“Marketing heroes. Fare impresa tra manga e rock’n’roll. La storia di Velvet Media” di Bassel Bakdounes
Il libro di questa settimana è “Marketing heroes. Fare impresa tra manga e rock’n’roll. La storia di Velvet Media” scritto da Bassel Bakdounes e edito da Velvet Media Italia.
Se pensate che si tratti dell’ennesimo libro di marketing sbagliate di grosso. Si tratta, in realtà, di un’autobiografia, quella dell’autore che ha avuto la capacità di realizzare il sogno di tutti gli imprenditori, ossia quello di passare da 0 a 150 dipendenti in pochi anni formalizzando la concretizzazione di una visione.
Nato in provincia di Treviso da madre veneta e padre siriano, Bassel Bakdounes è il titolare di Velvet Media Italia, agenzia di marketing che opera a livello internazionale con sedi negli Stati Uniti, in Thailandia e negli Emirati Arabi.
Ma Bassel è un personaggio che ha deciso, con questo libro, non tanto di raccontare la sua azienda ma di raccontare la sua formazione che parte da due grandi passioni che, fortunatamente, l’hanno condizionato per tutta la vita.
Fin dalle prime pagine del libro, si intuisce che la determinazione sia sempre stata l’arma vincente dell’autore e un vero e proprio modus operandi sino a divenire un marchio di fabbrica.
Tutto è iniziato con la scelta di costituire la classica band punk da liceo ma, soprattutto, di non accontentarsi tanto da cimentarsi, ovviamente con successo, alla realizzazione di una fanzine specializzata nella musica che più amava e che, in breve tempo, divenne il punto di riferimento del genere la cui esperienza sfociò in un’etichetta discografica indipendente.
Organizzatore di eventi, musicali ovviamente, tanto da riuscire in breve tempo non solo a inimicarsi la maggior parte degli organizzatori di questa tipologia di eventi ma “a fare la differenza” e diventare stimolo e punto di riferimento.
Suoi punti di forza sono sempre stati la forte competenza della materia che trattava e la sua spasmodica passione/ossessione dell’ascolto di sempre più dischi e, come sempre accade a chi ha dentro di sé il concetto di “apertura” e non di “chiusura”, da una ricerca continua e da una curiosità naturale corroborata da conoscenze e amicizie spesso nate per caso.
Bassel, dal coltivare la propria passione, legato anche alla necessità di potersi mantenere economicamente, fa dell’interazione con il mondo che lo circondava, la sua forza.
Il racconto della sua vita, prodromico alla sua attuale attività, lo porta quindi a trasformarsi da semplice operaio che si occupa di assemblaggio a lavoratore a cottimo con il compito di accatastare legnetti e poi, dopo la laurea in Comunicazione e un Master, a diventare stagista alla Ferrari prima e alla Philip Morris poi senza accantonare mai i progetti che lo avevano caratterizzato e di cui si era occupato sino a quel momento.
Qualcuno ricorderà i Lost, quella band vicentina che riuscì a scalzare dalla classifica i ben più noti Tokio Hotel e al video che Bassel sponsorizzo con le t-shirt “Latin lover”, primo esempio di marketing d’assalto che denota, sin dagli esordi, come Bassel sia stato tra i primi a ben capire come il mondo dei social potesse essere utilizzato in maniera rivoluzionaria e non come, nella volontà dei creatori, in un banale strumento per contenere appunti della propria vita.
Lo dimostra il fatto che Bassel, aiutato dalla sua inclinazione e capacità personale, sia stato capace di intuire che anche nel mondo del lavoro e dell’economia, spesso basati su approcci tradizionali, l’originalità e le strade alternative sono valide e funzionali e che l’inventarsi qualcosa seppur faticoso e inevitabilmente associato al concetto di sacrificio possa ripagare in maniera maggiore di quanto sia in grado il fatto di seguire percorsi precostituiti e standardizzati.
Uno stile di vita e, forse, un apocrifo vangelo che racconta come la creatività stia nell’andare oltre le regole e i limiti imposti, peraltro da Bassel, eterno punk-man, ha sempre odiato.
Scelte illuminate che si sono, poi, concretizzate, nel clima aziendale ribelle, clima in cui è normale vedere il titolare muoversi con lo skateboard tra le scrivanie e a concretizzare avanzate proposte di welfare come la presenza della “Manager della Felicità” figura fondamentale per poter favorire l’alchimia tra colleghi, una logica di selezione del personale che si realizza, in prima battuta, tramite curriculum anonimi, per evitare clientelismi o nepotismi e, genialità assoluta, prevedere l’uscita anticipata al venerdì in estate per potersi godersi maggiormente il weekend.
Non ultimo, e fondamentale per un libro, non solo la capacità narrativa, tutta in prima persona, dell’autore ma anche le scelte relative all’impaginazione, alla presenza di pagine colorate e a una suddivisione in possibili capitoli introdotti da un suo pensiero che rappresenta il cardine della successiva narrazione.