Rivolta: “Sottovoce? Sono molto contento del risultato finale”

Intervista al giovane cantautore milanese Rivolta, in uscita con il suo singolo d’esordio “Sottovoce”

Rivolta
Rivolta si racconta ai lettori di Musica361 © foto di Airuf

Debutto discografico per Alberto Rivolta, in arte semplicemente Rivolta, cantautore classe ’95 che ha scelto di farsi conoscere al grande pubblico con il suo biglietto da visita discografico intitolato Sottovoce, singolo disponibile in radio e in digitale a partire dallo scorso 17 luglio.

In “Sottovoce” ti ribelli alla percezione che gli altri possono avere di noi, spesso sbagliata. Cosa ti ha ispirato questa riflessione?

È una riflessione a cui sono arrivato cominciando a lavorare su me stesso. Ci possiamo raccontare di tutto, ma alla fine quello che conta è cosa vedi nello specchio. Nel mio caso, sono arrivato ad un punto in cui non mi riconoscevo, era come se invece che vedere me stesso, vedessi l’immagine di ciò che altri volevano che fossi.

Ero stufo di essere sempre quello che si fa mettere i piedi in testa, che vive solo assecondando pareri e decisioni altrui, senza metterci del proprio. Piano piano, sottovoce se vogliamo dire, ho cominciato a ribellarmi, cercando di ascoltarmi e capire che cosa davvero volessi. Non è un percorso veloce, nemmeno facile, ma sono contento di aver finalmente messo in moto qualcosa.

Quali elementi e quali caratteristiche ti rendono orgoglioso di questo pezzo?

Credo che la cosa fondamentale di un pezzo sia che quando premi play, quello che senti piaccia prima di tutto a te. Sono orgoglioso di essere riuscito a esprimere quello che davvero sono nel testo,  facendomi scivolare addosso critiche e pareri di persone che sostengono che quello che ho scritto non mi rispecchi.

Anche la base musicale è qualcosa di cui sono particolarmente fiero. Volevo creare qualcosa con un sound che fosse un insieme di elementi tratti da un mondo più moderno, contrapposto a elementi di un mondo musicale totalmente diverso, come quelli del tango argentino. Sono molto contento del risultato finale.

Cosa ti ha spinto a sceglierlo come tuo primo singolo ufficiale?

“Sottovoce” è il brano a cui sono più legato, perché è stato quello che per primo mi ha portato ad iniziare il percorso personale di cui ho parlato nella prima domanda. La scelta di volerlo pubblicare come primo, deriva principalmente da questo.  L’altra motivazione risiede proprio nel titolo del brano. Mi piaceva l’idea di iniziare il mio percorso musicale “Sottovoce”, per poi andare a costruire qualcosa di concreto, tassello dopo tassello.

Credi nel potere terapeutico delle canzoni? Ci sono dei brani di altri artisti a cui sei particolarmente ed emotivamente legato?

Assolutamente sì, per me la musica è magica in questo senso. Crea una connessione tra te, il brano che stai ascoltando e il particolare momento in cui avviene il tutto. Ci sono dei brani di cui non mi stanco mai, anche per il fatto che mi ricordano proprio il periodo in cui li ho ascoltati per la prima volta. Uno di questi è “ Ti sposerò” di Nesli. Mi ha colpito a tal punto che ho deciso di tatuarmene una frase sul braccio. Un altro brano al quale sono profondamente legato è “Skinny love” di Bon Iver. C’è una frase,  “I tell my love to wreck it all”, che mi fa sempre venire i brividi, sia per come viene cantata, sia per il suo significato. Credo che prima o poi mi tatuerò anche questa!

Coltivi altre passioni oltre la musica?

Ho sempre avuto la passione per la poesia e la letteratura. Ricordo che alle medie ho avuto i primissimi contatti con pezzi di opere italiane e non, come ad esempio i “Promessi sposi” o “Ventimila leghe sotto i mari”, e mi colpirono tantissimo. Ho scelto poi di fare il liceo classico, per poter conoscere alti autori ed opere. Un’altra passione che coltivo da quando ero molto piccolo è quella per l’informatica. Ho iniziato ad usare i computer grazie a mio nonno, quando ancora c’era il 56k che risuonava per tutta la casa. Da lì, non ho mai smesso di usarli, non ho dormito per giorni quando mi venne regalato il mio primo computer.

Strettamente collegato al mondo dell’elettronica, ho sempre avuto la passione per il gaming, in particolare per i simulatori di guida. Tra tutti, quelli che preferisco sono i giochi di formula 1, che è il mio sport preferito. Mi piace passare parte del mio tempo libero seguendo i gran premi o correndo sul simulatore.

Come ti immagini tra dieci anni?

Più che dire come mi immagino, posso dire quello che desidero. Spero di essere una persona serena con se stessa, che è finalmente riuscita ad accettarsi completamente. Il mio più grande sogno è sempre stato quello di vivere della mia musica,  quindi mi piacerebbe davvero realizzarlo da qui a dieci anni, magari anche mettendo su famiglia e condividendo con loro la mia vita.

Condividi su:
Nico Donvito
Nico Donvito
Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
Top