Etichette361: A.MA Records e la nuova vita del jazz

Tradizione e innovazione, passato e futuro del jazz. A.MA Records vuole disegnare un percorso dalle radici del genere alle sonorità per le nuove generazioni.

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Il jazz rappresenta la radice musicale di tutti i generi odierni. Spesso viene associato a una difficoltà di comprensione dal grande pubblico, per i suoi ritmi sincopati e i suoi schemi particolari. Ma il jazz non si è fermato alla tradizione, negli anni è evoluto e ha trovato artisti che hanno cercato di fonderlo con altri generi, differenziando le sfaccettature e aprendo nuovi mondi agli ascoltatori.

L’obiettivo di A.MA Records è proprio questo, fondere la tradizione afroamericana a nuove sonorità, creando qualcosa di nuovo, stimolante, proiettato verso il futuro e verso le nuove generazioni. Il produttore Antonio Martino, fondatore dell’etichetta, ha raccontato a Musica361 la missione di A.MA Records e il momento storico attuale del jazz.

Iniziamo dalla scena jazz italiana. Che rilevanza ha a livello nazionale e internazionale? 

La scena jazz ha un mercato di nicchia. La musica digitale domina il business, i ritorni delle vendite sono risicati, ma grazie ad internet hai la possibilità di affacciarti a un mercato globale. A.MA vende in tutto il mondo, proprio la scorsa settimana eravamo nella top 20 di iTunes in Germania.

Posto il grande rispetto che è giusto dare alla tradizione del jazz, qual è il lavoro di innovazione che sta svolgendo A.MA Records? 

Il jazz è un linguaggio che si basa sulla tradizione afroamericana. Negli ultimi 50-60 anni ci sono state alcune evoluzioni. In particolare il jazz europeo è diverso dalla radice nativa. In A.MA Records cerchiamo, invece, di rimanere legati al suono afroamericano. Sono un produttore a cui piace la commistione di generi, come quella tra hip hop/R’nB e jazz, il soul jazz o il funky jazz, dove si ha più ampio respiro. Di recente ho prodotto un disco che fonde la tradizione jazzistica ai suoni elettronici, si chiama “Subconscious Jazz” di Foglianese, l’abbiamo presentato al World Photo Press Exhibition 2018 di Torino il 12 ottobre.

Ogni etichetta sceglie la sua caratura stilistica. C’è chi punta molto sul mainstream. Personalmente sono rimasto affascintato da ciò che è successo in America negli ultimi 10-15 anni, in cui l’unione del mondo del jazz ad altre realtà vuole avvicinare le nuove generazioni, togliendo al genere un velo di polvere, l’etichetta di essere vecchio. Ci sono tantissimi artisti hip hop in cui si può sentire la vena della musica nera e la tradizione jazzistica, come ad esempio Kendric Lamar, D’Angelo, Erykah Badu, Marcus Strickland. Il jazz è di principio un genere musicale che ha inglobato la tradizione africana e quella europea. Se vogliamo avere una speranza di sopravvivenza nel mercato odierno, dove lo streaming è l’unica via e i ritorni sono pochi, è necessario rinnovarsi.

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Medimex 2017 – Da sinistra: Tullio Cirello (fonico A.MA Records) e Antonio Martino.

L’artista, quindi, guadagna prettamente dal live anche nel jazz?

Esattamente. Poi sulla diffusione. Il mio lavoro è anche quello di far arrivare la musica più lontano possibile. Il disco di Foglianese è già andato su sei radio europee e andrà su Rai Radio3 nei prossimi giorni. Questo sistema permette un ritorno economico in termini di diritto d’autore.

La promozione digitale procede come nel pop, ovvero con l’uscita di un singolo su piattaforme digitali e streaming, più video annesso, oppure è tutto diverso nel mercato jazz? 

Nel caso di A.MA Records facciamo uscire subito il disco fisico (CD o Vinile), successivamente procediamo su iTunes e Amazon per il download digitale, e poi, a distanza di mesi, pubblichiamo sui canali streaming come Spotify e Deezer. Una volta in streaming finiscono le vendite di dischi, continuano in parte quelle del vinile per via della passione del collezionismo e tramite il merchandising. Questa è una mia politica, molti colleghi non la vedono così.  I video dipendono dal budget di ogni progetto, però ovviamente se compresi vengono annessi all’uscita discografica.

Come potete essere contattati per l’invio di nuove demo? 

Riceviamo dischi ogni giorno, sia sul territorio nazionale, che internazionale. Proprio qualche settimana fa ho prodotto un disco con alcuni artisti francesi e tedeschi che uscirà nelle prossime otto settimane. Potete contattarci via mail su info@amaedizioni.it, sui nostri social network e sul sito di A.MA Edizioni.

 

 

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Andrea De Sotgiu
Andrea De Sotgiu
Laureato in Comunicazione, appassionato di musica e di tecnologia. Se qualcosa nasconde una dietrologia non si darà pace finché non avrà colmato la sua sete di curiosità, che sfogherà puntualmente all'interno dei suoi articoli.
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