Modà, “Testa o croce” è nato nei bar

Sono passati 4 anni dal loro ultimo album. I Modà sono tornati con “Testa o croce”, un disco che anticipa il tour in partenza il 2 dicembre

Modà, "Testa o croce" è nato nei bar
Modà. Foto: © Roberto Chierici & Doublevision

“Per scrivere bisogna vivere”, spiega Kekko Silvestre, che è l’autore dei testi delle canzoni del gruppo: da un pensiero tanto semplice e al tempo stesso ricco è nato il nuovo disco “Testa o croce”. Sono passati quattro anni dal lavoro precedente dei Modà. Da allora sono trascorsi anche due anni di vita in pigiama, per Kekko, che però a un certo punto ha sentito l’esigenza che le storie incontrate lungo la sua strada diventassero musica.

Spiega proprio Kekko che “Nel disco ci sono storie vere. “Quel sorriso in volto” mi è stata ispirata da due persone che vedevo fuori da una clinica, da lì è partito il viaggio di “Testa o croce”. Lui cantava una canzone malinconica e lei si rasserenava, le tornava il sorriso. Questa è una canzone a cui sono estremamente affezionato, tanto che lo spettacolo del tour sarà costruito anche sulla storia di questi due personaggi, raccontata con un cortometraggio spezzato in pillole che parte da dove finisce il videoclip del brano. Non andrete al cinema, canterò in ogni caso”, specifica ridendo.

Nel disco c’è un brano che porta proprio il titolo “Testa o croce”, ed è nato in maniera diversa da “Quel sorriso in volto”: “L’ho abbandonato, mi sono messo a scrivere il romanzo “Cash. Storia di un campione”. Ho poi ripreso la canzone per scrivere qualcosa di dedicato proprio al personaggio di Cash, che è un tipo impulsivo. Un po’ sono così anche io, ma alla fine non sono cattivo”.

Invece “Quelli come me” è il simbolo di questo disco dal punto di vista dell’ispirazione, cioè è nato in un bar. “Io esco poco”, racconta sempre Kekko, “La mia vita tranquilla mi piace ma a un certo punto ho avuto voglia di storie nuove che ho trovato frequentando di notte i locali milanesi. C’è stato uno scambio con le persone normali, non con il pubblico dei Modà che ti fa sentire importante, diverso. Ci siamo raccontati delle storie, qualcuno non sapeva neanche chi fossi. In generale questo disco è nato nei bar, mentre altre canzoni sono state scritte in seguito a vicende che mi hanno raccontato”.

“…Puoi leggerlo solo di sera”, invece, è stata scritta “Dopo essere tornato a casa da una serata in un bar. Era il 15 febbraio da due ore e mi ero dimenticato di San Valentino. Finii subito questo brano e lo lasciai a Laura (la moglie di Kekko, nda) perché lo ascoltasse. Le altre presenti nell’album non sono storie mie, questa sì, è la mia storia con mia moglie, che dura da vent’anni”.

“Guarda le luci di questa città” chiude il disco: “È un omaggio alla bellissima Milano. Era il 27 marzo, avevo un problema che mi tormentava che quel giorno però si era risolto. Ero uscito con la melodia nelle orecchie e, su un quadernetto, ho scritto chiedendo a Milano se mi avesse visto in questi anni. Non mi ha risposto, ma sono sicuro che mi abbia ascoltato”.

Il tour dei Modà partirà il 2 dicembre dall’Unipol Arena di Bologna.

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Francesca Binfaré
Francesca Binfaré
Giornalista, si occupa di musica, spettacolo e viaggi; parallelamente svolge attività di ufficio stampa. Autrice e conduttrice radiofonica dal 1989. Ha vissuto qualche tempo a Dublino, ma non ha mai suonato al campanello di Bono. Ha visto i "duri" Metallica bere un the e Slash senza l’immancabile cilindro. Affezionata frequentatrice del Festival di Sanremo e dei meandri del Teatro Ariston.
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