Sonia Grandis: l’interpretazione in scena e la musica

Sonia Grandis: ho cominciato a fare la maschera per poter assistere agli spettacoli e…la passione era scoppiata

Sonia Grandis: l’interpretazione in scena e la musica
Sonia Grandis: Il mio è un percorso “onnivoro” che mi ha portata ad indagare la comunicazione teatrale in tanti aspetti

Dopo il liceo classico, frequenta l’Università Cattolica di Milano dove si laurea in Storia del Teatro con una tesi sullo spettacolo barocco a Milano, segnalato al premio Ludovico Zorzi della fondazione Olivetti nel 1987.

Parallelamente si diploma in recitazione con Ernesto Calindri all’ Accademia dei Filodrammatici con medaglia d’oro e premio.

Svolge attività come attrice in teatro, televisione e radio, e con gruppi di musica contemporanea in varie performance e melologhi. Collabora con la scrittrice e giornalista Valeria Palumbo in reading su temi storici e del femminile rappresentati in vari festival e nei luoghi artistici curati dal Touring Club Italiano.

Docente in ruolo di “Teoria e Tecnica dell’interpretazione scenica” presso il Conservatorio Verdi di Milano, è referente del laboratorio di teatro musicale Cantarinscena, specializzato nella ricerca e riscoperta del repertorio italiano meno frequentato e ha recentemente curato la regia di Billy Budd di Giorgio Federico Ghedini su libretto del premio Nobel Salvatore Quasimodo e Suor Angelica di Giacomo Puccini.

Sonia Grandis: l’interpretazione in scena e la musica
Sonia Grandis: la mia passione è interpretare i testi altrui, prima di tutto come attrice

Ha interpretato nel 2018 il ruolo della regina Cristina di Svezia nel docufilm La Corda Spezzata dedicato al compositore Alessandro Stradella, regia Francesco Leprino.

Ha ideato con la psicoterapeuta Annapaola Giannelli il Festival Mitomania, conversazioni e contributi artistici sui miti fondativi della città (nel 2018 il mito di Ade nelle città di Ragusa, Siracusa e Messina, nel 2019 i miti delle Ninfe e del Fiume a Siracusa e Catania e nel 2020 a Enea) per cui è organizzatrice e ideatrice degli eventi spettacolari.

Ho avuto il piacere di lavorare con lei, anni fa, nel reading “Marilde Serao: come se fosse oggi”, con Valeria Palumbo e le musiche di Walter Colombo eseguite dal vivo.

Ora mi fa piacere farle alcune domande sulle sue molte attività.

Raccontami il tuo percorso dagli inizi

Il mio è un percorso “onnivoro” che mi ha portata ad indagare la comunicazione teatrale in tanti aspetti, dalla parola all’opera lirica, all’arte terapia, alla formazione didattica, nonché ai mezzi canonici di teatro e video.

Nei miei primi ricordi da bambina c’è il fascino del suono delle parole degli attori in televisione, così diverse dal lessico familiare o dal dialetto lombardo veneto dei nonni.

Sonia Grandis: la parola dei libretti d’opera ha rappresentato una sfida per renderla altrettanto importante come la grande musica
Sonia Grandis: la parola dei libretti d’opera ha rappresentato una sfida per renderla altrettanto importante come la grande musica

Facevo ancora le elementari quando mio padre mi ha iscritta a un corso di teatro tenuto da Adriano Vercelli, regista e uomo di raffinata cultura che ci fece esercitare su testi poetici e teatrali importanti con un grande rigore e anche con esercizi di tecnica già da attori professionisti impegnativi per chi era ancora bambino.

Poi ho cominciato a fare la maschera per poter assistere agli spettacoli e…la passione era scoppiata.

La tua esperienza all’Accademia, il tuo rapporto con gli insegnanti

Accademia dei Filodrammatici, tutti seduti a tavolino nell’allora severa stanza con i ritratti degli antichi Soci, lezione di umiltà del mio maestro Ernesto Calindri, prima di dare lettura del copione ci dice “Io non sono bravo come Gassmann, vi insegnerò quello che ho imparato …” o anche “ le battute comiche devono essere come pistolettate”…è stato un maestro severo e  accogliente al tempo stesso.

Da lui e da Teresita Fabris ho appreso il gusto per la “parola scenica” che poi ho messo a frutto anche cimentandomi in quel particolare genere che è il melologo, cioè musica su testo parlato e non cantato, nato nel settecento con Diderot, il più famoso dei quali è Enoch Arden di Richard Strauss, che ho fatto con Ruggero Laganà, ma poi ho  collaborato con moltissimi compositori contemporanei, come ad esempio Sonia Bo, Carlo Galante… di recente Rossella Spinosa su un testo di denuncia contro gli abusi della giornalista Monica Pelliccione, presentato a L‘Aquila in occasione del Premio nazionale Donna e che sarà replicato da novembre in varie città.

Il tuo lavoro al Conservatorio in cosa consiste?

Sono docente di Arte scenica: questa è la denominazione antica. Adesso si chiama Teoria e tecnica dell’interpretazione scenica. È un corso di teatro per cantanti lirici.

Una cosa che in genere non si sa è che le prime scuole di teatro sono nate nei Conservatori, con corsi tenuti anche da illustri maestri, che avevano anche denominazioni abbastanza affascinanti, tipo Corso di declamazione e storia universale.

È una tradizione italiana molto ricca. Il tipo di insegnamento è comunque basico, vista la finalità comunque lirica. Unire la recitazione e il canto è un processo molto più lento. Molti cantanti vengono da esperienze teatrali coltivate altrove.

Essendo docente di arte scenica al Conservatorio Verdi di Milano la parola dei libretti d’opera ha rappresentato una sfida per renderla altrettanto importante come la grande musica e i grandi personaggi messi in scena: non posso dunque che stupirmi ogni volta davanti ai versi di Lorenzo Da Ponte nella trilogia mozartiana!

Ma penso anche a recenti musical come London Road di Alecky Blyte e Adam Cork, racconto di cronaca nera, dove la musica trae i suoi moduli dal parlato delle interviste dei protagonisti.  Un nuovo recitar cantando? in fondo anche il Combattimento di Tancredi e Clorinda di Tasso Monteverdi è un tragico delitto…

Sonia Grandis: l’interpretazione in scena e la musica
Sonia Grandis: l’interpretazione in scena e la musica

La tua passione di interprete e di regista

La mia passione è interpretare i testi altrui, prima di tutto come attrice, che rimane la mia vera natura, ma grazie al lavoro nel Conservatorio mi sono accostata anche alla messinscena come regista.

Una sfida nell’armonizzare grandi compositori, scene, costumi, luci, e soprattutto interpreti che sono la vera essenza e il vero corpo di ogni opera dal vivo, sottoposta ad ogni replica ad incessante metamorfosi.

Forse da qui il mio interesse per l’epoca barocca che oggi, in clima di pensiero fluido, ritorna attuale.

Ascolti musica leggera?

Certamente, col lavoro che faccio sono inserita in un mondo sonoro, musicale, continuo, di tutti i generi. Mi piace moltissimo Tosca e i cantanti che lavorano molto con la poesia, ecco.

Cosa farai prossimamente?

Ti indico i miei prossimi appuntamenti: consulenza artistica e partecipazione al Festival di letteratura al femminile Scrittrici Insieme presso il Castello di Somma Lombardo, Varese, presidente Helena Janeczek.

Poi la collaborazione con Rossella Spinosa per un progetto di letteratura e musica. Molto probabilmente, come attrice, una parte di cameriera in una commedia brillante al Teatro San Babila; e l’organizzazione del festival MITOMANIA dedicato a Eracle a Catania.

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Sergio Scorzillo
Sergio Scorzillo
Autore, attore, regista, formatore. Teatro e Musica sono state da sempre le sue grandi passioni e non solo. Il palcoscenico è il luogo in cui riesco a vincere le mie fragilità, a comunicare e a sentirmi utile e vivo
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