Sonny Willa: “È la prima volta che ho un progetto così in bolla”

È uscito, a fine aprile, “In Bolla”, il primo disco ufficiale di Sonny Willa.

Sonny Willa, è un rapper ligure che ha riportato la tecnica e gli incastri nel suo nuovo disco “In bolla”, uscito per Platonica, etichetta diretta artisticamente da Zibba. Cercare di restare sulla cresta dell’onda, portandosi dietro un background da freestyler, non è facile, oggi che la trap ha standardizzato molto lo stile, ma Sonny, con i suoi testi sul filo tra ironia e cinismo, ha voluto dare un’interpretazione originale e diversa della realtà che ci circonda.

“In bolla” può essere definito un disco rap in un periodo trap?

Sono cresciuto con la wave rap e l’ho seguita, c’è anche la trap in questo disco. Ho i miei coinquilini di Milano che sono i più forti d’Italia a fare la trap, quindi ho preso ispirazione anche da loro. Sono cresciuto con il rap e il rock nelle orecchie. Faccio rap, ma ascolto di tutto, questo mi ha permesso di aprire la mente sui testi.

C’è anche molta ironia nell’album, un frangente che in Italia non è stato davvero approfondito nell’hip hop.

Il disco ha una linea fantozziana e tragicomica, fino ad espandere i problemi al punto da farli diventare ironici.

Pensi che sia davvero “in bolla” il tuo ultimo lavoro?

È la prima volta che un progetto mi viene così “in bolla”. Diciamo che è il mio vero primo progetto ufficiale. È come una prima volta.

Si può dire che questo è, a tutti gli effetti, un disco improntato per il live?

Bravo, te ne sei accorto, non se n’era ancora accorto nessuno. Il progetto si basa molto sul live e lo potremo portare ovunque, dalla strada ai festival. È un’occasione per stare in mezzo alle persone e dire al prossimo di essere felici nonostante i problemi della vita.

Quale traccia consiglieresti di ascoltare?

Ne ho tre da consigliare. A livello tecnico “Ronaldinho” è la più potente di tutte. “Frank” è il pezzo a cui sono più affezionato. La terza è “Nuvole”, che è una parte conscious e trap del disco, dove spiego di quando sono stato in carcere a Londra e ho avuto un paio di peripezie.

Come ti trovi a far parte del nuovo progetto di Platonica e con Zibba da produttore?

È una scommessa che stiamo facendo tutti quanti e che sta andando alla grande. Mi aspettavo un decimo dell’hype che gira intorno alla cosa. Tutto è ancora da vedere, siamo agli inizi della promozione, quindi vedremo come evolverà. C’è un grande team dietro a tutto questo. Con Zibba è stato il lavoro più veloce che abbia mai fatto. Siamo entrati in studio senza una canzone, dopo un quarto d’ora ne avevamo una. È un produttore rapido a costruire canzoni.

Abbiamo iniziato l’intervista accostadoti al rap. Il tuo disco è ricco di incastri e riporta molto alla tecnica. Pensi che in questo momento di evoluzione musicale e di ritorno al passato possa tornare anche l’old school rap?

Spero di no e sarà difficile. Credo che ci saranno altre evoluzioni di questo genere. L’ascoltatore medio oggi è adolescente. Loro non conoscono davvero la potenza del vecchio rap. Ciò che va in tendenza a volte non è sempre valido. Quindi è molto difficile ipotizzare un cambiamento verso la “old”. Anzi, il rischio è che peggiori la qualità. Il messaggio e i contenuti non vengono sempre recepiti dalle persone più acerbe.

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Andrea De Sotgiu
Andrea De Sotgiu
Laureato in Comunicazione, appassionato di musica e di tecnologia. Se qualcosa nasconde una dietrologia non si darà pace finché non avrà colmato la sua sete di curiosità, che sfogherà puntualmente all'interno dei suoi articoli.
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