Dentro la Canzone: Franco Fasano “Io Amo”

“Io amo” autobiografia di un cantante e autore,  perché in fondo nel verbo amare c’è tutto, l’amore per la musica, i figli, e la vita in ogni sua scelta e sfumatura

 

Dentro la Canzone: Franco Fasano "Io Amo"
Dentro la Canzone: Franco Fasano “Io Amo” (Foto © Gari Wyn Williams)

Guardarsi indietro significa recuperare ricordi che fanno parte di noi, alcuni dei quali non ci abbandoneranno mai come tatuaggi disegnati sulla pelle, altri che invece crediamo perduti sono stati semplicemente riposti in qualche parte del nostro inconscio.

Tutti però, anche quelli che apparentemente meno importanti, contribuiscono a farci diventare ciò che siamo, scrivendo pagine fatte di emozioni ed esperienza.

Franco Fasano, cantante, autore di grandi successi affidati di volta in volta ad ugole come quelle di Mina, Leali, Fiordaliso, Ranieri e direttore artistico di programmi di successo ha appena pubblicato (venerdì 5 novembre) la sua autobiografia “Io amo” in cui si racconta sin dalle origini, quando non aveva ancora 20 anni.

Dentro la Canzone: Franco Fasano “Io Amo”

Una vita dedicata alla musica che trasversalmente ha coinvolto grandi e bambini grazie ai brani divenuti celebri con lo Zecchino d’Oro (di cui è stato anche coordinatore artistico) e le canzoni scritte per Cristina D’Avena.

“Io amo” perché in fondo nel verbo amare c’è tutto, l’amore per la musica, i figli, e la vita in ogni sua scelta e sfumatura.

Dentro la Canzone: "Io Amo" Il libro
Franco Fasano (Foto © Gari Wyn Williams)

Perché hai deciso di scrivere un libro?

Questo libro nasce da un’idea di Massimiliano Beneggi e si pone l’obiettivo di raccontare la verità di tutto ciò che mi è successo.

Non tutti sono a conoscenza dei molti pezzi che portano la tua firma…

Lo stesso Beneggi, critico teatrale e musicale trentaseienne, mi ha fatto notare questa cosa. Mi ha confidato di possedere almeno tre dischi dove fra i crediti figurava il nome Fasano senza però associarlo a me.

Ma quando è sbocciato il tuo amore per la musica?

Sin da bambino. Ho avuto la fortuna di crescere in una casa dove non mancava mai, mio padre era un fotografo e spesso veniva chiamato a seguire eventi musicali, tra cui il Festival di Sanremo.

Poi da ragazzino ho fondato la mia prima band e la cosa bella è che tuttora collaboro col chitarrista mentre col batterista (che suona nell’Orchestra regionale Toscana) mi sono ritrovato nel 2011 al Teatro Verdi di Firenze dove mi recai per realizzare una versione sifonica di “Mi manchi”.

Dentro la Canzone: Franco Fasano "Io Amo" - copertina
Dentro la Canzone: Franco Fasano “Io Amo” – cover del libro

Chi sono state le tue fonti d’ispirazione?

In primis cantanti al pianoforte, la musica leggera italiana ma naturalmente anche i Beatles, Elton John, Billy Joel.

Così iniziai a scrivere le prime canzoni poi venni contattato dai fratelli Berrino, inventori del muretto di Alassio, che mi chiesero di presentare serate con Walter Chiari, i Platters, Pippo Baudo e poiché ero timidissimo la conduzione mi ha molto insegnato a stare sul palco.

Poi sei tornato all’Ariston ma stavolta come cantante. Che effetto ti ha fatto?

Ho partecipato a quattro edizioni, la prima volta non avevo ancora 20 anni, ma la verità è che tutti continuavano a vedermi come il figlio del fotografo, cosa che non mi infastidiva ma iniziava ad essere un po’ ridondante.

Nell’84 scrissi “Regalami un sorriso” e mi fu proposto di cederla a Drupi, divenne un grande successo e da lì cambiarono le cose. Io non ero più il figlio del fotografo, ma il mio papà era il padre dell’autore.

Quindi il vero successo inizia da questo momento in poi?

In realtà, per ironia della sorte, nel 1987 Fausto Leali cantò “Io Amo” a Sanremo e contemporaneamente io dovetti partire per il servizio militare.

Ora che finalmente avevo giocato la carta vincente non avevo possibilità di ulteriori rinvii. Per fortuna, un editore molto importante dell’epoca mi dette la possibilità di firmare un contratto nonostante stessi facendo il militare.

Dentro la Canzone: Franco Fasano "Io Amo" Il libro
Dentro la Canzone: Franco Fasano “Io Amo” Il libro (Foto © Gari Wyn Williams)

Perché hai intitolato “Io amo” il tuo libro?

Perché sono particolarmente legato a questo pezzo, per ciò che ha rappresentato nella mia vita e anche perché io amo per me è la prima persona del verbo vivere.

Io son uno che cerca sempre di guardare il bicchiere mezzo pieno domandandosi però perché si svuota, nei miei pezzi ad esempio ho sempre cercato di promuovere la speranza, anche a costo di essere controtendenza.

Che rapporto hai con le cose che scrivi?

Ho sempre scritto pezzi più maturi per la mia età ma la cosa interessante è che essendo destinati a Leali, Drupi, Mina, Ranieri ovvero artisti che avevano 15 anni più di me, questa discrasia veniva perfettamente colmata e le canzoni rese più credibili.

“Io amo” gira a 33 capitoli anche in digitale?

Proprio così. Ogni capitolo sarà dotato di un QR code che darà la possibilità di accedere a foto di repertorio che magari potrebbe diventare anche un contest. Se qualcuno fosse in possesso di foto dell’epoca potrebbe inviarle, e la più bella aggiunta al capitolo.

“Una piccola parte di me” è dedicata a tuo figlio?

Si, mio figlio Emanuele, ha 27 anni ed è nato dal mio primo matrimonio e vive a Milano e poi ho una figlia di 17 anni, Dalia, che vive a Roma.

È vero che anche tuo figlio è un talento musicale?

Qualche anno fa per Natale mio figlio decise di venire a Roma col treno ma era in ritardo, così sapendo che in stazione c’era un pianoforte si mise a suonare una delle sue composizioni creando un capannello di gente intorno a lui.

Un passante poi lo ha ripreso col cellulare e postato sui social facendolo diventare virale realizzando un numero incredibile di visualizzazioni (ad oggi oltre sei milioni).

Dentro la Canzone:"Io Amo"
Dentro la Canzone: Franco Fasano “Io Amo” (Foto © Gari Wyn Williams)

Perché questa canzone?

Una sera essendosi addormentato sul divano, cercai di prenderlo in braccio per portarlo a letto ma si svegliò e iniziò ad inveirmi contro.

Quella notte io non riuscii a dormire e scrissi “quando crescono i figli non li tieni più in braccio” lo feci ascoltare a Berlincioni che si commosse, decise di lavorarci e si affrettò a rivedere parte del testo.

Perché?

Perché nella seconda parte parlavo di Dalia che era piccolina ma sembrava promettere un carattere più docile di Emanuele, però Berlincioni mi fece notare che in questo modo rischiavo, mio malgrado, di fare differenze tra figli.

Così raccontai le difficoltà di essere genitori unendo le due parti, dando vita ad un pezzo cui sono davvero molto affezionato.

Condividi su:
Sara Chiarei
Sara Chiarei
Laureata in Filosofia, giornalista, presentatrice di ogni genere di eventi: sportivi, festival musicali, instore nei centri commerciali, rassegne letterarie. Ha lavorato sia in tv locali che in radio dove ha condotto per 14 anni un programma Live quotidiano. Ha gestito uffici stampa e tuttora scrive su riviste cartacee e online occupandosi principalmente della sua grande passione, la musica.
Top