Giovanni Amighetti: “La musica rende meglio al buio, senza riferimenti visivi”

Intervista al musicista e produttore emiliano Giovanni Amighetti, in occasione dell’uscita del progetto “PLAY @ ESAGONO VOL.1

Giovanni Amighetti
Giovanni Amighetti si racconta ai lettori di Musica361 © foto di Luca Fabbri

E’ disponibile dallo scorso 6 ottobre il disco “PLAY @ ESAGONO vol.1” realizzato dal produttore e compositore world music Giovanni Amighetti e dal chitarrista Luca Nobis. Il progetto è accompagnato da video, realizzati dal regista Luca Fabbri, disponibili sul canale Youtube di Esagono Dischi.

Come sono nati questo lavoro e la collaborazione con Luca Nobis?

La collaborazione con Luca Nobis nasce dall’aver partecipato entrambi ad “Incontri sul palco” dell’Ahymé Festival 2020. Giornata ripresa in un docu-film alla quale io e Luca abbiamo pensato di dare un seguito artistico, visto che non ci era stato possibile in quel frangente collaborare.

Un disco che si sviluppa anche visivamente, grazie ai video curati da Luca Fabbri. Credi nel principio di trasversalità dell’arte?

Sì assolutamente, anche se abbiamo notato che alcune musiche più vitali sono molto adatte al video e viceversa in alcune è bene che quanto porti al risultato sonoro resti un po’ misterioso, magari sono frasi adatte al completamento della tavolozza sonora ma poco spettacolari a video. In sostanza la stessa opera artistica può essere trasversale ma c’è bisogno di alcuni accorgimenti perché renda al meglio nelle varie discipline. La multimedialità aiuta molto alla spettacolarizzazione degli eventi live soprattutto quando si va su capienze oltre le 1000 persone.

Cosa ti affascina di preciso di questo connubio tra musica e immagini?

La musica rende meglio al buio, senza riferimenti visivi. Così acquisisce tridimensionalità nell’ascoltatore. Però oggidì il mezzo che più utilizziamo per comunicare ed informarci è chiaramente il computer, o dispositivi mobili che sono piccoli computer. Quindi è lo schermo a divenire centrale, da cui perché qualcosa “esista” c’è bisogno abbia un’immagine che arrivi a tali dispositivi. Come abbiamo realizzato “play@esagono vol.1” ci ha permesso di riprendere nell’immediato anche tutta la parte video, video che quindi sono molto “veri”, sono un documento di quanto viene composto e registrato in quell’esatto momento. Diverso il discorso del live, dove l’utilizzo di immagini, video e CG diviene puramente artistico a completare la resa emozionale dell’opera.

Qual è l’aspetto che più ti colpisce durante la fase compositiva?

Sono sempre colpito dalla sensazione che la musica “ispirata” non sia realizzata da noi in modo conscio, bensì arrivi in un certo senso da lontano. Come se noi compositori fossimo tramite di un qualcosa che noi stessi non comprendiamo ma concretizziamo. In questo lavoro diviene doppiamente interessante visto che la fase compositiva è immediata e ripresa quindi sia dall’audio che dal video. Viene documentata quindi.

Quali sono gli elementi e le caratteristiche che ti rendono orgoglioso di un progetto come “PLAY @ ESAGONO VOL.1”?

Sicuramente l’aver superato le diverse difficoltà che un progetto di questo tipo comporta. Sia l’inserire i video direttamente in studio di registrazione, e qui sono stati molto bravi sia Luca Fabbri che i tecnici dello studio Stefano Riccò e Francesco De Nisco, sia tutta la parte di creazione artistica empatica che ha permesso la realizzazione di questi brani. L’intesa con Luca Nobis ma anche con i fiati di Jeff Coffin, Moreno “il biondo” Conficconi e Fiorenzo Tassinari, le percussioni e n’goni di Petit Solo Diabaté, i violini di Angele Benelli e Giulia Chiapponi, il basso di Valerio “Combass” Bruno. E’ un metodo compositivo che supera le barriere di genere ma anche di tradizione musicale etno-geografica e porta a risultati molto “veri”. Non si tratta di mettere in bella copia composizioni ed arrangiamenti bensì di far sentire, e vedere, all’ascoltatore il momento della composizione stessa!

Condividi su:
Nico Donvito
Nico Donvito
Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
Top