Giuseppe Anastasi e le sue “Canzoni ravvicinate del vecchio tipo”

Da autore a cantautore: è il percorso intrapreso da Giuseppe Anastasi, che ha confezionato un disco molto ben fatto, “Canzoni ravvicinate del vecchio tipo”. E sì, certo che sa cantare, tanto da chiedersi perché non l’abbia fatto prima.

Giuseppe Anastasi e le sue "Canzoni ravvicinate del vecchio tipo"
Giuseppe Anastasi. Foto: © Mirta Lispi

Giuseppe Anastasi come autore di canzoni di successo lo conosciamo bene. Il suo nome è spesso associato a quello di Arisa, per cui ha scritto tra le altre “La notte” “Sincerità”, ma Giuseppe ha scritto anche per Emma, Michele Bravi, Noemi tra i tanti. Recentemente ha scelto di percorrere anche la via del cantautorato, interpretando le sue canzoni. Il risultato è un disco molto ben fatto, di brani che catturano al primo ascolto, in cui si ascolta una voce interessante.

“Canzoni ravvicinate del vecchio tipo” è stato accolto da pareri molto positivi, “Non me lo aspettavo”. Spiega Giuseppe Anastasi che “Il disco per me è bello, ma gli apprezzamenti che ho ricevuto mi hanno piacevolmente colpito perché le mie sono canzoni molto cantautorali, strizzano poco l’occhio alla radio”.

E quindi, ecco spiegato cosa intende per “canzoni del vecchio tipo”. Ma anche, aggiunge, perché questo è “Un album acustico, suonato in tutte le sue parti, con pochissima elettronica e quindi con poca modernità. Un album di canzoni che trattano vari argomenti con un unico denominatore, l’osservazione della vita che mi circonda in tutte le sue sfumature”.

Quella che Anastasi definisce “Una grossa spinta creativa” è stata la paternità: “Le canzoni le ho scritte nell’ultimo anno e mezzo, a parte due che avevo nel cassetto. Da padre guardo al futuro di chi oggi è bambino”. Il brano 2089 parla di un mondo anestetizzato, con il cuore in naftalina.

Giuseppe Anastasi e le sue "Canzoni ravvicinate del vecchio tipo" 1Chissà se per Giuseppe Anastasi questo 2089 è sufficientemente lontano o già troppo vicino… “Forse nei fatti è vicino, ma nella canzone c’è al regola numero 5: mi sveglio e dico facciamo un figlio comunque. Cioè, c’è sempre speranza. Però, per tornare allo sguardo che lancio sulla nostra quotidianità, credo che i miei 20 anni fossero più felici di quelli di oggi”. Attualmente Giuseppe Anastasi è docente presso il CET (Centro Europeo di Toscolano), scuola fondata dal Maestro Mogol, e collabora come autore per la scuola di Amici di Maria De Filippi, per questo parla di ventenni con cognizione di causa: “Li vedo stressati e annoiati. Quando hai tutta la conoscenza possibile a disposizione sul web, annulli la curiosità, o almeno io la vedo così. Invece, bisogna essere curiosi”.

Con questo, non che Anastasi sia contro la tecnologia, “Anzi credo che internet rappresenti un passaggio epocale per l’uomo, come il fuoco e la ruota. Solo, non dobbiamo farci impigrire dalle opportunità che ci dà”.

Piccolo aneddoto: questo 2089 che ha portato a tutte queste riflessioni e che parla di un’umanità da ritrovare è “Nato da un sogno assurdo che ho fatto, popolato di alieni e astronavi”.

Con un disco così, viene da chiedersi perché Anastasi non abbia iniziato prima a cantare: “L’ho fatto dopo che le persone mi dicevano che avrei dovuto provare. Prima non avevo mai avuto questa velleità”. E ha fatto proprio bene. Ma comunque continua a scrivere anche per altri, “Perché di base io scrivo sempre per me. Per evitare lo psicologo”.

Le date del tour di Giuseppe Anastasi sono in aggiornamento: la prossima sarà  il 13 aprile al Palazzo Manzioli di Izola – Isola, in Slovenia.

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Francesca Binfaré
Francesca Binfaré
Giornalista, si occupa di musica, spettacolo e viaggi; parallelamente svolge attività di ufficio stampa. Autrice e conduttrice radiofonica dal 1989. Ha vissuto qualche tempo a Dublino, ma non ha mai suonato al campanello di Bono. Ha visto i "duri" Metallica bere un the e Slash senza l’immancabile cilindro. Affezionata frequentatrice del Festival di Sanremo e dei meandri del Teatro Ariston.
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