IrreAle: “La musica per noi è qualcosa di naturale e sempre presente”

A tu per tu con la band IrreAle, in uscita con il loro album d’esordio intitolato “Sono lì”

IrreAle
Il gruppo IrreAle si racconta ai lettori di Musica361 © foto di Valerio Pennisi

Si intitola “Sono Lì” l’album che segna l’esordio della band IrreAle, fondata dalla cantautrice Irene Burratti e dal chitarrista Alessandro Usai. Approfondiamo la loro conoscenza.

Che sapore ha per voi questo progetto?

Per noi questo progetto ha tantissimi significati. È ciò che siamo riusciti a creare partendo da un’idea, da un concetto di fiducia e da una collaborazione molto importante. Sicuramente è il sapore di un’idea concretizzata. Un progetto anche ambizioso e diverso che speriamo possa essere ascoltato e apprezzato.

Quali sensazioni e quali stati d’animo vi piacerebbe trasmettere a chi ascolterà questo lavoro?

Il disco è nato da una forte esigenza narrativa, provare a mettere nelle canzoni parte del nostro vissuto. Le riflessioni che ci hanno ispirato sono quelle della vita e delle esperienze attraversate. Ogni traccia è una riflessione su qualcosa di realmente visto e interiorizzato; il nostro messaggio primario è la sincerità di espressione, lontano da ogni obiettivo non strettamente artistico.

A livello sonoro, a cosa si deve la scelta di sonorità acustiche e di questo spirito analogico?

Abbiamo deciso di mantenere un sound acustico perché ci è sembrato coerente con i contenuti narrativi ed effettivamente più vicino al concetto di intimità che abbiamo cercato. Le chitarre acustiche dialogano molto fra loro e il pianoforte lega tutta la musica. Inoltre, la scelta di includere il vibrafono e le percussioni rende tutto un po’ sognante e sottolinea le diverse atmosfere.

Quali skills, quali abilità, pensate di aver sviluppato lavorando a questo progetto?

IrreAle è stato un grande esempio di fiducia e collaborazione musicale. Abbiamo scelto il primo pezzo da creare insieme, e da lì abbiamo poi composto tutti gli altri brani. Andando avanti è stata sempre di più una sorpresa. Credo che i nostri processi di creazione si siano compensati, a volte sono stati consequenziali ma spesso uno influenzava l’altro e viceversa. Dopo la prima stesura del brano “Sono lì” sono arrivati tutti gli altri pezzi, in maniera naturale e sempre con lo stesso processo di fiducia. Ognuno rispettava e stimava il lavoro dell’altro. Questa è una grande skills e una grande abilità per noi.

Che ruolo gioca la musica nel vostro quotidiano?

La musica per noi è qualcosa di naturale e sempre presente. Ci sentiamo, da quando siamo nati, avvolti da una colonna sonora che, partendo da quella dei nostri genitori, si è evoluta e sviluppata in tanti ascolti di diverso genere.  La musica accompagna gli anni che passano e sottolinea le diverse età, le diverse ere dell’esistenza. Lei sa educare la nostra sensibilità e sa insegnarci come relazionarci con gli altri. Se è sincera trasmette realmente ogni giorno delle regole di vita, dei consigli e la speranza per andare avanti.

Tra di voi, coltivate altre passioni comuni oltre alla musica? 

Credo che una passione in comune tra me e Alessandro sia viaggiare, come anche stare a contatto con gli animali e la natura. Tutte queste cose sono, inoltre, una grande fonte comune di ispirazione.

Dove vi vedete tra dieci anni?

Il nostro obiettivo è di poter portare in giro nei prossimi anni il nostro disco attraverso i live e continuare a raccontare questo nostro progetto dal vivo. Ci farebbe molto piacere poter aggregare in un futuro una nicchia di persone che abbiano davvero voglia di ascoltare e cogliere ogni nostra attenzione sonora e verbale.

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Nico Donvito
Nico Donvito
Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
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