#Notedicarta: Sergio Buonadonna, Palermo Pop Festival

 “Quando Palermo sognò di essere Woodstock” di Sergio Buonadonna

#Notedicarta: Sergio Buonadonna, Palermo Pop Festival
#Notedicarta: Sergio Buonadonna, Palermo Pop Festival – Aretha Franklin – Palermo Pop 1970

Pubblicato da Navarra editore e giunto alla sua seconda edizione, il libro di Sergio Buonadonna non è un semplice saggio.

L’autore racconta, attraverso la passione del cronista, che di quei fatti è stato testimone e, in un certo modo, protagonista, una stagione indimenticabile non solo per la musica ma anche per la società palermitana.

Il 1970 è stato, non solo per Palermo, un anno prodromico agli eventi che poi si svilupparono nel decennio e in quello successivo. Mentre l’Italia si preparava, inconsciamente, agli “anni di piombo”, nell’isola si creavano i presupposti per il sanguinoso strapotere mafioso.

Si tratta di un viaggio nel tempo che ci riporta a quella Palermo che si trovò ad essere proiettata nella scena musicale internazionale con il suo Palermo Pop Festival, voluto dal siculo/americano Joe Napoli, imprenditore italoamericano di Brooklyn che aveva fatto fortuna negli States, che ebbe la voglia di regalare ai cittadini delle sue terre natie un’esperienza simile a quelle appena vissute a Bethel, a Woodstock e all’Isola di Wight, lo spinse a creare qualcosa che, ancora oggi, ha davvero dell’incredibile, ossia il Palermo Pop Festival, un’apoteosi di musica pop, rock e jazz.

Supportarono l’idea di Joe Napoli Silvana e Cecè Paladino, gli eredi Florio mecenati del rock e del jazz.

#Notedicarta: Sergio Buonadonna, Palermo Pop 1970 Robert_Plant
#Notedicarta: Sergio Buonadonna, Palermo Pop Festival 1970 Robert_Plant International Folk, Rock, Jazz Festival

Tre edizioni – 1970, ’71 e ’72, anche se quella del 1970 è passata alla storia, che realizzarono a Palermo una delle più significative kermesse musicali di quegli anni.

Alla prima edizione avrebbero dovuto partecipare anche i Pink Floyd, Rolling Stones e Led Zeppelin ma per motivi economici la loro presenza saltò ma non mancarono star di livello internazionale come Duke Ellington, Johnny Hallyday, Arthur Brown e Aretha Franklin oltre a una nutrita rappresentanza di artisti italiani quali Little Tony, Bobby Solo, I Ricchi e Poveri, Fausto Leali, Rosanna Fratello e le siciliane Rosa Balistreri e Giuni Russo, oltre a diversi cantanti e complessi (come venivano chiamati allora), dell’epoca.

Sergio Buonadonna, con il suo stile descrittivo avvolgente, ci porta in quegli anni non solo di fronte al palco ma, e soprattutto, nel backstage e nelle fasi di preparazione.

Un libro pieno di aneddoti di quelle giornate, di retroscena che, prima della stesura di questo volume, appartenevano solo alla leggenda ma che oggi, proprio grazie al lavoro di Buonadonna diventano parte della storia.

#Notedicarta: Sergio Buonadonna, Palermo Pop Festival
#Notedicarta: Sergio Buonadonna, Palermo Pop Festival

«Intendiamoci: Palermo Pop 70 fu un trionfo. Ottantamila spettatori in una città in fondo al Vecchio Continente sembrarono una cifra impensabile.

Musica e amore, canne e danza sull’erba dello stadio in un’atmosfera, quella sì da isola di Wight. (…) Le emozioni furono forti, dall’arresto del cantante Arthur Brown che si spogliò in scena per una sorta di esibizione rituale ma che fu rivestito in fretta e trasferito all’Ucciardone, al fermo di Franco Trincale. Troppo esagerato il primo e troppo politico il secondo per una polizia che non perdonò nulla».

Ricordiamo che l’esibizione di Arthur Brown fu fermata dalla Polizia, che salì sul palco e quella di Trincale fu interrotta per aver intonato il ritornello “Nixon boia“.

#Notedicarta: Palermo Pop Festival fonte Dagospia
#Notedicarta: Sergio Buonadonna, Palermo Pop Festival 1970 fonte Dagospia

L’edizione del 1971, purtroppo, fu realizzata senza l’appoggio delle istituzioni regionali che, come spiega Buonadonna, mal tolleravano tutti quei capelloni e non ritenevano elettoralmente produttivo spendere soldi per il rock o il jazz.

Quella del 1971 fu un’edizione turbolenta, il pubblico era più smaliziato e intollerante, ma illuminata da alcune grandi performance come quella dei Black Sabbath e dei Colosseum e dalla presenza di Osanna, PFM, Alphataurus, Banco del Mutuo Soccorso, Le Orme, Delirium e Maya.

Poi nel 1972 l’epilogo con un’edizione in tono ridotto, finita anzitempo per l’intervento delle forze dell’ordine.

#Notedicarta: Sergio Buonadonna, Palermo Pop Festival Copertina del libro
#Notedicarta: Sergio Buonadonna, Palermo Pop Festival Copertina del libro

La seconda edizione è arricchita, rispetto alla prima, di un’analisi più ampia dei movimenti musicali dell’isola descrivendo anche il fermento che caratterizzò Catania negli anni successivi al festival, quel fermento musicale che trovò incarnazione nella Cyclope Record, fondata da Francesco “Checco” Virlinzi che produsse, per primo, Carmen Consoli ma anche il solista Mario Venuti, orfano dei Denovo, e una serie di solisti e band che hanno contribuito allo sviluppo musicale nell’isola come Moltheni, Brando, Flor, Amerigo Verardi, gli Uzeda, i Nuovi Briganti e i Kunsertu.

Il volume contiene i contributi di Beatrice Agnello, Vittorio Bongiorno, Gian Mauro Costa, Franco La Cecla, Francesco La Licata, Beatrice Monroy, Alberto Stabile e Piero Violante.

#Notedicarta: Palermo Pop Festival 1970 Arthur Brown
#Notedicarta: Sergio Buonadonna, Palermo Pop Festival 1970 Arthur Brown

Interessante inoltre l’analisi, contenuta nel libro, che racconta il contesto palermitano di quegli anni, dalla scomparsa e morte del giornalista Mauro De Mauro al malgoverno mafioso della città. Ma, da Buonadonna, che fu giornalista de L’Ora sin dalla metà degli anni ’60 e sino alla sua chiusura, era il minimo che potessimo aspettarci e l’abbiamo gradito.

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Roberto Greco
Roberto Greco
Giornalista. Nel tempo si è occupato di musica, teatro e cinema. Studioso di storia contemporanea, scrive per diverse testate occupandosi di cultura, costume e società.
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