Livio Magnini: il chitarrista dei Bluvertigo rivela tutto il potenziale dell’ascolto consapevole

Livio Magnini 1
Foto: Ufficio Stampa

Nell’intervista concessa a Musica361 Livio Magnini ci ha illustrato un’attività molto particolare e interessante: l’ascolto consapevole sul quale  ha tenuto una masterclass parlando di psicologia della e nella musica e del recupero della capacità di ascolto emotivo. Ovviamente, non potevamo non parlare anche del suo amico Morgan e dell’ultimo Sanremo che ancora tiene banco…

Hai tenuto recentemente una masterclass dedicata all’ascolto consapevole, vuoi chiarire questo concetto così importante?

Si intende una cosa piuttosto semplice, ovvero essere presenti durante l’ascolto. Noi siamo abituati ad avere la musica come sottofondo per qualsiasi cosa, dalla spesa al supermercato all’ascensore, dove è usato come elemento anti-imbarazzo, ascolto consapevole significa volere ascoltare qualcosa non facendo nient’altro.

È anche un modo per applicare il qui e ora in un periodo in cui la concentrazione è messa a rischio da troppi stimoli esterni?

Assolutamente sì, in realtà il “Qui e ora” fa parte di molte espressioni filosofiche, come quelle orientali, ma anche di tecniche recenti come la
Mindfulness o la meditazione trascendentale.

È necessario il distacco digitale ai tempi dei social così invasivi, soprattutto tra i più giovani?

Sì, questo dipende dal bombardamento con il quale veniamo colpiti regolarmente durante la nostra giornata che non ci permette di essere presenti a noi stessi, poi ognuno trova una propria collocazione, c’è chi lo fa attraverso delle dottrine filosofiche e chi attraverso un esercizio fisico: anche l’allenamento riesce a portarti a uno stato di presenza.

Parli di la psicologia della e nella musica, come incide l’ascolto della musica sulla nostra psiche e sulle nostre emozioni?

Tutti noi conosciamo gli ultrasuoni e le relative terapie, ma nessuno si pone il problema di capire che cosa sta succedendo: l’ultrasuono sta facendo un massaggio cellulare, l’ampiezza molto breve dell’onda e quindi la sua ripetizione non fa altro che scaldare, produrre calore e il calore è energia, producendo uno scambio di elettroni tra le nostre cellule che vengono massaggiate. Le frequenze prodotte dalla musica, dal suono sotto i 50 hertz colpiscono invece le nostre onde cerebrali: Theta, Delta, Beta e Alfa e ogni tipologia di queste onde corrisponde a uno stato di concentrazione, rilassatezza, sonno e di predisposizione alla concentrazione. Ci sono stati diversi studi, tra cui quelli di Fulvio Muzio, medico ed ex tastierista dei Decibel, sulla capacità terapeutica della bassa frequenza.

Sei un artista impegnato: il tuo progetto Rezophonic opera con lo scopo di finanziare la costruzione di pozzi in Africa…

Questo è un risvolto sociale della musica, sono due passioni apparentemente disgiunte in realtà convergenti.

Sei parte di un gruppo importante come i Bluvertigo, come è il rapporto con gli altri e in particolare con Morgan?

Il rapporto è come prima, ci sentiamo, ci vediamo, l’anno scorso abbiamo suonato prima dei Duran Duran al Festival “La Prima Estate” poi abbiamo fatto il Rugby Sound Festival con i Subsonica. ognuno ha il suo modo di vivere la musica e di condurre la propria vita. Molto spesso io sono d’accordo con gli “estremismi” di Marco quando lui porta a galla i problemi che conosciamo tutti e di cui nessuno vuole parlare. Ad esempio al Festival di quest’anno tutti i pezzi erano scritti fondamentalmente da tre autori…
Quindi lo giudichi negativamente?

Non do un giudizio, cerco di esaminare gli elementi che ho a disposizione e se questo è il Festival della canzone italiana c’è qualcosa che non va. Intanto è diventato un momento di intrattenimento dove la musica oggettivamente non è la cosa più importante e sfido chiunque a dimostrare il contrario. Il Festival è nato con altri presupposti: c’erano autori che presentavano le loro canzoni e c’erano pochi interpreti e questo aveva un senso logico molto preciso perché quello che risaltava era la canzone. Quello che succede oggi è l’inversione totale: sono pochissimi autori che scrivono tutti i pezzi, quindi le proposte autoriali sono le stesse, più che il Festival della canzone italiana dovrebbe essere il Festival di chi interpreta…

Vuoi svelarci i prossimi progetti

Da un po’ di tempo ho un duo con un percussionista della Scala, Elio Marchesini, facciamo improvvisazioni e costruiamo paesaggi sonori. andiamo a suonare in luoghi che non sono classici luoghi deputati all’ascolto della musica, come musei di arte contemporanea e gallerie d’arte. È una cosa che mi sta dando molta soddisfazione perché è molto distante dal concetto di hit, dal concetto di gradimento; ogni tanto allarghiamo l’organico e suona con noi Xabier Iriondo degli Afterhours, con cui ho realizzato il mio prossimo progetto discografico che uscirà prima dell’estate e sarà una colonna sonora di luoghi: abbiamo scelto i luoghi che hanno caratterizzato la nostra vita e attraverso il loro cromatismo abbiamo costruito dei brani musicali.

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Ruggero Biamonti
Ruggero Biamonti
Autore con esperienza decennale presso importanti realtà editoriali quali Rumors.it (partner di MSN), Vivere Milano, Fondazione Eni e Sole 24 Ore Cultura, si occupa di temi che spaziano dall'intrattenimento al lifestyle.
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