mondiale tanto da rivoluzionare qualsiasi campo mediatico.

Arrivano le grandi visualizzazioni, le aziende iniziano ad investire in pubblicità, product placement e nascono i primi leader d’opinione della piattaforma, gli youtuber, detti anche webstar. Questo passaggio è fondamentale, perché se prima a diventare celebre era il video di qualche gattino o la gaffe alla Paperissima, successivamente proprio delle persone in carne ed ossa sono state messe sotto i riflettori, spesso d’età compresa tra i 16 e i 30 anni. Qui c’è la vera rivoluzione.

La televisione, in netta perdita qualitativa, è stata sopraffatta da format online virali molto semplici come blog di varietà, video musicali, web serie, che, con il passare del tempo, hanno dato un’accezione commerciale e generalista anche a Youtube. Non a caso i puristi della piattaforma, i primi ad aver avuto “successo”, hanno criticato il cambiamento dei contenuti dei video. Oggi molti giovani non è detto che vogliano diventare in primo luogo youtuber, ma ci provano, tanto non costa nulla, per questo motivo i video sono cresciuti esponenzialmente tanto quanto la scelta di cosa vedere. Persino show televisivi da anni replicano i pezzi migliori o le intere puntate su Youtube, molte aziende lo utilizzano per campagne di viral marketing e anche la radio è stata intaccata dai fenomeni del web.

Parlo di radiofonia non a caso, visto che è il primo media ad essere maggiormente a contatto con la musica. In Italia un pioniere è stato Willwoosh (Guglielmo Scilla), che approdò a Radio Deejay uscendo dal 15 pollici, e a ruota molti altri. Questo perché, come già detto, le webstars sono leader d’opinione e come tali possiedono un grande capitale sociale, ovvero tante persone fidelizzate al prodotto che si portano dietro ovunque e qualsiasi cosa facciano. Probabilmente il primo youtuber musicale a sfondare il muro delle major è stato Fedez, ma di lui parleremo più avanti.

L’estate 2016 è stata sicuramente contaminata da Andiamo a comandare di Fabio Rovazzi, disco d’oro per lo streaming. Rovazzi non è il primo youtuber ad essere entrato nelle grazie della musica italiana, ma nel suo caso c’è una grande differenza che lo rende un artista a dir poco geniale. Rovazzi non si è mai dichiarato cantante, anzi tutt’altro, e con questa canzone ha generato un vero e proprio movimento intorno al video che è diventato virale in pochissimo. Come ha fatto? Intanto, grazie ai rapporti con Merk e Kremont (dj italiani di fama internazionale) che hanno prodotto una base pazzesca, poi mettendo nel video tutte le persone più influenti dello Youtube-system. Come può un video con così tanti leader d’opinione non diventare virale in tempo zero?

Torniamo alla musica. Si stava parlando appunto di Fedez come il primo youtuber musicale ad entrare in major. Per “youtuber musicale” si intende uno youtuber che non ha mai fatto varietà o altri tipi di format nel proprio canale, ma solo e soltanto musica. È davvero meritocratico, quindi, che un ragazzo che si è costruito la “fama” con le proprie canzoni visualizzate da milioni di utenti riceva un contratto discografico, nulla da dire, chapeau. Di casi come quello di Fedez ce ne sono altri nel mondo e in Italia. Quello che però mi stuzzica la curiosità sono alcuni contratti recenti che vedono la produzione di un solo singolo da parte di una grossa casa discografica a youtuber che hanno sempre fatto del varietà.

Si sta cercando di seguire la traccia lasciata ingenuamente da Rovazzi? Ma soprattutto, è sempre solo necessario esporsi sul web per farsi notare da qualche major oppure ha ancora senso partecipare a concorsi per band, cantautori o interpreti?

Il web è sicuramente più meritocratico di tante altre forme di esibizione, ma forse limitare il talent scouting a youtube.com risulta restrittivo. E poi c’è sempre l’incognita del: “L’avranno preso per i numeri sul canale o per il talento?”. Stiamo entrando in un’altra era che può farci avere presto delle risposte: tutti questi youtuber faranno la storia o saranno meteore in puro stile Las Ketchup?

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Andrea De Sotgiu
Andrea De Sotgiu
Laureato in Comunicazione, appassionato di musica e di tecnologia. Se qualcosa nasconde una dietrologia non si darà pace finché non avrà colmato la sua sete di curiosità, che sfogherà puntualmente all'interno dei suoi articoli.
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