Lo Stato Sociale tra i favoriti di Sanremo 2018

Lo Stato Sociale al Festival di Sanremo con “Una vita in vacanza”. Dietro a tanta spensieratezza ci sono valori importanti.

Lo Stato Sociale tra i favoriti di Sanremo 2018
Lo Stato Sociale in conferenza stampa al Palafiori

Sono la scelta giovane del Festival. Provengono dell’ondata indie-pop che ha riempito piazze e palazzetti. Lo Stato Sociale, collettivo bolognese composto da Albi, Bebo, Carota, Checco e Lodo, sul palco dell’Ariston con “Una vita in vacanza“. Si sono formati nel 2009, hanno fatto la gavetta e il loro ultimo risultato più importante risale al 22 aprile 2017, Mediolanum Forum, 9000 persone tutte per loro.

Appaiono frizzanti in sala stampa “Lucio Dalla”, mentre i giornalisti cantano la loro canzone. “Il motivo del nostro nome viene dai giornali – rispondono passandosi il microfono a vicenda. Stavamo sfogliando il giornale, era il 2009 e un tema ricorrente era “lo stato sociale”, quindi ci siamo chiamati così”.

Si fanno più seri quando si parla di lavoro. Per loro lavorare è un valore che non dovrebbe permettere la frustrazione e lo sfruttamento. Uno di loro fu operaio, a conferma del loro pensiero. Sul palco dell’Ariston hanno portato un cartellino ciascuno con i nomi Marco, Domenico, Antonio, Massimo e Roberto, cinque operai Fiat (ora Fca) dello stabilimento di Pomigliano, ai quali, secondo il Fatto Quotidiano: “A fine settembre 2016, il Tribunale di Napoli ha dichiarato illegittimo il loro licenziamento imponendone la reintegrazione. Ma la Fiat a risposto picche. Ed ora i cinque si ritrovano stipendiati ma non graditi in fabbrica”. La scelta di “portarli sul palco” è stata motivata così dallo Stato Sociale: “La storia dei cinque lavoratori di Pomigliano rappresenta il lavoro degradante, lontano dalla ricerca della felicità”.

A chi gli chiede se coglieranno l’Arrivedorci prendendo il posto degli storici cantanti “demenziali”, rispondono sicuri: “Non possiamo prendere il posto di Elio e le storie tese, loro sanno suonare, noi no”. Spazio anche a un piccolo pensiero all’Eurovision Song Contest. Scoprono dalla domanda di un giornalista che la versione “internazionale” delle canzoni deve essere da 3 minuti. Dichiarano che sarebbero felici di partecipare al contest (quest’anno a Lisbona), anche se per farlo dovrebbero arrivare primi al Festival, cosa che trovano difficile. Restano comunque controcorrente, accennando che la musica è libera dal concetto di competizione: “Competition are for horses, non for artist”. Eppure sono al Festival di Sanremo.

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Andrea De Sotgiu
Laureato in Comunicazione, appassionato di musica e di tecnologia. Se qualcosa nasconde una dietrologia non si darà pace finché non avrà colmato la sua sete di curiosità, che sfogherà puntualmente all'interno dei suoi articoli.
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