BrickLane, una nuova promessa dell’indie italiano

Si chiama “Porta Nuova” il singolo rilasciato dai BrickLane lo scorso 21 dicembre, che ha colpito nel segno e creato interesse intorno a loro.

BrickLane, una nuova promessa dell'indie italiano 1
I BrickLane sono una band genovese molto interessante che sta emergendo nel panorama indipendente italiano. In passato legati al britpop, oggi cantano in italiano. Il loro singolo “Porta Nuova” è stato una breccia, perché spacca ed è assolutamente coerente con lo stile itpop ascoltato negli ultimi anni (Thegiornalisti, Ex-Otago, etc.). Insomma, sembrano seguaci e devoti a Matteo Cantaluppi, produttore dei gruppi citati precedentemente. Non manca esperienza alla band composta da Matteo Milazzi (voce e chitarra), Alfredo Cantelli (chitarra), Gabriele Pallanca (controcanto, basso, nonché sound designer) ed Eugenio Ruocco (batteria e controcanto). Se i BrickLane hanno in serbo altre canzoni come “Porta Nuova”, prestate attenzione alle classifiche.

Qual è la storia che si nasconde dietro la vostra musica?

Siamo nati a Genova nel 2009 tra i banchi dell’università grazie all’idea di Alfredo ed Eugenio. All’inizio eravamo una cover band, poi abbiamo iniziato a scrivere pezzi nostri in inglese sulla riga delle nostre band preferite (Arctic Monkeys, Jet, Beatles, ecc.).

In un periodo storico dove la parola “indie” viene abusata, su di voi calza a pennello. In una delle vostre fasi, come avete accennato, avevate in piedi un progetto seriamente indie rock, con tanto di testi in inglese. Come mai avevate fatto questa scelta? Volevate esportare la vostra musica all’estero?

Si appunto, il genere era quello del britpop e l’inglese ci è sembrata la lingua più facile per avvicinarci ad esso. L’idea era quella di affacciarci sul mercato estero tanto che nel 2012 abbiamo pubblicato un singolo negli USA con la 272 Records e abbiamo anche fatto un tour in UK.

Poi un cambiamento radicale, avete deciso di non cambiare il vostro nome, ma la lingua del cantato e siete passati all’indiepop italiano, quello con i sintetizzatori insomma. La scelta è stata premiata dal pubblico, il vostro singolo “Porta Nuova” è piaciuto molto. Da dove nasce l’esigenza di una rivoluzione stilistica della band? 

Dopo che suoni da tanti anni insieme l’esigenza di trovare nuovi stimoli e restare al passo coi tempi si è fatta sentire. Scrivere in italiano è stata davvero un’esigenza per poterci esprimere al meglio. L’inglese non ci bastava più. Ma perché cambiare nome? Siamo sempre noi. Se ci pensi un sacco di band italiane hanno fatto così, passando soltanto a cantare in italiano (Afterhours, Zen Circus, ecc.).

Come mai non avete deciso di continuare sul vostro vecchio stile indie rock, ma in italiano? Torneranno le chitarre nei pezzi nostrani oppure è qualcosa di impensabile secondo voi?

Ma le chitarre ci sono sempre. Poi dal vivo siamo sempre rock. Tastiere e un po’ di elettronica, ma senza stravolgerci.

Quali sono i vostri prossimi obiettivi? Cosa c’è da aspettarsi dai BrickLane?

Beh sicuramente uscirà un nuovo singolo in italiano molto presto con, speriamo, una piccola chicca di cui non diciamo nulla. E poi stiamo lavorando al nuovo album ovviamente, tutto in italiano.

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Andrea De Sotgiu
Andrea De Sotgiu
Laureato in Comunicazione, appassionato di musica e di tecnologia. Se qualcosa nasconde una dietrologia non si darà pace finché non avrà colmato la sua sete di curiosità, che sfogherà puntualmente all'interno dei suoi articoli.
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