Decibel, “L’anticristo”: la musica non è salto in alto, è personalità

“L’anticristo” è il nuovo album dei Decibel, pubblicato dopo la partecipazione al Festival di Sanremo. Un disco che dice molte cose, a cominciare dalla copertina.

Decibel, "L'anticristo": La musica non è salto in alto, è personalità
Decibel. Foto: © Riccardo Ambrosio

“L’anticristo” è l’album di inediti di Enrico Ruggeri, Silvio Capeccia e Fulvio Muzio, i Decibel. Al Festival di Sanremo hanno portato una canzone dedicata (ma non solo) a David Bowie, “Lettera dal Duca”. I nuovi brani affrontano molti altri temi, sempre lungo il cammino del rock. Con citazioni musicali, richiami e rimandi, ma sempre con una personalità unica e non etichettabile.

Un nuovo disco dei Decibel dopo “Noblesse oblige”, l’album che ha segnato il vostro ritorno.

Enrico Ruggeri: A questo disco arriviamo molto caldi, dopo l’album precedente e il tour. Siamo andati in studio come si faceva una volta, provando fino a quando non è venuto il momento di registrare le canzoni. Come sonorità questo è un album molto più compatto rispetto a “Noblesse oblige”, ed è suonato dal vivo dall’inizio alla fine. Ci teniamo a questo aspetto, è suonato diversamente da quello che spesso si sente in giro oggi. Ormai ci siamo impigriti, sentiamo un computer che parte. Anche i concerti spesso sono così: ma allora quello non è un concerto, bensì uno spettacolo.

Silvio Capeccia: Le nostre canzoni hanno un sapore grezzo, per questo “L’anticristo” in vinile suona ancora meglio. Vinile, che sta tornando… anche se oggi non si scaricano più nemmeno le canzoni, si ascoltano in streaming, che è la negazione del percorso che un artista fa.

Una cosa che colpisce subito l’attenzione è la copertina di “L’anticristo”, dove siete tre manager in un futuro apocalittico.

ER: Recitiamo una parte. Siamo manager del primissimo livello, quelli che decidono le guerre, chi sarà il presidente degli Stati Uniti e qual è il livello culturale delle persone.

Il livello culturale?

ER: Non posso credere che fino agli anni ’60 in classifica ci fossero persone come John Lennon e oggi ci siano persone che non dicono nulla. Perché c’è un abbassamento del livello dei testi e delle musiche delle canzoni che non è casuale. C’è una regia che vuole che la gente ragioni sempre meno.

Fulvio Muzio: Per tornare ai manager che decidono i destini delle persone, ricordiamo che la realtà a volte è diversa da come appare, ed è un tema che affrontiamo in diverse canzoni.

“L’anticristo” , com’è nato

Decibel, "L'anticristo": La musica non è salto in alto, è personalità 1Come sono nati i brani nuovi?

FM: Dai nostri viaggi in auto. Durante gli spostamenti per i concerti parliamo molto, ci appassionano gli stessi argomenti che sono poi quelli che fanno da sfondo all’album.

Diversi brani sono piccoli film, uno scorrere di immagini molto nitide.

ER: Cerco di scattare delle fotografie quando scrivo, quindi spero di essere riuscito a lasciare questa impressione anche con le nuove canzoni. Lo faccio da sempre; spesso infatti mi dicono che brani come “Il portiere di notte” e “Il mare d’inverno” siano molto cinematografici.

Enrico, sta ricominciare The Voice. Tu che sei stato giudice in un talent (X Factor), come vedi questi show?

ER: Un talent per forza di cose ti fa scegliere la persona che canta meglio. Gli ultimi 40 anni di musica italiana sono stati fatti da artisti che si chiamano Fossati, Conte, De Gregori, Vasco, Ligabue, portatori non di belcanto ma di progetti. Vai a vedere Vasco perchè ti riconosci emotivamente ed intellettualmente in quello che canta, e questo vale per decine di personaggi. La musica non è il salto in alto, dove oggettivamente si vede che uno è bravo. La musica è personalità, sono cose da dire. Questo è il limite dei talent. Però mi preoccuperei se il talent fosse l’unico modo per trovare talenti, invece nei locali se ne sentono ancora.

Il 13 aprile inizierà il tour dei Decibel nei teatri, un’occasione da non perdere per gustarsi “L’anticristo” e altri brani dal vivo.

Condividi su:
Francesca Binfaré
Francesca Binfaré
Giornalista, si occupa di musica, spettacolo e viaggi; parallelamente svolge attività di ufficio stampa. Autrice e conduttrice radiofonica dal 1989. Ha vissuto qualche tempo a Dublino, ma non ha mai suonato al campanello di Bono. Ha visto i "duri" Metallica bere un the e Slash senza l’immancabile cilindro. Affezionata frequentatrice del Festival di Sanremo e dei meandri del Teatro Ariston.
Top