Gobbi: “Per la musica non c’è una data di scadenza”

Intervista al giovane cantautore romagnolo Gobbi, fuori con il suo nuovo singolo intitolato “Una tenda”

Gobbi
Gobbi si racconta ai lettori di Musica361 © foto di Salvatore Samuele

E’ disponibile dallo scorso 11 marzo “Una tenda” (distribuito da ADA Music Italy), il nuovo singolo del giovane e talentuoso cantautore romagnolo Giuseppe Gobb, in arte semplicemente Gobbi. Prodotto da Tiziano Colombo ed Emiliano Baragiola, il brano è una ballata d’autore, un pezzo decisamente importante nel percorso dell’artista.

Partiamo dal tuo nuovo brano, cosa racconta?

“Una tenda” tra tutte le mie canzoni è forse quella che descrive di più il mio stato d’animo rispetto a tante altre. Soprattutto descrive lo stato d’animo di quando ormai 6 anni fa mi sono trasferito a Milano: impaurito, solo e alla ricerca di riparo. Sono riuscito a trovare il mio ruolo cominciando a scrivere canzoni e suonandole nei club.

Ci si può dunque straniare dalla cronaca e provare a condurre una vita diciamo normale?

La sensibilità con cui mi piace scrivere è la stessa che mi pietrifica di fronte a notizie che non vorremmo mai sentire, per cui penso si normale mettere tutto in secondo piano quando accadono fatti gravi che nonostante la distanza entrano a casa di ognuno di noi

La musica ha ancora il potere di esorcizzare determinate situazioni che si protraggono nel tempo?

Credo di sì, ci sono alcuni artisti e canzoni che utilizzo come terapia per i momenti difficili. Ci sono altre circostanze per cui invece purtroppo non basta una canzone e la miglior colonna sonora è il silenzio.

A livello musicale, che tipo di sonorità avete voluto abbracciare con i producer Tiziano Colombo ed Emiliano Baragiola?

Questa canzone ha fatto un percorso particolare. In fase di produzione tempo fa provammo a renderla più esplosiva e satura, poi invece abbiamo scelto di far emergere il lato intimo e romantico, infatti come potete sentire l’arrangiamento fa si che possano risaltare bene le parole senza tradire quindi l’intenzione originale con cui è stata scritta. Abbiamo fatto una selezione di suoni per premiare solo quelli che trasmettessero il giusto compromesso tra ironia e solitudine, sono soddisfatto del lavoro svolto perché con Tiziano ed Emiliano c’è stata l’intesa giusta per creare una sonorità che si attenesse al mood del pezzo.

Qual è l’aspetto che più ti colpisce e affascina nella fase di composizione di una canzone?

Per quelli che sono i miei gusti trovo affascinante vedere come una canzone prende il suo senso un po’ alla volta, a scrittura in corso, senza prefissare già dall’inizio un argomento o un obiettivo finale. Mi diverte scrivere in questo modo e trovo che la spontaneità porti sempre ad ottimi risultati. La preferisco ad una tecnica di scrittura più forzata.

A chi si rivolge la tua musica, oggi, e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?

La mia musica si rivolge a persone di tutte le età, nello specifico a chiunque abbia voglia di ascoltare, e di interpretare la realtà a proprio modo. Non c’è una data di scadenza per questo percorso.

Quali elementi e quali caratteristiche ti rendono orgoglioso di un brano “Una tenda”?

Sono orgoglioso di poter mettere in rima le debolezze, farne un punto di forza e rendere tutto questo uno stile di vita. Il “me” adolescente non si sarebbe mai immaginato di raggiungere questa consapevolezza e che le persone lo avrebbero apprezzato. Ne parlo perché sicuramente invece c’è chi vive ancora alla mia età con la paura di esprimersi, a me questa cosa ha portato amicizie, autostima e canzoni. Per cui non posso non consigliare a chiunque di togliersi le auto-censure e mettersi in gioco.

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Nico Donvito
Nico Donvito
Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
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