Sentitevi dei grandi con le filastrocche di Reno Brandoni

Filastrocche per insegnare ad apprezzare figure leggendarie e valori che hanno scritto la storia della musica rock? Sì e non solo per i più piccoli.

Le “Filastrocche per sentirsi grandi” di Reno Brandoni
Reno Brandoni fotografato da Giancarlo Polacchini

L’esperienza di Brandoni come autore di libri per ragazzi ha inizio con Il Re del Blues (2017)
sulla vita di Robert Johnson, poi La notte in cui inventarono il rock (2018) su Jimi Hendrix e Una classica serata jazz, confronto tra generi in un dialogo immaginario tra Chopin e Petrucciani. Dopo quei primi libri illustrati che sembravano raccontare storie fantastiche riferendosi invece a vite vere «ho sentito la necessità di comunicare ai ragazzi un messaggio più completo. Ho scritto una storia composta da filastrocche e in essa ho analizzato tanti aspetti, anche contemporanei, legati alla musica».

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“Filastrocche per sentirsi grandi” (Curci, 2019)

Un’opera fruibile tanto come “romanzo di formazione” quanto come profonda riflessione sull’odierno e “distratto” ascolto dettato dalla musica liquida. «Quando Maria Elena Rosati mi propose di musicare alcune sue filastrocche ho subito pensato che potessero diventare un utile strumento per trattare questo argomento», spiega Brandoni. «La filastrocca è simbolo di un linguaggio comune sia all’infanzia che all’età adulta. E quando è musicata da un artista maturo cambia completamente contenuto. Così insieme a Stefano Nosei ho scritto un disco, le cui canzoni sono diventate il filo conduttore che porta una ragazzina alla maturità».

Brandoni considera un futuro nel quale venga bloccato l’uso di smartphone e device nel caso in cui non si ascoltino le tracce proposte dalle playlist. E la protagonista Sara scongiurerà questa eventualità: «Riscoprirà con ogni filastrocca un vinile legato ad un bel ricordo di vita vissuta col proprio nonno. Fino a decidere di organizzare un flashmob che manderà in tilt il sistema di controllo, liberando la musica».  Leggere “Filastrocche per sentirsi grandi”: un motivo per gli adulti e uno per i più piccoli? «Gli adulti ritroveranno tanti spunti per incoraggiare i più giovani a mantenere una tradizione culturale che pian piano si sta perdendo. I ragazzi invece scopriranno bellezza e criticità attuali di un modo musicale che in qualche modo va salvato».

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Luca Cecchelli
Luca Cecchelli
Giornalista, laureato in linguistica italiana e da sempre curioso indagatore dei diversi aspetti del mondo dello spettacolo. Conduttore radiofonico e collaboratore per diverse testate e rubriche di teatro e musica, svolge parallelamente l’attività di ufficio stampa e comunicazione. Spettatore critico e melomane, è assiduo frequentatore di platee e sale da concerto oltreché batterista per passione e scrittore. Quello che ama di più però è scovare nei libri o in originali incontri e testimonianze retroscena culturali della storia della musica e incredibili aneddoti rock, di cui in particolare è appassionato conoscitore.
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