Intervista al giovane cantautore salernitano HALE, in uscita con il suo nuovo progetto discografico intitolato “Un mondo violento – Parte I”
Un disco intimo e intenso, questo e molto altro ancora è “Un mondo violento – Parte I“, il nuovo progetto discografico di Pasquale Battista, meglio conosciuto con lo pseudonimo di HALE, cantautore e musicista classe ’95, tra gli artisti più interessanti della nuova scena cantautorale.
Qual è stata la genesi di “Un mondo violento – Parte I”?
Posso dire che questo disco ha risolto un mio momento di stasi. In un certo senso mi ha preso e ributtato nella mischia probabilmente in uno dei periodi più difficili per la musica e più in particolare per il mio percorso, ma ne ho sentito il bisogno.
Da cosa nasce l’idea di dividere questo progetto in più parti?
Preferisco lasciarlo all’immaginazione di chi lo ascolterà per non rischiare di deludere nessuno!
Un disco introspettivo che parla di dolore e di rinascita, quali riflessioni ti hanno ispirato?
Sicuramente il brutto periodo che tuttora stiamo attraversando, ma è anche il riflesso di un percorso difficile.
Cimentarsi in questo tipo di analisi è un esercizio che consigli?
Lo consiglierei a patto che non lo si faccia per accrescere il proprio ego, perché credo che il senso non sia quello.
Molto interessanti le sonorità, come siete arrivati a questo risultato? Ci sono stati dei riferimenti particolari?
I riferimenti che ci si danno prima di cominciare un lavoro il più delle volte poi non si seguono mai. Alla fine un disco prende la sua strada senza dare troppe spiegazioni.
Quali innovazioni contiene questo progetto rispetto alle tue produzioni passate?
Lo vedo più pluralista, ci sono dentro più visioni diverse.
Se dovessimo definire “Un mondo violento – Parte I” con uno stato d’animo, quale sceglieresti?
Simpatia, nel senso etimologico del termine. Dal greco antico, “soffrire insieme”.