Reik, intervista alla band di “Amigos con derechos”

I Reik sono delle superstar che, dopo 14 anni di carriera, si affacciano nelle nostre playlist che sanno sempre più di musica latina. L’ultimo singolo “Amigos con derechos” lo cantano con Maluma. E chissà cosa bolle in pentola con Riki…

Reik, intervista alla band di "Amigos con derechos"
I Reik con, in piedi, Maluma

I Reik sono un trio messicano con 14, 15 anni di carriera alle spalle. Potremmo definirli una boyband, perché è un gruppo composto di soli ragazzi, Jesús Navarro, Julio Ramírez e Gilberto “Bibi” Marín, ma come ci hanno detto non è proprio così. Il genere che propongono sa di urban e di romantico, genericamente per noi ricade nel grande contenitore del latin pop.

Sono delle star nel mondo della musica latina, il loro singolo “Me niego” cantato con Ozuna e Wisin è stato certificato disco di diamante negli Stati Uniti. I Reik sono arrivati in Italia con l’umiltà di chi, qui, non è ancora così popolare, anche se i numeri cominciano a farsi importanti: “Me niego” globalmente ha superato i 647 milioni di visualizzazioni su YouTube (al momento in cui scrivo), in Italia il singolo è certificato disco d’oro. Il nuovo brano dei Reik (più di 4 milioni di follower su Twitter e e 1,1 milioni su Instagram) è “Amigos con derechos”, che cantano insieme alla superstar Maluma: situazione su YouTube, sfondato il tetto degli 81 milioni.

Questi ragazzi, sulla trentina, sorridenti e cordiali, sono di un’umiltà e di una gentilezza che è giusto sottolineare.

Reik: l’intervista

Presentateci “Amigos con derechos”.

È una canzone più casual – se possiamo dire così- rispetto a quelle che cantiamo abitualmente, perchè siamo entrati un po’ nello spirito di Maluma. Parla del fatto di cogliere l’ottimo e viverlo, come capita ai due amici che vedete nel video e che vivono una storia d’amore inaspettata, a Las Vegas.

Di solito il genere che proponete qual è?

Facciamo canzoni romantiche, dal sound latino ma anche urban. Siamo aperti alle contaminazioni e alle influenze di generi musicali diversi.

Sappiamo che vi siete incontrati con Riki, com’è andata?

Lo abbiamo incontrato in studio. Per ora ci stiamo conoscendo, ci siamo divertiti, abbiamo chiacchierato e siamo usciti a cena. Speriamo di fare qualcosa con lui, che ci è sembrato simpatico e pieno di talento.

Quali progetti avete riguardo l’Italia?

Ci piacerebbe moltissimo suonare qui. Per ora abbiamo conosciuto Riki, iniziamo adesso a presentarci nel vostro paese e vediamo cosa riusciremo a fare in futuro. Ma certamente fare dei concerti qui è uno dei nostri obiettivi, e speriamo che non sia in un futuro così distante.

Come si tiene la barra dritta dopo 15 anni circa di carriera in una band?

I Reik sono uniti dal rispetto reciproco e da un obiettivo comune che è la musica. Per far funzionare le cose la comunicazione è fondamentale, noi ci parliamo molto. Non ho velleità soliste (precisa Jesús, la voce della band, nda). È facile dire “tu canti, perché non fai da solo?”. Ma se non fossi stato nel gruppo non sarei qui adesso.

Come siete cambiati nel corso degli anni?

Innanzi tutto siamo cresciuti davanti al pubblico, abbiamo iniziato che avevano 17, 20 anni. È un modo pazzesco di crescere, ma per fortuna abbiamo alle spalle famiglie forti e radici salde, questo ci ha aiutati a condurre una vita il più normale possibile. Non siamo mai stati una boyband nel senso comune che diamo alla parola, non ci siamo mai esibiti con coreografie. Ci piace la musica urban (e anche il reggaeton) e il sapore dell’album che stiamo scrivendo prevalentemente sarà questo, ma non sappiamo se lo pubblicheremo nel prossimo futuro. Vogliamo collaborare anche con artisti che niente hanno a che fare con i generi che apprezziamo: ad esempio, siamo affascinati dagli artisti trap. Sappiamo che qui in Italia al momento va forte.

Reik: guarda il video di Amigos con derechos feat. Maluma

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Francesca Binfaré
Francesca Binfaré
Giornalista, si occupa di musica, spettacolo e viaggi; parallelamente svolge attività di ufficio stampa. Autrice e conduttrice radiofonica dal 1989. Ha vissuto qualche tempo a Dublino, ma non ha mai suonato al campanello di Bono. Ha visto i "duri" Metallica bere un the e Slash senza l’immancabile cilindro. Affezionata frequentatrice del Festival di Sanremo e dei meandri del Teatro Ariston.
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