L’incontro con il giovane artista emiliano, in uscita con il singolo “Weekend” feat. I Desideri
Tempo di nuova musica per Marco Filadelfia, cantautore classe ’97 attualmente in rotazione radiofonica con il singolo “Weekend”, impreziosito con il featuring con I Desideri. In occasione di questo lancio, abbiamo incontrato l’artista per parlare delle sue passioni e delle sue varie inclinazioni artistico-lavorative.
Il weekend inteso come stato d’animo, quale esattamente?
La voglia di ripartire, ma al tempo stesso anche il desiderio di stare bene. Quando si è tranquilli, il weekend si percepisce nell’aria, diventa uno stato d’animo che può accompagnarti anche in un qualsiasi altro giorno infrasettimanale.
Quanto hanno inciso la tua terra e il trasferimento a Milano nella tuo lavoro?
Incide tutto nella vita, l’intera esistenza è un insieme di percorsi che confluiscono in un’unica strada. L’influenza della mia città, Formigine in provincia di Modena, è sempre stata importante, perché quando arrivi da una piccola realtà tutte le cose ti sembrano più belle, più grandi.
Milano mi fa sognare, mi da la possibilità di andare oltre, di conoscere gente nuova con ideologie diverse dalle mie. Il contatto con la realtà e il sogno sono due aspetti che, se uniti, possono permetterti di realizzare grandi cose.
Tanto amore per la mia terra e per le mie origini, ritornare a Formigine da un senso a tutti i viaggi che faccio, però per me è importante rincorrere i miei obiettivi e il mio lavoro, muovermi e non restare fermo.
Ricopri il ruolo di centrocampista nella Nazionale Italiana Cantanti, come nasce la tua passione per il calcio?
Gioco sin da piccolissimo, ho fatto le giovanili nel Modena quando giocava in Serie B, ho avuto la fortuna di accompagnare più volte la prima squadra, collezionando presenze importanti e giocando con calciatori che tutt’ora militano in Serie A.
Pensa, una volta ho fatto anche goal a Donnarumma (sorride, ndr), immagina cosa vuol dire per uno che proviene da una famiglia di milanisti sfegatati come la mia. Infatti, non mi chiamo Marco a caso, bensì in onore di Van Basten.
Dopo il Modena ho giocato anche nel Carpi e nel Castelvetro, poi ho avuto la sfortuna di farmi male per ben due volte alle ginocchia, ho dovuto smettere, così ho avuto la possibilità di intraprendere nuovi percorsi, concentrando tutte le mie energie su quell’aspetto comunicativo.
Hai altre passioni oltre la musica e il calcio?
Ne ho tante, amo lo sport in generale, mi piace passare il tempo libero camminando a stretto contatto con la natura. Andare a funghi o andare a castagne, insomma, stare all’aria aperta. Mi piace nuotare, fare pesca subacquea, di recente ho cominciato con l’equitazione e devo confessarti che sono davvero affascinato dal mondo dei cavalli.
Tra le varie attività, che ruolo ricopre la musica nel tuo quotidiano?
E’ la mia valvola di sfogo. Se dovessimo paragonarla a un ruolo calcistico, la musica per me gioca sicuramente in attacco. Quando riesci a costruire delle basi solide con altri progetti, hai la possibilità di far sì che qualunque forma artistica diventi realmente la parte creativa della tua vita.
Se mi fossi ostinato ad inseguire soltanto la musica, probabilmente, non sarei così spensierato. Bisogna lasciarle lo spazio che merita, lasciare che sia anche lei a prenderselo a volte, senza trasformare una passione in un’ossessione.