Emanuele Aloia, l’arte e la letteratura spopolano su Tik Tok

Intervista al giovane cantautore torinese, fuori con il suo nuovo singolo intitolato “Il bacio di Klimt”

Emanuele Aloia, l'arte e la letteratura spopolano su Tik Tok
Emanuele Aloia si racconta ai lettori di Musica361 in occasione dell’uscita del singolo “Il bacio di Klimt”

E’ un momento davvero fortunato per Emanuele Aloia, artista classe ’98 che ha fatto del proprio interesse nei confronti dell’arte la sua personale cifra stilistica. Il bacio di Klimt” è il singolo diventato virale su Tik Tok, per poi conquistare la vetta delle classifiche di Spotify, facendo incetta di views su YouTube. Un successo più trasversale che generazionale, merito di una ben rodata poetica che affonda le proprie radici nell’ispirazione, grazie a varie citazioni provenienti dal mondo della pittura, come Edgar Degas e lo stesso Gustav Klimt, passando per la letteratura, da Charles Baudelaire ad Eugenio Montale.

La cultura è fatta di curiosità, cosa ti affascina esattamente della pittura e della letteratura?

Mi affascina tutto, in ottica musicale credo che sia un bel modo per avvicinare i giovani a tematiche che, in ambito scolastico, vengono considerate noiose.

A che punto del tuo percorso incontri la musica?

Ho iniziato a scrivere a tredici-quattordici anni, è iniziato tutto per gioco. E’ stato un incontro molto naturale, a quell’età i sogni viaggiano velocemente, siamo tutti passati nella nostra infanzia/adolescenza a voler fare i calciatori o gli astronauti. Superate quelle fasi, la musica è rimasta. 

Emanuele Aloia, l'arte e la letteratura spopolano su Tik Tok 1
Emanuele Aloia, la cover de “Il bacio di Klimt”

C’è un artista che senti particolarmente vicino e che reputi un riferimento?

Guarda, sono cresciuto con gran parte del cantautorato, ascolto tanta musica italiana. Un artista di riferimento è sicuramente Jovanotti, a livello di scrittura è uno che dice tante cose, l’antitesi di Vasco se vogliamo. Per quanto mi riguarda, tendo ad incastrare e raccontare il più possibile, ho pochi silenzi nelle mie canzoni.

A volte si tende a clusterizzare l’arte per fasce di età, pensi che la trasversatilità sia sempre più il futuro della musica?

Non saprei, molti artisti della nuova generazione tendono ad identificarsi in un genere, ad interfacciarsi con una fascia specifica di pubblico. La musica che faccio io è più orientata verso il pop, di conseguenza ha più probabilità di arrivare a generazioni diverse. 

Quali sono le caratteristiche che, secondo te, hanno più colpito de “Il bacio di Klimt”? 

Rappresentare l’amore e la vita attraverso parallelismi con l’arte e la letteratura è la cosa che più arriva alle persone, oltre all’aspetto melodico, perché credo sia fondamentale che una canzone ti prenda subito a livello musicale. Anche io, da ascoltatore, faccio fatica a prestare troppa attenzione al testo al primo ascolto, le parole cominciano a diventare importanti dal secondo, proprio come un appuntamento (sorride, ndr). Nel mio caso è stata fondamentale anche la viralità con cui il pezzo si è imposto in rete, in primis su Tik Tok.

Ricapitolando: l’arte, la letteratura, la musica e Tik Tok, in che modo si legano tra loro?

Non credo ci sia una logica, la chiave è la viralità. La potenzialità di un pezzo non la vedi di certo dalle views, ma scatta qualcosa che spinge, soprattutto i giovani, ad emulare e condividere ciò che più gli piace. Il valore artistico di una canzone lo riconosci quando supera il confine di Tik Tok e si diffonde nel resto dell’etere.

Condividi su:
Nico Donvito
Nico Donvito
Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
Top