Humana: “Attraverso la musica diamo voce alle nostre parti più recondite”

Intervista al gruppo musicale rock-elettronico, in occasione dell’uscita dell’EP intitolato “Human Electro”

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Gli Humana si raccontano ai lettori di Music361 in occasione dell’uscita di “Human Electro”

Umanità elettronica, testi profondi che si amalgamano con un sound energico e accattivante. Così potremmo sintetizzare il lavoro degli Humana, che hanno da poco rilasciato l’EP intitolato Human Electro, frutto della collaborazione internazionale con Chris Gehringer, intendere del suono statunitense  che ha rivisitato per l’occasione sei tracce del repertorio della band. Abbiamo raggiunto telefonicamente il frontman del gruppo Daniele Iudicone, per approfondire la conoscenza di questo lavoro.

In cosa consiste questo vostro progetto?

L’EP, in realtà, è una rimasterizzazione dei nostri brani, alcuni dei quali presenti nel primo album pubblicato sette anni fa, altri inclusi nel secondo lavoro “Karma”, rilasciato due anni fa. Sostanzialmente, abbiamo ripreso le canzoni che erano piaciute di più e riproposte con un nuovo suono pop-elettronico. Insieme al produttore Chris Gehringer, che ha collaborato con un sacco di artisti di fama internazionale, abbiamo ricreato questa atmosfera diversa rispetto alle versioni originali. Lo stesso sound che riproporremo nel nostro terzo album, attualmente in fase di preparazione, che vedrà la luce nel 2021.

In scaletta sono presenti sia vostri brani che cover, come convivono all’interno di questo lavoro?

Devo dire molto bene, perchè anche le cover sono nate in maniera molto spontanea. “Rock ‘n’ Roll Robot”, il rifacimento del famoso pezzo di Alberto Camerini degli anni ’80, è il pezzo che ha fatto partire il progetto degli Humana, mentre “Punk prima di te” di Enrico Ruggeri è un brano che piace molto dal vivo, uno di quelli che non può mancare in scaletta nei nostri tour. Insieme ai brani editi, anche le cover stanno avendo il loro positivo riscontro a livello di ascolti all’interno dell’EP.

A cosa di deve la scelta del vostro nome d’arte?

Nasce dal nostro stile di scrittura molto introspettivo, attraverso i testi vogliamo dare voce alle nostre parti più recondite, più nascoste. Una modalità di scrittura abbastanza spontanea, dove mettiamo in campo quello che viviamo, situazioni che accadono e che ci lasciano un segno all’interno. Per cui abbiamo voluto sottolineare in maniera profonda questo concetto che, unito alla musica rock e alla musica elettronica, riesce ad esprimere al meglio il nostro messaggio.

Vi sentite rappresentati dall’attuale scenario musicale italiano?

Molto poco, i nostri riferimenti sono principalmente esteri, lo si può intuire anche solo pensando alla scelta delle due cover che, seppur in lingua italiana, strizzano l’occhio a un approccio più internazionale. Siamo molto appassionati del mondo anni ’80 e ’90, un mood che ha influenzato parecchio il nostro stile di scrittura. Anche se, nell’album attualmente in preparazione, c’è una forte influenza contemporanea, on qualche modo vicino al mondo dei Linkin Park, soprattutto quello dei loro primi album. In questo ultimo periodo abbiamo sperimentato parecchio.

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La copertina di “Human Electro”

Sicuramente la vostra band nasce un po’ dalle “ceneri” di grandi gruppi del passato, visto e considerato il vostro approccio suonato, come state vivendo questo momento di stop dei live?

Questo è per noi un momento molto sofferto, nel 2020 era previsto il nostro ritorno sulle scene, dovevamo partecipare a diversi Festival di musica indipendente, vetrine che ci hanno sempre entusiasmato. Nonostante questo, siamo molto fiduciosi, a breve torneremo in sala prove sperando che la prossima estate si possa ricominciare a suonare in giro, sempre con le dovute cautele. Intanto ci prepareremo e faremo un concerto in streaming ad aprile. Non sarà la stessa cosa, ma è un modo per iniziare a sfogare un po’ la nostra energia.

Quali sono i punti di forza del vostro gruppo, le caratteristiche che più vi contraddistinguono?

Sicuramente l’aspetto live appena citato, il nostro gruppo rende tantissimo dal vivo, ci divertiamo parecchio e tutto è molto coinvolgente. Il nostro habitat naturale è il palco, la missione è realizzare performance e fare concerti. Un’altra caratteristica che ci contraddistingue molto è lo studio, la voglia di sperimentare nuove sonorità e nuove modalità di suonare. Non ci fossilizziamo su un determinato punto, ma esploriamo parecchio.

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Nico Donvito
Nico Donvito
Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
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