Mattia Pagni: la passione per il teatro

Mattia Pagni: la passione per il Teatro. La cosa che mi piace del Teatro è che puoi fare tutto, e io ho scelto proprio di fare tutto

Mattia Pagni: la passione per il teatro
Mattia e Peter Pan – la maggior parte della Bellezza di un “lavoro” teatrale sta proprio nel processo, la parte che spesso al pubblico è invisibile

Mattia Pagni nasce a Pontedera nel 1996, Mattia è Artista e Creativo del Teatro di Bo’ e dei Pensieri di Bo’, realtà che opera nell’ambito del Teatro e della Formazione dal 2000; idea e realizza progetti artistico-culturali e co-gestisce e anima gli spazi del Teatro Comunale di S. Maria a Monte.

Tra Teatro e Artigianato, ha all’attivo diverse produzioni nel ruolo di performer, attore, regista, drammaturgo, costumista, scenografo, compositore ed esecutore musicale.

Oltre al lavoro sul palcoscenico si dedica alla formazione teatrale e creativa, all’arte digitale, alla grafica, al videomaking.

Il suo percorso di ricerca attuale si direziona verso il teatro urbano spaziando tra la memoria intergenerazionale, l’iperconnessione e le meta-identità, le nuove forme di rappresentazione del (dis)sacro contemporaneo.

Tra le sue produzioni in essere: “Io Filumè”, “Peter Pan 5 regole e 1⁄2 per essere felici”, “Non c’è nessuno”, “Il gatto e la volpe: il manuale del vero Amico”.

A che età e come hai scoperto la tua passione per il teatro?

La mia passione per il teatro e per la messa in scena, sembrerà banale, ma credo esista da sempre. In garage custodisco uno scatolone pieno di teli e stoffe dove un me molto piccolo ha scritto Tutto l’ocorente per fare uno spettacolo”.

Quindi mi sento di poter affermare che ho scoperto la mia passione ancora prima di scoprire le “doppie”.

Il tutto si è concretizzato alle scuole medie, quando ho partecipato ad un Laboratorio di Teatro guidato da Franco Di Corcia jr, con cui oggi collaboro nella gestione delle attività artistiche e culturali del Teatro di Bo’ e dei Pensieri di Bo’.

Mi sono sempre sentito un creativo. Amavo inventare giochi, storie, oggetti…

Nel Teatro ho trovato lo sfogo perfetto per ciò che ero, ciò che sono e ciò che vorrei essere.

E per la musica?

Vengo da una famiglia di musicisti, mia madre suonava il piano e cantava, mio padre il clarinetto. Già da piccolissimo mi hanno fatto frequentare un percorso di Propedeutica Musicale.

Fatto stà che a sei anni “Babbo Natale” mi portò per regalo un sassofono soprano e cominciai a prendere lezioni di musica.

La mia esperienza con la musica è stata però un po’ frammentata.

A dodici anni decisi, nonostante mi piacesse suonare nella banda del paese, che il sax non era lo strumento che faceva per me e da lì mollai lo studio e mi limitai a suonare per divertimento gli strumenti che mi capitavano a tiro.

Formandomi per il Teatro e studiando, attraverso la Voce, scale e armonie si riaccese la mia passione e il mio “sentirmi musicista”.

In quei tempi ero molto appassionato di musica classica e in particolare contrappuntistica.

Quando all’università ho avuto modo di approfondire la Storia della Musica e le teorie e forme musicali del passato ho capito che il mio amore per la musica stava proprio in quello: Armonie, Contrappunti, Progressioni.

Mattia Pagni: la passione per il teatro
Mattia Pagni: da”Io FIlumè” (Foto di Gianni Mattonai) – Mi piace usare la musica come custode di ricordi

Quando hai deciso che avrebbe potuto essere la tua professione?

È capitato un po’ per caso. Nel 2014 i Pensieri di Bo’, con cui stavo continuando il mio percorso, hanno preso in gestione il Teatro del mio paese S. Maria a Monte, in provincia di Pisa.

Una volta terminate le scuole superiori ho cominciato a passare sempre più tempo in Teatro, ad osservare le varie maestranze a lavoro dal palco fino agli uffici.

Così ho avuto modo di imparare molto, fare di più e così, in un momento che non saprei individuare, è diventato il mio lavoro (o come spesso dico io: i miei lavori).

La cosa che mi piace del Teatro è che puoi fare tutto, e io ho scelto proprio di fare tutto: dal palco al dietro le quinte, dai costumi alle scene, dai testi alla musica.

Che musica ti piace ascoltare?

Spazio tra diversi generi. In questo momento mi riconosco molto nel progressive rock, in cui sento un mix di tutte le caratteristiche che amo nella musica. Ascolto con piacere la classica, ma anche il metal.

Tra questi due generi in particolare mi piace pensare che ci sia un filo conduttore e considero il metal un po’ il custode di quel virtuosismo tipico della musica antica.

Oltre a questo mi piace usare la musica come custode di ricordi. Mi ritengo una persona nostalgica, mi piace ricordare ciò che è stato e quindi nella mia playlist non mancano mai le hit degli anni ’90/2000 che mi ricordano le emozioni e la spensieratezza della mia infanzia, ma anche i momenti che ho dovuto superare e le battaglie che mi sono ritrovato a combattere.

Qualche autore di musica classica e di musica “leggera” che ami in particolare?

Per quanto riguarda la classica mi piace molto il periodo barocco per i suoi virtuosismi e le atmosfere del periodo romantico, per citare alcuni autori Monteverdi, Vivaldi, Bach, Liszt, Chopin, ma anche il lato più romantico di Beethoven nelle sue ultime opere.

Nella musica “leggera” se dovessi dire gli autori di tutti i tempi che più ho ascoltato direi Pink Floyd, Linkin Park, Muse, Dragonforce. Sono anche molto legato al percorso artistico di Lady Gaga, che credo abbia influito molto sulla mia crescita e sulla persona che sono.

Nello stretto contemporaneo sto seguendo in maniera molto interessata i nuovi autori del “corsivo”, in particolare Madame, per l’uso creativo di voce, suoni, parole e poesia.

Hai seguito anche un laboratorio sul Living theatre…cosa ti ha lasciato in particolare quella esperienza?

Ho avuto la fortuna di poter seguire un workshop con Gary Brackett a Firenze nei miei anni universitari. Ciò che più mi ha colpito e che indubbiamente ha condizionato la mia maniera di “fare Teatro” è la visione del Teatro come rito e l’attenzione dedicata al processo.

Mi ha fatto capire che la maggior parte della Bellezza di un “lavoro” teatrale sta proprio nel processo, la parte che spesso al pubblico è invisibile ma che contiene il “grosso” ed il “bello” dell’arte dell’Attore.

Mattia Pagni: da "io FIlumè" (foto di Gianni Mattonai)
Mattia Pagni: da “io FIlumè” (foto di Gianni Mattonai)

Come giudichi il ruolo dell’artista di spettacolo oggi?

Oscar Wilde scriveva: “Tutta l’arte è inutile”. In questi anni di pandemia è stato difficile non arrendersi all’inutilità del nostro lavoro in un mondo in isolamento.

Credo che la determinante fondamentale del nostro ruolo sia, invece, proprio la nostra presenza, l’incontro. Penso che l’artista di spettacolo dal vivo abbia oggi il compito di ricostruire comunità, dialogo, confronto, di generare esperienze irriproducibili.

Credo ci sia molto pregiudizio sul Teatro, che sia considerato vecchio (spesso lo è), che sia sentito fuori posto nel mondo contemporaneo. Non è così.

In Teatro fai di tutto…quale dei tuoi spettacoli con musica hai amato di più e quale ti ha dato più difficoltà di realizzazione?

Lo spettacolo in cui ho messo più il cuore musicalmente è “io Filumè”, una delle ultime produzioni del Teatro di Bo’, in cui accompagno al pianoforte le parole di Franco Di Corcia jr, il mio maestro di Teatro.

Ha rappresentato una tappa di trasformazione per tutti, per me tra le tante ha segnato il mio “coming out” ufficiale come musicista e la mia prima sonorizzazione integrale dal vivo di uno spettacolo.

La parte più difficile credo stia nei “blocchi”, recentemente sono stato mesi fermo nella realizzazione della colonna sonora per lo spettacolo in cui sono anche attore nel ruolo di me stesso “Peter Pan 5 Regole e 1/2 per Essere Felici”.

Credo che il mio blocco venisse dal voler per forza “continuare” un qualcosa che avevo iniziato in passato, quando avevo semplicemente bisogno di “voltare la pagina”.

Da quel momento nasce all’improvviso il primo tema dello spettacolo “Volta la pagina”.

Cosa stai facendo e cosa farai nell’immediato futuro?

Come progetti sto sviluppando la colonna sonora di “Peter Pan” per renderla un giorno eseguibile da un’orchestrina dal vivo, oltre a ciò stiamo lavorando come Teatro di Bo’ a nuove produzioni per la primavera.

Per il futuro sto ideando progetti sperimentali tra design, musica e teatro dedicati alle tematiche dell’iperconnessione, della memoria generazionale e del (dis)sacro contemporaneo.

Nel frattempo passo le giornate tra laboratori, pianificazione, grafica, comunicazione… insomma, quel “lato b” del Teatro invisibile ai più ma che necessita della stessa energia e dello stesso cuore.

Come possiamo seguire la tua attività?

Potete seguirmi personalmente su instagram come @mattysmam e in più trovate tutte le mie e nostre attività come Teatro di Bo’ su teatrodibo.it e i suoi social.

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Sergio Scorzillo
Sergio Scorzillo
Autore, attore, regista, formatore. Teatro e Musica sono state da sempre le sue grandi passioni e non solo. Il palcoscenico è il luogo in cui riesco a vincere le mie fragilità, a comunicare e a sentirmi utile e vivo
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