Locali361: quattro mesi di Garage Moulinski

Dal Blue Note al nuovissimo locale della zona Cagnola a Milano inaugurato a gennaio e ispirato a un personaggio dei fumetti: scopriamo il Moulinski

Locali361: quattro mesi di Garage Moulinski
Alessandro Balzani © Rita Cigolini 2018

Ai confini nord ovest di Milano, in prossimità dell’autostrada dei laghi, ha aperto i battenti da alcune settimane in via Pacinotti il Moulinski, noto anche come Garage Moulinski, perché «sorto dalla riprogettazione del retrobottega di un ex garage per biciclette e motorini risalente agli inizi del Novecento. Molti lo chiamano confidenzialmente anche Mou», afferma soddisfatto il proprietario Alessandro Balzani. Laureato in economia e commercio e impiegato fino a qualche tempo fa in tutt’altro settore, da tempo la vita da ufficio gli andava stretta e viene ispirato dall’idea di una nuova attività proprio quando scopre questo spazio in vendita: «L’ho acquistato e poi ho rifatto il tetto in legno e aggiunto nuove vetrate e aperture per dare più luminosità: già immaginavo come sarebbe diventato».

L’arredamento del Moulinski è caratterizzato da un “palco centripeto”, vero fulcro introno al quale si sviluppa un ambiente tra bistrot e loft, nel quale si gode da ogni angolo l’esibizione artistica in corso: «Sul palco, a rendere un’aria familiare, una libreria recuperata, così come recuperate sono le scale e alcuni elementi di design; e poi tavoli semplici e funzionali abbinati a sedie marocchine in oleandro, piante di canfora e un piccolo dehors raggiungibile dal soppalco a impreziosirne l’atmosfera». Il nome del locale, perfetto nel rendere l’idea dell’offerta di spettacoli originali in uno spazio eccentrico, si ispira all’anti-eroe dei fumetti di Bonvi, Stanislao Moulinsky, insensato personaggio e nemico dell’ineffabile Nick Carter: «È un riferimento immediato per una certa generazione ma in realtà ho scelto questo nome bizzarro, e con la “i” finale, proprio per evocare la stravganza dei possibili contenuti dei nostri eventi».

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Moulinski interno © Rita Cigolini 2018

Il Moulinski, aperto attualmente dalle 19 in poi, offre aperitivi e cocktail, tra cui una variazione valdostana dello spritz col Chardon, vini di qualità e birra artigianale alla spina. Alla carta lo chef Nicola Sitia presenta un menù costituito da una decina di piatti, rivisitazioni della cucina mediterranea compresi i falafel e una varietà di risotti, tra i quali ne spicca uno preparato secondo la particolare ricetta dello scrittore Carlo Emilio Gadda: «Pochi piatti ma buoni e soprattutto a prezzi accessibili, sia perché abbiamo aperto da poco, sia perché non siamo in centro. Ci stiamo attrezzando per essere presto aperti anche a pranzo». Lo svantaggio al momento è che il locale, pur su strada, non è di immediata reperibilità data la necessità di imboccare un portone civico privo di insegna per raggiungerlo, anche se «è già conosciuto in zona da tanti giovani, artisti e musicisti».

Aperto dal lunedì al sabato, al Moulinski si suona dal vivo da mercoledì ma la serata di punta al momento è il venerdì, appuntamento fisso col jazz mainstream: «La programmazione è seguita da Michele Franzini che, in qualità di direttore artistico, è già riuscito a portare sul nostro palco grandi interpreti, non solo italiani. Stiamo però pensando di distinguere tra serate con jazzisti di livello e appuntamenti settimanali per band più giovani». Il jazz occupa una buona parte della programmazione ma non c’è preclusione a nessun genere, dalla musica carioca al punk acustico o la bossa nova, dalle canzoni popolari agli ensemble tra musica contemporanea e improvvisazione, barocco, folklore balcanico e sefardita: «Suono il piano ma abbastanza male da capire che la scena vada ceduta ad altri – afferma ironicamente Alessandro – per questo mi sto interessando personalmente a scovare anche nuovi gruppi e cantautori da proporre». In tema di eventi il locale raccoglierà in parte l’eredità della Salumeria della Musica ospitando, dal prossimo 12 aprile, “La Scuola milanese” formata da Carlo Fava, Folco Orselli e Claudio Sanfilippo, «narratori, musicisti e conduttori per un ciclo di tre incontri volti a raccontare Milano, per aprire nuovi punti di vista sulla nostra città e la sua storia. Ci interessa lavorare su eventi inconsueti ma che possiedano sempre un certa qualità di fondo».

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Entrata Moulinski © Rita Cigolini 2018

Hanno già calcato il palco del Moulinski, o lo faranno nei prossimi giorni, Tiziana Ghiglioni, Takahiro Kitte, i Gregor Kay, i Killi Billi, i Mi linda Dama, gli Ajde Zora, Billy Lester, i Maltrainsema, Alan Bedin, l’AB Quartet e «hanno fatto un’improvvisata anche Hector “Costita” Bisignani, uno dei più grandi protagonisti della bossanova di passaggio a Milano ma anche il chitarrista Luiz Meira e Patrizia di Malta o Billy Lester». Oltre alla rassegna musicale prevista anche una piccola programmazione teatrale: «Prossimamente avremo uno spettacolo per bambini di Stefano Corradi, “Pierino e il bruco” ma anche cabaret e gare di poesia». Conclude Alessandro: «L’apertura del Moulinski rappresenta sicuramente, accanto al Cinema Teatro Trieste, un’importante nuovo angolo culturale per il quartiere Cagnola e le zone circostanti – Accursio, Sempione e Portello di Milano – nelle quali mancava un significativo riferimento per la musica dal vivo declinato come curato ristorante, divertente pub ed enoteca dai prezzi ragionevoli. Siamo aperti a tutti, non è previsto alcun biglietto di ingresso né è obbligatorio cenare, c’è solo una maggiorazione sulla prima consumazione in caso di concerti. Siamo fiduciosi di crescere sempre di più».

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Luca Cecchelli
Luca Cecchelli
Giornalista, laureato in linguistica italiana e da sempre curioso indagatore dei diversi aspetti del mondo dello spettacolo. Conduttore radiofonico e collaboratore per diverse testate e rubriche di teatro e musica, svolge parallelamente l’attività di ufficio stampa e comunicazione. Spettatore critico e melomane, è assiduo frequentatore di platee e sale da concerto oltreché batterista per passione e scrittore. Quello che ama di più però è scovare nei libri o in originali incontri e testimonianze retroscena culturali della storia della musica e incredibili aneddoti rock, di cui in particolare è appassionato conoscitore.
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