Etichette discografiche indipendenti: Auand Records

Amiamo ascoltare nuova musica e siamo sempre disposti ad accettare demo

Etichette discografiche Auand Records
Marco Valente founder Auand

Auand Records è un’etichetta indipendente italiana dedicata alla musica che sfida i generi, fornendo una casa per gli artisti che si spingono oltre i confini della musica improvvisata.

Fondata nel 2001 da Marco Valente, Auand Records è diventata rapidamente un sigillo di garanzia per gli artisti che plasmano il suono del futuro.

Ed è proprio con Marco Valente che ne abbiamo voluto parlare.

Quando e perché nasce Auand?

Era il mese di settembre del 2001, quando entrammo in studio con Gianluca Petrella per la produzione di “X-Ray”. Quell’uscita fu il battesimo dell’etichetta che iniziò ad essere attiva e presente sul mercato, quindi, alla fine del 2001. Ascoltavo e acquistavo molti dischi e la mia passione musicale è sempre stata il jazz. Avevo fondato un portale online, “Italian Jazz Musicians” e avevo aperto uno dei primi siti di e-commerce specializzato in musica jazz. Avevo già un piede nel business della musica jazz. Auand nasce da questo, dalla voglia di occuparmi da imprenditore della diffusione e promozione di questo genere musicale.

A proposito, cosa significa Auand?

La sede di Auand è a Bisceglie, in quella provincia pugliese che oggi si chiama BAT, ossia Barletta-Andria-Trani. È proprio da una parola del nostro dialetto, usata spesso anche come intercalare, che deriva il nome della label. Auand significa “prendere”, “agguantare” ma è utilizzata anche dire “fai attenzione”.

Auand Records Simone Graziano
Simone Graziano

Auand odora di jazz. Come definiresti il suo stile?

Parlare di jazz, a volte, può essere una forzatura, visto la tendenza di trovare similitudini forzate con alcuni movimenti musicali mainstream. Ritengo che, anche se l’ambiente cui ci riferiamo sia tipicamente jazz, Auand ha una visione molto ampia e ci piace approfittare di qualsiasi input o influenza proveniente anche da altri mondi musicali. Si dice contaminazione? Per noi è qualcosa di più, è un nuovo mondo musicale con un proprio carattere tant’è che le nostre produzioni vengono sviluppate in diverse collane: FLUID, dedicata alla musica in cui il concetto di genere è in continua mutazione; PIANO, dedicata al pianoforte e principalmente ai trii;

WEIRD, che è la nostra collana principale dedicata alla musica contemporanea improvvisata; BEATS dedicata alla musica elettronica concepita da artisti che improvvisano e SONG che è dedicata al songwriting. Ogni collana ha la sua estetica specifica. Vogliamo fornire una visione panoramica puntale e più attenta possibile sulle nuove generazioni.

Quali sono i servizi che offrite ai vostri artisti?

In generale cerchiamo di non interferire con le scelte artistiche di ognuno dei musicisti che hanno deciso di lavorare con noi deve poter fare con la massima libertà. Inizialmente ci occupavamo anche del lato artistico-produttivo ma, nel tempo, sempre più spesso ci vengono proposti progetti già sviluppati e strutturati per cui, in questo momento di occupiamo prevalentemente del dopo, ossia la distribuzione, la promozione attraverso un nostro ufficio stampa interno e la gestione degli eventi live. Produciamo musica che si può fruire sia in digitale sia, per alcune produzione, su supporto ma devo confessarti che, nonostante in questi anni si sia parlato di una riscoperta del vinile, i risultati sono, a volte, deludenti. Probabilmente una certa generazione di ascoltatori di jazz è ancora legata al supporto fisico ma parliamo di numeri abbastanza ridotti.

Etichette discografiche indipendenti: Auand Records
Etichette discografiche indipendenti: Auand Records – Logo

Quali sono le punte di diamante del roster di Auand?

Consiglio di dare un’occhiata al nostro sito per farsi direttamente un’idea. È chiaro che si tratta di quei musicisti che hanno ottenuto più visibilità, come Simone Graziano, Francesco Diodati, Filippo Vignato, Matteo Bortone, Gabrio Baldacci e altri che sono riusciti, tenendo conto che si tratta di una nicchia di mercato, a fare qualche passo in più.

E in questo anno e mezzo di pandemia com’è andata?

Dal punto di vista della produzione musicale, devo confessarti, c’è stato un periodo che non definirei “off”, mentre per i live è stato un periodo nero. Abbiamo pubblicato molto in digitale, anche perché abbiamo scelto di proporre nuova musica a tutti quelli che si trovavano costretti a rimanere chiusi in casa. Proprio per questo il nostro ufficio stampa ha lavorato moltissimo.

Chi ti piacerebbe produrre dell’attuale panorama musicale in linea con le scelte artistiche di Auand?

Miles Davis è morto, mi sembra ricordare e, credo anche Ornette Coleman (ride, ndr). In effetti ce ne sarebbero moltissimi. Personalmente ho sempre seguito con piacere e interesse la scena jazz newyorkese. Auand ha scelto di privilegiare la scena italiana contemporanea, che peraltro si ispira a quella newyorkese. Lanzoni, Zanisi, Mitelli e Santimone sono artisti che mi piacerebbe pubblicare.

Francesco Diodati e Paolo Fresu a Umbria Jazz
Francesco Diodati e Paolo Fresu a Umbria Jazz

Cosa deve fare un artista per proporvi la sua musica?

Amiamo ascoltare nuova musica e siamo sempre disposti ad accettare demo. È sufficiente inviarli alla feedback@auand.com scrivendo come oggetto “DEMO”. Se possibile preferiamo ricevere il link per l’ascolto in streaming. Ovviamente cerchiamo di ascoltare tutto e di rispondere il prima possibile.

https://auand.com/

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Roberto Greco
Roberto Greco
Giornalista. Nel tempo si è occupato di musica, teatro e cinema. Studioso di storia contemporanea, scrive per diverse testate occupandosi di cultura, costume e società.
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