Secondary ticketing: un problema ancora irrisolto

Continua la lotta contro i bagarini online, ma non è ancora nata una piattaforma certificata che garantisca l’acquisto e la vendita di biglietti già comprati.

Secondary ticketing: un problema ancora irrisolto

Capita spesso di imbattersi in gruppi Facebook (fan club o eventi ) dove le persone che non possono andare a vedere un concerto, ma hanno già comprato il biglietto, si trovano nella situazione di doverli vendere.

“Vendo 2 biglietti per X il 20 luglio allo stadio Y, contattatemi in privato”.

Sicuramente c’è qualcuno che vuole approfittarsene, ma molte volte sono persone che hanno ricevuto il biglietto per regalo o, semplicemente, non possono andarci e vorrebbero cedere a terzi il proprio titolo allo stesso prezzo di vendita. Abbiamo provato a contattarne alcuni in privato e abbiamo capito che, procedere di persona in persona, è il modo migliore per trovare soluzioni senza accedere a siti che raddoppiano o quadruplicano i costi reali degli spettacoli. Una volta decisa la transazione (che avviene nei confronti di uno sconosciuto, per quanto PayPal possa venirci incontro) sorge una problematica: il nominativo. Quindi, sia il venditore che l’acquirente entrano nel seguente loop:

  • “Dammi un giorno che mi informo”
  • “Guarda che ho altre persone che stanno cercando il biglietto. Sei sicuro che ti interessa?”
  • “Si, ma ho bisogno di capire come cambiare il nominativo”
  • “Se vuoi ti invio una copia dei miei documenti”.

Eccetera, eccetera. Tutto risolvibile, come avevamo già scritto su Musica361, se le stesse grandi aziende di ticketing promuovessero una piattaforma sicura dedicata a queste esigenze degli utenti.

Oggi il secondary ticketing continua ad esistere, è calato, ma ha ancora mercato. È recente la notizia in cui la FIFA ha denunciato un famoso sito di rivendita di biglietti per violazione della legge sulla concorrenza sleale. Anche alla Scala di Milano, secondo il Corriere della Sera, sono stati licenziati alcuni dipendenti della biglietteria che avevano inserito sui siti di secondary ticketing biglietti a prezzi maggiorati. Sebbene contro questa piaga si stiano spendendo ingenti forze nel tentativo di contrastarla, sembra ancora tanto il lavoro che ci sia da fare. E a rimetterci sono, in primo luogo, i consumatori: chi non fa in tempo a comprare il biglietto di un concerto probabilmente non lo troverà e chi vorrà rivenderlo legalmente si troverà in grande difficoltà.

 

Condividi su:
Andrea De Sotgiu
Andrea De Sotgiu
Laureato in Comunicazione, appassionato di musica e di tecnologia. Se qualcosa nasconde una dietrologia non si darà pace finché non avrà colmato la sua sete di curiosità, che sfogherà puntualmente all'interno dei suoi articoli.
Top