Lelio Luttazzi, il Maestro d’orchestra showman

"Musica Maestro": i grandi Direttori d'Orchestra si raccontano 1
La nuova puntata di Musica Maestro è dedicata a Lelio Luttazzi


Il ricordo di Lelio Luttazzi: nessuno come lui seppe trasformare la figura del Direttore d’Orchestra


Lelio Luttazzi. Se c’è un Direttore 
originale, innovativo e poliedrico che non va dimenticato, quello è proprio lui. Showman, intrattenitore, cantante, persino scrittore: Lelio Luttazzi fu una delle figure più leggendarie della cultura italiana. E, vista la penuria di figure in grado di ricoprire così tanti ruoli, possiamo dire che lo rimarrà per sempre. Perché in effetti Lelio Luttazzi faceva tante cose, ma quel che sorprende ancora oggi è come le facesse tutte straordinariamente bene. Non può mancare, quindi, nel nostro racconto settimanale di Musica Maestro, un ricordo del Direttore triestino.

Lelio Luttazzi nasce nel 1923 in una famiglia che purtroppo vive ben presto la morte del padre.

La tragedia segna tutta l’infanzia del futuro direttore d’orchestra che, non a caso, trova conforto proprio nella musica, prendendo lezioni di pianoforte.

Completamente contrario alle idee filofasciste della madre, Lelio inizia a prendere le distanze dalle radici familiari per seguire un suo percorso. Gli anni degli studi di giurisprudenza, che non terminerà mai, sono anzitutto quelli delle sue prime composizioni musicali per Radio Trieste. Nel 1943, con i compagni di università, apre un concerto, in veste di Direttore d’Orchestra, del cantante Ernesto Bonino. È lui il primo ad accorgersi del grande talento di Lelio Luttazzi, al punto da chiedergli di comporre per lui una canzone: ne nascerà un successo degli anni Quaranta, Il giovanotto matto.

Nel 1948 viene contattato da Teddy Reno, interprete della sua Muleta mia, per diventare direttore artistico della CGD. Da questo momento diventa a tutti gli effetti un musicista professionista. Questo giova anche alla sua vita privata: nello stesso anno infatti convola a nozze e diventa padre di Donatella.

Due anni più tardi diventa direttore dell’orchestra Rai ed è lì che dimostra più di chiunque altro coraggio e lungimiranza, senza alcuna soggezione del ruolo di enorme prestigio.

Lelio Luttazzi è infatti il primo a creare, in Italia, una orchestra ritmica d’archi.

Inizia ad essere, così, un personaggio radiofonico nei programmi anni ‘50 della Rai, quelli in cui nel frattempo compone e interpreta canzoni swing e jazz di un certo successo. Tra queste, Una zebra a pois per Mina.

Anche nel suo modo di dirigere l’orchestra, Lelio Luttazzi appare un italiano atipico. Sembra piuttosto un americano, per la sua personalità decisa che lo fa esprimere da subito come un vero showman, parte integrante dello stesso spettacolo.

Il pubblico se ne accorge quando, nel 1955, esordisce in televisione nel programma Musica in vacanza.

Mentre dirige canta, intanto ammicca al pubblico oltre che agli orchestrali.

 

Si ha la netta sensazione che il Maestro abbia in pugno l’ensamble sentendosi però allo stesso livello di tutti gli altri. Questo aiuta l’empatia con i musicisti, ma anche la percezione di una proposta di assoluto spettacolo per chi guarda da casa.

Nel 1962 la svolta. Lelio Luttazzi diventa presentatore televisivo. Ne Il paroliere, questo sconosciuto viene affiancato dalla giovanissima Raffaella Carrà. Successivamente condurrà con Mina Studio Uno, quindi Doppia coppia e Teatro 10.

Collaboratore con il Quartetto Cetra in alcuni spettacoli, Luttazzi scrisse anche colonne sonore per alcuni film di Totò.

Nel 1967 inizia a condurre in radio il programma Hit Parade, che porterà avanti per nove anni presentando i 45 giri più venduti della settimana.

Hiiit Paraaaade!

L’urlo di Lelio Luttazzi diventerà leggenda della televisione.

E lui si conferma fermo nel suo lavoro  anche dopo il suo arresto per un mese, avvenuto in seguito a un clamoroso errore giudiziario, che lo allontanerà dai canali televisivi Rai.

Gli anni Ottanta lo vedono ancora protagonista in alcune trasmissioni televisive.

 

Nel 1991 Luttazzi viene conferito del Premio San Giusto d’Oro. Nel 1992 dirige i suoi ultimi concerti jazz e vince infatti l’iconico premio Una vita per il jazz.

Da quel momento si ritira a vita privata, comparendo solo in qualche rara apparizione televisiva che farà di lui un personaggio tanto eclettico quanto unico nello spettacolo italiano.

Tra queste è impossibile dimenticare la sua ospitata storica a Viva Radio Due da Fiorello e la presenza al Festival di Sanremo 2009, dove tiene a battesimo il debutto di Arisa nella serata dei duetti.

Muore nel 2010, anno in cui partecipa allo Zecchino d’Oro la sua canzone La vera storia di Noè.

Lelio Luttazzi non fu solo un Direttore d’orchestra. Come ci piace raccontare in questa rubrica, vi sono alcuni musicisti che a tutti gli effetti sono Maestri. Lui fu uno di questi, perché se abbiamo imparato ad amare lo swing come un genere completamente spettacolare, questo lo dobbiamo anzitutto a lui. Il primo Direttore d’orchestra che si cimentò in esperienze televisive diventando un vero personaggio, ma sempre legato al suo mondo musicale.

Condividi su:
Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi, laureato in filosofia con una tesi sulla comicitá contemporanea riletta attraverso Bergson e Freud, è appassionato di musica e teatro. Racconta con rigore aneddotico la storia del Festival di Sanremo e della musica italiana, suggerendo ogni volta spunti filosofici e inediti.
Top