Le serie Vinyl e The Get Down hanno raccontato due importanti culture musicali, ma sono state cancellate dalla programmazione sugli schermi. Come mai?
Quest’epoca è sicuramente contraddistinta dalle “serie tv”, anche se in realtà si vedono sul pc. È una dipendenza alla quale molti di noi sono assuefatti: arrivare a casa, accendere il computer e continuare la propria serie preferita, mettendo in pausa la routine. Anche la musica ha iniziato a far parte di questo mondo.
Quando annunciarono Vinyl, nel 2015, rivelarono subito l’importante collaborazione nella produzione tra Martin Scorsese e Mick Jagger. Si parlò subito di serie epocale. Risultato? Chiusura dopo una stagione: secondo la rete i costi erano esageratamente eccessivi rispetto alla percentuale di audience raggiunta. Vinyl raccontava gli anni ’70: gli eccessi, la droga, la corruzione, la musica rock con i suoi personaggi, la radio e il mercato discografico. Uno spaccato di cultura che ha diviso a metà la critica, chi l’ha odiata, ma anche chi l’ha amata (come il sottoscritto, nda).
Allo stesso modo The Get Down, serie sulla cultura hip hop, sul getto, sulle difficoltà delle comunità emarginate, sulle componenti fondamentali di questa espressione artistica: writer, b-boy, dj e mc. Anche in questo caso, grandi aspettative su questa serie prodotta da Netflix, conclusasi in una stagione da 12 episodi divisa in due parti.
C’è da chiedersi perché queste serie non abbiano raggiunto i loro obiettivi di ascolto. Probabilmente perché, nonostante il mondo della musica sia uscito dalla crisi, il pubblico in media non ha ancora raggiunto una curiosità tale da potersi interessare alle dietrologie di una cultura musicale. Se una serie di livello mondiale, tradotta in diverse lingue, riesce solo a comunicare agli appassionati di musica avrà sicuramente sbagliato qualcosa. L’ascoltatore medio non è ancora disposto ad andare oltre all’ascolto.
Si può dedurre, quindi, quanto risulti difficile far trasparire che la società di oggi si sia formata anche grazie ai cambiamenti radicali che ha permesso la musica, creando comunità e aggregando le persone, le quali, con qualcosa in cuffia, si sono soltanto limitate a cambiare il mondo.