#Notedicarta: “1991 Il Risveglio del Rock” di Paolo Bardelli

“1991. Il Risveglio del Rock – Brit Pop, Trip Hop, Crossover, Grunge e altra musica eccitante” è il libro di Paolo Bardelli edito da Arcana Edizioni

#Notedicarta: “1991 Il Risveglio del Rock” di Paolo Bardelli
#Notedicarta: “1991 Il Risveglio del Rock” di Paolo Bardelli

Bardelli, direttore del portale italiano Kalporz, storico giurato del Rock Contest di Controradio, sceglie di dedicare un intero libro a quell’anno che ha avuto il compito, non facile, di delineare gli stilemi sonori di tutto quel decennio in cui, i semi della contaminazione occorsa negli anni ’80 ha dato in forma definitiva i suoi frutti.

Un decennio che ha dato spazio a generi molto diffusi e apprezzati in quel periodo, e oggi fagocitati dal mainstream, come il grunge, il trip hop e il crossover.

Il 1991 è l’anno in cui muore Freddie Mercury e, pur non segnando la sua morte la fine di un’era, la musica si rimette in discussione.

Michael Jackson, Madonna, Phil Collins, Billy Joel, Whitney Houston, Bruce Springsteen, Stevie Wonder, Lionel Richie, Prince e Janet Jackson, ossia gli artisti che hanno dominato le classifiche durante gli anni ’80, inevitabilmente abbeverarono alla nuova parola d’ordine: contaminazione.

Una nuova generazione prendeva in mano la chitarra, il basso e le bacchette della batteria per scrivere una nuova pagina della musica, una di quelle pagine che saranno destinate a divenire spartiacque. Tutto accade per caso?

Quasi mai e, anche in questo caso, quello che avrebbe potuto essere un epilogo si fuse con l’incipit della nuova era e rende indimenticabile proprio quel 1991.

Appena due anni prima era crollato il “Muro di Berlino” e le coscienze delle nuove energie musicali che si erano sviluppate, così come accadde nel 1972 quando gli stati Uniti invasero il Vietnam, furono inevitabilmente condizionate non solo da questo evento ma anche da quella che si profilò, sin da subito, il possibile terzo conflitto mondiale, a seguito dell’attacco nei confronti dell’Iraq da parte di 35 nazioni che agirono sotto l’egida dell’ONU.

Ma quella nuova musica che caratterizzò il 1991 non assorbì una visione catastrofica della società e nemmeno, come invece successe negli anni ’70, si trasformò in un’esplosione della canzone di protesta pura ma diventò testimone di quel passaggio di tempo contribuendo a prendere atto di un mondo che si era svegliato post-ideologico.

L’autore cita, tra gli altri, gli Ustmamò, band proveniente dall’Appennino tosco-emiliano, band che caratterizzò la propria line up con l’utilizzo di voce, violino, basso, chitarre e le campionature dei suoni tradizionali delle ballate montanare, proponendo un valzer che si trasformava in punk e suonato con la batteria elettronica.

#Notedicarta: “1991 Il Risveglio del Rock” di Paolo Bardelli book cover
“1991 Il Risveglio del Rock” di Paolo Bardelli – book cover

Nella sinossi del libro si legge:

“Mentre il metal è al suo punto più alto di diffusione, la parola chiave diventa “contaminazione”: funky e house meticciano il rock sia in Inghilterra che negli Stati Uniti, e nascono e si consolidano veri e propri movimenti che avrebbero lasciato il segno, tra cui il trip hop a Bristol e il grunge a Seattle, oltre a infiniti rivoli di altri generi in fieri.

Soprattutto accade un fatto straordinario: anche a seguito della crisi economica delle etichette indipendenti, diverse band alternative firmano contratti con le major e, per questa via, il mercato discografico che conta diventa terra di conquista di musica “altra”.

Screamadelica, Gish, Blue Lines, Loveless, Spiderland, Laughing Stock, Nevermind, Out Of Time e Achtung Baby sono gli album che uscirono nel 1991 ritenuti, a ragione, dall’autore, tanto da dedicare loro un capitolo intitolato “Mai dare per scontati i fondamentali”.

È più che mai evidente che, saggi antologici come questo, prestano facilmente il fianco alle critiche, soprattutto quelle derivanti da gusti musicali assoluti ma, indubbiamente, il libro di Bardelli è un lavoro generoso, forse troppo, in cui si cita di tutto e di più, compresi titoli di album e band sulle quali, non solo l’autore, in effetti c’è poco da dire e altrettanto da ricordare.

Con la sua scrittura secca e fluida, il lavoro di Bardelli restituisce, quindi, con estrema puntualità, l’aria culturale e musicale di quel 1991.

È proprio questa generosità che rischia di inficiare potenziale ottimo lavoro realizzato da un autore che ha sempre ispirato i suoi scritti ad un senso di sana critica e di distacco ma, forse, l’aver vissuto in maturità quegli anni ’90 – l’autore è nato nel 1973 – ha sentito il bisogno di essere oltremodo esplicito anche al fine di poter scovare gemme nascoste dall’oblio e di costruire una vera e propria enciclopedia di quell’anno ponte tra due culture generazionali.

#Notedicarta: “1991 Il Risveglio del Rock” di Paolo Bardelli
#Notedicarta: “1991 Il Risveglio del Rock” di Paolo Bardelli

Sintomatiche le prime parole scritte che compaiono nell’introduzione: “Cosa fareste se da adulto vi trovaste davanti al voi stessi diciassettenne? Di cosa discutereste? Cosa avreste in comune?

Queste domande non paiano così peregrine, perché in età adulta si cambia talmente che forse si è quel diciassettenne solo in minima parte.

Che ancora vive in noi, per carità, ma è sommerso da quintali di esperienza e cinismo. E pure da un punto di vista strettamente musicale, chi è un vero appassionato e quindi non ha mai smesso di ascoltare musica nuova, si troverebbe ad avere dei gusti piuttosto laterali rispetto a quel diciassettenne”.

Nota dolente, ma l’abbiamo già evidenziata in altri volumi che analizzano periodi musicali e di cui abbiamo parlato in questa rubrica, è la mancanza di un indice dei nomi che avrebbe permesso non solo la lettura del volume ma anche una sua consultazione e speriamo che, in una prossima edizione, questo piccolo neo sparisca.

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Roberto Greco
Roberto Greco
Giornalista. Nel tempo si è occupato di musica, teatro e cinema. Studioso di storia contemporanea, scrive per diverse testate occupandosi di cultura, costume e società.
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