Non è un “necrologio” da vivo, come afferma ridendo.

Il ritratto di una “Treccani vivente” della Musica tutta. Giò Alajmo, giornalista professionista, cronista e critico musicale, ha curato due libri di storia del pop, anche autore teatrale. Ha realizzato qualche migliaio di interviste e recensioni.

Edicola361 - Giò Alajmo Portrait
Alajmo e Zucchero

Parlare con lui è un viaggio attraverso la storia della musica, da Beethoven passando per Bach per approdare al Rock.
Le sue narrazioni, impastate di ricordi indelebili e la verve del vero cronista innamorato di musica, sono documenti di rara bellezza.

La tua, una vita vissuta tra musica e arte. Quando hai avuto sentore di ciò?
Ho avuto la fortuna di essere cresciuto a pane e musica; nella mia famiglia se ne ascoltava tanta. Ho la stessa età del Rock’n’roll , ma il mio primo amore è stato Cajkovskij. Grazie ancora ad una scuola dell’obbligo che sapeva appassionare a quello che davvero conta.

Comincio ad undici anni a suonare il pianoforte e molto presto scrivo per passione su piccoli giornali di Parrocchia o riviste ancora  ciclostilate dove in seguito esprimo il mio giudizio sulla musica che si ascoltava allora. Ho sempre avuto una grande curiosità.

Edicola361 - Giò Alajmo Portrait 1
Alajmo con Joan Baez

Qual è stato il primo disco ad entrare in casa tua?
Il primo disco di Fabrizio De Andrè che scoprii grazie a mio padre.

Quando hai scelto il giornalismo come professione?
Per caso; non pensavo in realtà di fare il giornalista. A metà degli anni ‘70 quando avevo solo 21 anni, il direttore del Gazzettino, padre di un mio amico, mi propose di lavorare per il suo giornale. Ero un giovane  con la passione per la politica e la musica. I giornali, l’informazione, la lettura, un vizio di famiglia. Inizio come cronista a Venezia, ma durò poco. Con uno dei primi stipendi comprai una chitarra che portai in redazione: questa fu galeotta. Mi fu chiesto se suonassi, dissi si- faccio Rock- perché non ne scrivi?

Da lì non ho più smesso…

Il tuo modo di parlare di musica ha preso da subito una direzione “ostinata e contraria”?
Ho sempre cercato di comunicare senza seguire la corrente del gossip, dando alla musica la valenza e l’importanza che i giovani che l’ascoltavano le riconoscevano.

Edicola361 - Giò Alajmo Portrait 2
Alajmo flautista Rock

Nella tua lunga e fortunata carriera, quali gli incontri che non puoi dimenticare?
Sono tantissimi, ma  un momento fondamentale è stato a Venezia alla Gondola D’oro, nel settembre del ‘69,  dove ero andato per conto mio. Terminata la cerimonia improvvisarono a sorpresa un concerto i Vanilla Fudge, fu il mio primo vero concerto Rock, una folgorazione per me che ero ancora inconsapevole del fatto che quindici giorni prima c’era stato Woodstock a segnare per sempre la storia della musica.

I Deep Purple altro gruppo importante per me; il batterista con cui suonai una volta, mi disse che, riuniti per la prima volta, avevano comprato tutti i dischi dei Vanilla Fudge per studiarli.

I dischi di Simon & Garfunkel che i miei amici mi facevano ascoltare, con i quali scoprii e cominciai ad apprezzare le armonie.

Giornalista, iscritto alla SIAE come autore di brani e testi teatrali, ideatore del premio della critica a Sanremo nel 1983, diventato poi Mia Martini, scrittore. Giò sei tutto questo?
Sono tanti modi diversi di fare delle cose; fanno parte di me in egual modo. Io prima ho messo le mani sugli strumenti e solo molto dopo, ho cominciato a raccontarla. In questo momento sto girando i teatri con un orchestra di 10 elementi e uno spettacolo in cui come se fosse un grande articolo, un concerto- racconto, dove la leggenda di Woodstock rivive con gli aneddoti, i ricordi di Joe Cocker, uno dei grandi protagonisti.

Edicola361 - Giò Alajmo Portrait 3
Alajmo a Firenze

Se dovessi mettere in scena uno spettacolo a raccontare la tua vita, quale sarebbe la colonna sonora?
Bob Dylan
, Rolling Stones, Jimi Hendrix. Il libro “Blues ballate e Canzoni” di Bob Dylan tradotto da Stefano Rizzo con la prefazione di Fernanda Pivano può essere il mio vero incipit. La mia storia comincia così.

Se dovessi dare un consiglio ad un giovane giornalista musicale ?
Studia tanto, leggi. Ascolta più che puoi, nutriti di concerti dal vivo, lascia da parte le cuffiette. Confrontati con i musicisti, cerca di capire cosa stanno facendo sul palco, è una filosofia di vita. Ricorda che più la musica è rumorosa tanto più è necessario stare attenti ai silenzi.

Ogni generazione ha il diritto di avere la propria musica e ciò che la rappresenta, anche se sembra orribile alla generazione precedente.

Tre Concerti tra i concerti?
1971 Led Zeppelin al Vigorelli di Milano,  1979 i Queen a Zurigo , 1981 The Wall dei Pink Floyd a Dortmund. Erano gli anni dei lunghi viaggia fatti di notte in cui noi, forzati del Rock , eravamo costretti ad andare all’estero perché niente arrivava in Italia.

Questo viaggio in auto con Giò potrebbe durare all’infinito, vorresti non finisse mai. Scorrono immagini che raccontano di palchi, visti così da vicino che ti sembra di toccarli, che hanno fatto la storia. Parole che trasudano tutta la passione di chi la musica, l’ha vissuta da protagonista e da innamorato.

Non smettere di raccontarla Giò.

Rivalutare il live e la musica di qualità

Claudio Donato è al timone di Musicandolive: musica dal vivo, vissuta con grande passione in quanto patrimonio universale. La ricerca della qualità è oggi l’obiettivo che fa la differenza, dando ossigeno alla buona musica emergente, la premessa per “coltivare”  e far conoscere nuovi talenti.

Edicola361: Musicandolive 1

Qual è il pubblico a cui si rivolge?
L’obiettivo è quello di rivolgersi ad una fascia di pubblico ampia. Credo che la musica sia patrimonio di tutti, indipendentemente dalla fascia di età. Naturalmente, parlo di un prodotto che valga la pena ascoltare e nel quale c’è un lavoro importante alle spalle.

Che spazio viene dato alla musica?
Musicandolive è un sito che non ha preclusioni verso nessun tipo di musica. Sono convinto che sia giusto valorizzare il lavoro di tanti artisti giovani. Posso assicurare che in giro ve ne sono tanti che meritano. Musicandolive è a disposizione di chi lo vorrà.

Musica di tutti i tipi o qualche genere in particolare?
Diamo spazio a qualsiasi genere: dal Jazz al Pop per intenderci. Siamo a disposizione di chi voglia proporre qualcosa di veramente interessante e originale.

Edicola361: Musicandolive 2
Intervista a Paolo Vallesi

Perché avete scelto di trattare solo la musica italiana o internazionale o perché entrambe?
La musica italiana credo che abbia scritto delle pagine indelebili, senza togliere nulla a quella internazionale. Sicuramente, se è meritevole, questo non vuol dire chiudere la porta ad un prodotto estero.

Come si esprime l’unicità della testata? Quali le caratteristiche che la rendono unica?
Il nostro punto di forza – come si evince dal titolo –  è quello di dare risalto al live. Il live –a mio parere – credo sia  la vera essenza della musica. Rivalorizzarlo è uno dei nostri obiettivi. Il tempo, poi, dirà se avremo fatto un lavoro meritevole o meno.

Da quando esiste la testata?
Musicandolive è un sito giovane: nasce nel 2016; dopo un periodo di sosta, è ripartito con una nuova veste grafica un po’ più accattivante.

Edicola361: Musicandolive 3
Claudio Donato, musicista e direttore

Qual è stato il percorso di crescita?
Un bilancio lo si fa dopo alcuni anni e dipende anche dai contenuti proposti. Fidelizzare il maggior numero di lettori non è facile. Questa è una scommessa nella quale crediamo ed è un obiettivo che riteniamo di poter raggiungere attraverso un lavoro certosino e di squadra.

Come descriveresti la vostra immagine e impostazione grafica?
Credo che la semplicità paghi sempre. Ho cercato, e spero di esservi riuscito, di dare ai nostri lettori una grafica semplice e diretta.

Quanto pesano per voi i social nella divulgazione del vostro progetto?
L’aspetto dei social è importante e non va assolutamente trascurato. Oggi si viaggia ad una velocità pazzesca e se, sfruttati bene, i social possono dare un contributo importante in termini di crescita del sito.

Edicola361: Musicandolive 4
Riverberi Appia in Jazz. Intervista a Fabio Concato

Tra i social, quale trovi quello più efficace?
Facebook resta il motore trainante. Se usati bene  – però – anche canali come twitter possono dare un buon contributo.

Qual è la linea che hai impostato in tema di musica?
Seguiamo una linea di artisti che siano meritevoli. Indubbiamente, chi ha studiato e ha qualità va valorizzato.

Che rapporto avete con gli uffici stampa?
Direi abbastanza buono e professionale con tutti. La cordialità e la trasparenza sono le basi fondamentali per chi fa questo lavoro. A mio modo di vedere non esiste una stampa di serie A o B. Chi opera con criterio dovrebbe sempre essere messo nella condizione di poter fare il suo lavoro.

Esiste ancora la concorrenza tra testate? Se si, come superarla?
La concorrenza esiste ed esisterà sempre. Quando la competizione è sana diventa uno stimolo per fare meglio. Lavoro e sacrificio  sono le uniche ricette che conosco per ottenere risultati apprezzabili.

Quali per te, almeno due testate di riferimento per il vostro ambito/settore?
Non mi piace fare nomi, anche nel rispetto di tanti colleghi che svolgono in maniera egregia questo lavoro. Ci sono, comunque, tante testate che lavorano in maniera ottimale.

Indirizzo web 

 

 

Francesco Russo è il Direttore Editoriale de La Gazzetta dello Spettacolo, quotidiano online, a breve, anche Bimestrale cartaceo diffuso a tiratura nazionale in 40.000 copie. Contenuti di spettacolo puro, lontani dal gossip, caratterizzano il piano editoriale della testata.

Titolo della testata: La Gazzetta dello Spettacolo

Edicola361: La Gazzetta dello Spettacolo
Francesco Russo con la Gazzetta dello Spettacolo

Qual è il pubblico a cui si rivolge?
Il pubblico de La Gazzetta dello Spettacolo è abbastanza vario, sia per genere che per età. Fondamentalmente si rivolge a tutti coloro che cercano informazioni legate al mondo dello spettacolo puro, ovvero, quello che non deve essere mai confuso con il gossip.

Cerchiamo di raccogliere tutte le fasce d’età,

a partire dai giovanissimi che sono da sempre attenti alle nuove tendenze musicali, quando si parla di trap ad esempio, o attenti al mondo delle serie TV, non appena annunciamo qualche novità.
Una fascia di pubblico più adulta invece è quella legata alle interviste di approfondimento ai personaggi dello spettacolo o alle recensioni teatrali.

Che spazio viene dato alla musica?
La musica ha uno spazio importante. Personalmente lo considero uno dei must dello spettacolo dell’arte, insieme al cinema ed al teatro.

Cerchiamo di seguire una filosofia molto “nazionale”,

sicuramente senza snobbare la musica internazionale. Essendo un quotidiano in lingua italiana, letto anche da molti italiani all’estero, per scelta editoriale, si è sempre preferito parlare al 90% delle tendenze musicali e degli artisti italiani, rispetto agli internazionali. Oggi lo scenario, con la nascita del magazine che è distribuito anche in alcune grandi città del mondo (Cannes, New York, Nuova Dehli), stiamo preparando un nuovo piano editoriale che partirà da settembre e che vedrà coinvolti anche gli artisti stranieri.

Edicola361: La Gazzetta dello Spettacolo 1
Francesco Russo, inviato al Festival di Sanremo 2019

Musica di tutti i tipi o qualche genere in particolare?
Principalmente tutti i generi, ma con tre tendenze particolari che accontentano il nostro target. Il pop per “i nostalgici” 30/40, il jazz per “gli appassionati” 40/60 ed il rap e la trap per “i giovanissimi” 15/30

Perché avete scelto di trattare solo la musica italiana o internazionale o perché entrambe?
E’ stata una scelta legata soprattutto ad una forte territorialità iniziale del progetto, che però sta mutando giorno dopo giorno.

Come si esprime l’unicità della testata? Quali le caratteristiche che la rendono unica?
A dirlo dovrebbero essere i lettori  … però, mi permetto di elencare due dei nostri punti di forza, che sono: lo spazio dedicato agli emergenti (musicisti, attori e attrici, ballerini/e e modelli/e), sempre accuratamente selezionati prima di essere raccontati… mentre l’altro punto di forza te lo segnalo con un aneddoto: durante un evento per il quale ero stato contattato per premiare degli artisti, tra gli ospiti c’era Gino Cogliandro dei Trettré. Io sono un 35enne, ma per la passione che ho legata al mondo dello Spettacolo, adoro questi personaggi della storia della Televisione, come fossero miti moderni.

Mentre siamo insieme al backdrop delle interviste, mi guarda e dice:

La Gazzetta dello Spettacolo… mi piace! Riuscite ancora a fare quella che una volta si chiamava la recensione teatrale come si faceva negli anni ’50!”.
E da li puoi immaginare la mia gioia, che ho voluto subito trasferire a tutti i redattori che si occupano di teatro, come un complimento ricevuto da un maestro che ha fatto la storia italiana.

Da quando esiste la testata?
Il quotidiano online è stato fondato il 25 giugno 2013 e da li poi ci sono state due evoluzioni fondamentali: quella di settembre 2017, quando abbiamo lanciato sul mercato il nostro primo magazine cartaceo, in formato pocket A5 con una tiratura di 10.000 copie, in alcune regioni d’Italia.

Oggi, nel 2019, arriviamo a Giugno con il lancio della nuova versione, un luxury magazine perlato in A4 con il triplo dei contenuti (siamo passati dalle 40 alle 96 pagine) e con una distribuzione che serve tutta Italia e qualche città dell’Estero.

Qual è stato il percorso di crescita?
Impegno e dedizione intese come volontà di non abbassare mai la qualità dei contenuti; ricerca nella novità tecnologica e soprattutto il rispetto dei partner nazionali (intesi come media e addetti ai lavori)

Come descriveresti la vostra immagine e impostazione grafica?
Per dirla alla “Vignelli”, siamo un magazine con un tocco di quotidiano

…puntiamo alla modernità, mantenendo dei tratti di stile classico.

Quanto pesano per voi i social nella divulgazione del vostro progetto?
Fino a ieri pochissimo. Quando fai tanta strada e velocemente con i numeri ti perdi qualcosa per strada. Per una mia mancanza, i social non hanno mai avuto un ruolo predominante nella nostra diffusione, perché li ho sempre osservati con uno “scetticismo gossipparo”. Ad oggi, che buona parte delle news passano da la, ci stiamo adeguando, curando un po’ di più l’aspetto social media.

Edicola361: La Gazzetta dello Spettacolo 2
Francesco Russo alla conduzione del Music Contest 2018

Tra i social, quale trovi quello più efficace?
Da persona meno social del mondo ti rispondo Instagram… ma sicuramente nerd ed influencer già staranno lavorando su qualcosa di nuovo che non mi è dato sapere.

Qual è la linea che hai impostato in tema di musica?
Quella della qualità. L’offerta c’è ed è tanta ma la qualità musicale deve venire prima di tutto, altrimenti stiamo parlando di show, di spettacolo generico. La musica è qualcosa che oltre al talento prevede lo studio e quindi si favorisce sempre la scelta di artisti legati a determinati canoni musicali piuttosto che altri.

Che rapporto avete con gli uffici stampa?
Fondamentalmente buono. Siamo sempre a disposizione di tutti gli uffici stampa e con alcuni con i quali abbiamo un rapporto più costante (su Napoli, su Roma e su Milano), spesso ci confrontiamo sul lancio delle notizie e su delle anteprime esclusive (testi e/o trailer che ci forniscono)

Esiste ancora la concorrenza tra testate? Se si, come superarla?
Qualora esistesse è inutile. Ogni testata ha una sua identità e si trasforma come si trasformano i redattori e tutto lo staff. Non si può pensare che esistano due testate uguali. La concorrenza può essere solo economica ma quello è un argomento da commerciali e non tocca di base l’aspetto editoriale.

…per concludere…

Quali per te, almeno due testate di riferimento per il vostro ambito/settore?
Qui mi metti in difficoltà perché potrei fare torto a qualcuno. Diciamo che sicuramente ci sono molte testate di spettacolo che sono da seguire come esempi di diffusione concreta e non mediata. Personalmente selezionerei “Entertainment Weekly” e “Variety”.

Indirizzo web

La grande passione per la musica, la cura del dettaglio e lo stupore del lettore.

Questa settimana abbiamo incontrato Francesco “Fuzz” Pascoletti, caporedattore, editore, fondatore di Classix e Classix Matal. Si occupa della ricerca fotografica, decide quali sono i pezzi, contatta le etichette, uffici stampa e promoter …pulisce per terra, fa il caffè e i panini e alla sera chiude la porta.

Edicola361: Classix & Classix Metal
La Redazione di Classix Metal, fieri e potenti (Francesco Pascoletti al centro, con la sciarpa)

“Sono cresciuto con le riviste internazionali. A scuola ho studiato francese e ho imparato l’inglese traducendomi le riviste rock inglesi e americane che compravo nelle edicole di Roma. Leggo molto la stampa britannica apprezzando molto il loro stile, quello del giornalista che entra nel personale e che utilizza sempre quella buona dose di humor, che decontestualizza e sdrammatizza il rock che in Italia ha sempre avuto un approccio troppo intellettuale”.

Tipologia:
Rivista cartacea; è pressoché impossibile una forma web per articoli che spesso sono fatti anche di venti pagine e contengono cinquanta foto. Il nostro lettore ama conservare le nostre riviste che vengono collezionate e rilette. I nostri arretrati sono molto ricercati e infatti molti sono ormai esauriti.

Periodicità: 
Classix e Classix Metal dovrebbero essere bimestrali, alternandosi fra loro; il condizionale è d’obbligo perché siamo pazzi scriteriati che giocano con le aspettative dei lettori e con la distribuzione. Capita che si cambi in corsa una copertina a due giorni dalla messa in stampa o che il timone venga modificato all’ultimo secondo dall’arrivo di un articolo che vogliamo assolutamente proporre ai nostri lettori. A volte ci sono troppi dischi da recensire, altre volte davvero non sappiamo cosa far slittare al prossimo mese; più volte abbiamo portato in stampa numeri “specali” di 120 pagine anziché 96. Ma i nostri lettori sono affezionati e pazienti e sanno che la redazione lavora per loro e per tenere sempre alto il loro interesse.

Edicola361: Classix & Classix Metal 1
Da sinistra Gianni Della Cioppa, Francesco Pascoletti e Manuel Fiorelli di Classix Metal. …Quando il lavoro ti prende alla gola!

A quale pubblico si rivolge?
Il nostro pubblico è fatto di lettori che hanno intenzione di approfondire. Li abbiamo educati bene a leggere articoli completi e approfonditi, ricchi di dettagli e dove sono anche e soprattutto gli artisti a parlare.

Che spazio viene dato alla musica?
Ovviamente sono riviste musicali, quindi tutto è dato alla musica. Classix, nel tempo, ha presentato varie rubriche extra musicali che piacciono molto: su “Terrorvision” parliamo di cinema dimenticato e di quello da riscoprire. Una rubrica è intitolata “Reliquie”: oggetti o mode del passato che hanno rappresentato un periodo. In ultima pagina si parla di musica trash, inascoltabile, di canzoni pornografiche e di tutte quelle sfumature non propriamente di nostro primo interesse.

Musica di tutti i generi o qualche genere in particolare?
Il motto di Classix è “la rivista del vecchio e nuovo classic rock”, ma con una predilezione per il vecchio. Non ci dimentichiamo dei gruppi di oggi che sanno recuperare quella lezione senza scimmiottarla: quelli che la portano avanti, oppure non la portano avanti per niente, ma ci danno sensazioni fantastiche con il loro Rock, Hard Rock, Progressive, Psichedelia, Rock Blues, su Classix. Su Classix  Metal: Old e New Hard Rock and Heavy Metal.

Perché avete scelto di trattare solo la musica italiana o internazionale o perché entrambe?
Non abbiamo nessun preconcetto; su Classix come su Classix Metal c’è sempre spazio per la musica italiana. Su ogni numero di Classix Metal abbiamo uno spazio riservato alla storia approfondita di una band italiana, anche perché il Metal italiano ha prodotto tanto. Cose geniali e ingenue, ottime ma magari non prodotte al livello di quelle internazionali, per i soliti noti problemi di studi di registrazione non attrezzati, produttori incompetenti  o etichette improvvisate.

Edicola361: Classix & Classix Metal 2
La Redazione di Classix al lavoro.

Il nostro palcoscenico è il mondo: non abbiamo confini e la nostra attenzione arriva fino al rock dei paesi dell’est europe, a quello giapponese o australiano.

Come si esprime l’unicità della testata? Quali caratteristiche la rendono unica?
Siamo stati i primi in Italia a parlare del Rock del passato usando parole, ora abusate, come vintage, retrò o classic.
L’unicità è data dall’avere una visione che parte dal passato per arrivare ad oggi, staccandoci da quel consumismo di chi recensisce oggi mille dischi che domani sono già dimenticati. Non diamo copertine ad artisti perché sono in uscita con un disco o una ristampe e se succede… è casuale! Dedichiamo ampio spazio ai nostri articoli, cosa oggi rara, visto che oltre le 4 pagine moltissimi davvero non vanno e pesano di aver detto tutto in quello spazio. Il supporto fotografico è importantissimo, fatto di immagini, spesso rare, spesso bizzarre, che catturano gli artisti agli esordi, in formazioni ormai dimenticate, dove magari non appaiono con quello status da rockstar che hanno oggi

Da quando esiste la testata?
Classix dal 2003 e Classix Metal dal 2007.

Come definiresti la vostra immagine e l’impostazione grafica?
Decisamente unica. Come accennato prima, il lavoro di ricerca fotografica va di pari passo all’impostazione e all’elaborazione dei testi. Io, che mi occupo anche della ricerca fotografica, a volte sono assorbito completamente dalla ricerca di una fotografia per giorni e giorni. Addirittura me le vado a scovare poi negli album di famiglia o in collezioni private, scegliendole tra quelle meno viste e meno scontate. La nostra impostazione grafica è decisamente curata con aperture a doppia pagina e titoli che diventano parte integrante dell’aspetto grafico dei pezzi.

La grafica deve essere all’altezza degli articoli e dei personaggi trattati.

Qual è stato il percorso di crescita?
Parte dal 2003 e dal 2007 per Classix Metal anche se tutto si radica già dal passato quando i redattori di Calssix erano già attivi. La nostra storia è stata piuttosto travagliata; abbiamo cambiato quattro editori in questi anni fin tanto che abbiamo trovato la quadra. Ci siamo editati da soli e da lì sono cambiate le cose. Possiamo dire di aver vissuto in pieno la crisi dell’editoria.

Edicola361: Classix & Classix Metal 3
Francesco Fuzz Pascoletti

Quanto pesano per voi i social?
Come direbbe mia figlia, noi siamo dei “vecchietti” perché usiamo moltissimo Facebook, che per il nostro tipo di lettori ci consente l’uso di maggiore espressione, con maggiori “righe”. Non potremmo mai usare Twitter, anche se ci abbiamo provato. Quando andiamo ai concerti pubblichiamo delle foto e quindi usiamo Instagram.
La nostra divulgazione è Facebook, ambiente dove talvolta si vedono numeri pazzeschi di follower ma nella realtà, situazioni che non rendono neanche dal punto di vista economico. Noi non abbiamo i miliardi di follower su Facebook (stiamo arrivando ai 9000) ma sono reali lettori che ci seguono con attenzione.

Tutti i nostri follower hanno un’altissima visibilità: chi ci segue è interessato a noi.

Che rapporto avete con gli uffici stampa?
Tieni conto che siamo dei sopravvissuti; chi ha iniziato a scrivere di musica, quando ho iniziato io (inizio anni 90) e lo fa ancora oggi, siamo rimasti pochissimi. Tra Case discografiche e uffici stampa, promoter e distributori, c’è chi è rimasto attivo e chi invece ha preferito cambiare vita. E’ oggi un rapporto di amicizia e di rispetto. Dove non è mai schioccata la scintilla, non arriverà mai… Oggi abbiamo un rapporto diretto con molte etichette internazionali: prima si passava sempre dal filtro del distributore o del promoter italiano.

Esiste ancora la concorrenza tra le testate? Se sì, come superarla?
La concorrenza è giusto che ci sia, ma poi, che cos’è la concorrenza? Io sto facendo il mio percorso, quello che reputo mio e originale. Perché mai dovrei temere i concorrenti sulla mia strada?

Un modo per superare la concorrenza è non pensare alla concorrenza.

Non ho assolutamente tempo per seguire le riviste concorrenti. Non me ne occupo e vivo molto felice. Altra cosa è non crearsi concorrenza se consapevoli di avere un progetto unico e originale.

 

 

 

Il grande valore dell’unicità! Massimo Privitera è il direttore e fondatore di ColonneSonore.net, l’unica rivista ufficiale italiana sulla musica per immagini. Da bimestrale cartaceo è oggi un webmagazine quotidiano, sempre aggiornato.

Edicola361: ColonneSonore.net - Immagini tra le note 5

Tipologia
ColonneSonore.net è un webmagazine dall’aggiornamento quotidiano, ma in precedenza, dal 2003 al 2006, in formato cartaceo bimestrale, di cui si possono scaricare gratuitamente tutti i numeri in PDF nella sezione ‘Extra’ in Archivio rivista cartacea del sito

Qual è il pubblico a cui si rivolge?
Appassionati e collezionisti di colonne sonore ma anche neofiti, di tutte le età e tipologie culturali e sociali.

Che spazio viene dato alla musica?
Ovviamente primario e in tutti i suoi aspetti legati all’immagine, sia essa cinematografica, televisiva, teatrale o videoludica: tutta la musica applicata alle immagini

Musica di tutti i tipi o qualche genere in particolare?
La Musica per Immagini nella sua struttura nativa prevede forme classico-sinfoniche originali ma nel corso degli anni e dell’evoluzione musicale ha abbracciato tutti i generi e sottogeneri sonori, essendo l’unica forma di musica al mondo che in sé contiene tutte le tipologie musicali conosciute e innovative

Edicola361: ColonneSonore.net - Immagini tra le note 1
Il Direttore Massimo Privitera

Perché avete scelto di trattare solo la musica italiana o internazionale o perché entrambe?
Ho prediletto la Film Music perché ne sono appassionato dall’età di 8 anni, quando iniziai a collezionare vinili di musica per film e perché da sempre la considero non un argomento di nicchia come ritenuta dagli accademici e critici con la puzza sotto il naso.

L’Ottava Arte

La Film Music, o come da me coniata ‘Ottava Arte’, ovvero la controparte musicale della ‘Settima Arte’ (il Cinema), è un’Arte che dopo essere stata bistrattata per anni o adorata solo dai cultori e collezionisti, da un po’ di tempo è finalmente assurta agli onori che le spettano di diritto

Come si esprime l’unicità della testata? Quali le caratteristiche che la rendono unica?
ColonneSonore.net è l’unica rivista ufficiale italiana sulla musica per immagini da ben 16 anni oramai,; la sola voce seria e professionale, non solo dal punto di vista giornalistico, della musica applicata nel Bel Paese, dato anche che molteplici riviste cinematografiche e simili trattano questo argomento in maniera sommaria, per nulla e addirittura superficiale

Edicola361: ColonneSonore.net - Immagini tra le note 3Da quando esiste la testata?
Nasce nel luglio del 2003 grazie ad un gruppo di amici, e successivamente soci, folli che vollero imbarcarsi in un’avventura editoriale senza saperne nulla a riguardo. Uniti dalla tenacia e passione, contro tutto e tutti. Nel tempo siamo riusciti a divenire il punto di riferimento della Film Music in Italia (e non solo)

Qual è stato il percorso di crescita?
Da bimestrale cartaceo a webmagazine
il passo è stato imprescindibile data la situazione di crisi editoriale che ha vissuto non soltanto il nostro Paese ma tutto il mondo;  l’abbandono del cartaceo ci è costato tantissimo. Il passaggio definitivo al web ci ha aperto un bacino di lettori che non avevamo ampliando le potenzialità della nostra testata. Abbiamo ad oggi 25.000 utenti unici annui che per una rivista considerata erroneamente di nicchia è un traguardo notevole. Non dimentichiamo che i primi abbonati del cartaceo furono Ennio Morricone e Pino Donaggio

Rendere più fruibile l’approccio internettiano…

Come descriveresti la vostra immagine e impostazione grafica?
Il nostro sito ha una navigazione molto fluida e una leggibilità di contenuti scorrevole, seppur i nostri articoli e recensioni non siano brevi, come si usa oggi per rendere più fruibile l’approccio internettiano. Teniamo a diffondere contenuti seri, esaustivi e didattici di un certo rilievo. Chi ci consulta e legge deve addentrarsi nella materia Musica per Immagini ed uscirne edotto come si deve.

Quanto pesano per voi i social nella divulgazione del vostro progetto?
Ci affidiamo soltanto a Facebook e in minima parte a Twitter; niente Instagram.

Tra i social, quale trovi quello più efficace?
Per la nostra tipologia di rivista Facebook è il più interattivo e simultaneo nelle risposte.

Edicola361: ColonneSonore.net - Immagini tra le note 4
Alexandre Desplat

Che rapporto avete con gli uffici stampa?
Ottimo e cortese, sia per quanto riguarda i materiali inviati in redazione sia per gli accrediti ad anteprime filmiche, eventi musicali e concerti di musica per film. Rare sono le occasioni in cui ci tocca inseguire o scovare uffici stampa che non sanno fare bene il loro mestiere e che posseggono clienti molto appetitosi per noi.

Esiste ancora la concorrenza tra testate? Se si, come superarla?
Credo vivamente di no

Quali per te, almeno due testate di riferimento per il vostro ambito/settore?
In Italia nessuna, visto che siamo gli unici, All’Estero. Filmmusicreporter e Filmscoremhonthly

Indirizzo web

 

Questa settimana siamo andati “oltre” la musica tradizionale: la musica è ovunque e tocca diversi ambienti, come ad esempio il Cinema e l’intrattenimento. Abbiamo incontrato Andrea Sala, Caporedattore di MondoFox.it. Con lui abbiamo esplorato la musica con occhiali diversi.

Edicola361: MondoFox.it
La homepage di MondoFox.it, con il carosello delle news più hot

Tipologia: web

Qual è il pubblico a cui si rivolge?
A tutti gli appassionati di intrattenimento, dal cinema alle serie TV, dai videogame ai fumetti.

Che spazio viene dato alla musica?
Copriamo le colonne sonore dei film, le sigle delle serie TV, le soundtrack iconiche dei videogames, perlopiù.

Musica di tutti i tipi o qualche genere in particolare?
Tutti i generi, ma legata ai nostri argomenti chiave.

Perché avete scelto di trattare solo la musica italiana o internazionale o perché entrambe?
Trattiamo entrambe, senza distinzione, perché, ovviamente, tutta la musica può essere associata a un film o una serie TV.

Come si esprime l’unicità della testata? Quali le caratteristiche che la rendono unica?
Lavoriamo sempre tendendo alla massima qualità possibile, a discapito della quantità. Non siamo quel tipo di testata che cerca di correre dietro a tutte le notizie. Cerchiamo gli argomenti più interessanti per i nostri lettori e cerchiamo di dar loro il meglio possibile.

Da quando esiste la testata?
Da dicembre 2015

Edicola361: MondoFox.it 1
Le colonne sonore su MondoFox.it sono un mix fra storico e nuovo

Qual è stato il percorso di crescita?
È stato un lavoro continuativo e, spesso, frenetico, ma sempre in stretta osservanza dei principi qualitativi detti più sopra. Oggi siamo fra i primi 10 siti tematici sul cinema, in Italia.

Come descriveresti la vostra immagine e impostazione grafica?
Direi minimale e pratica.

Quanto pesano per voi i social nella divulgazione del vostro progetto?
Molto, direi circa un buon 50% del totale.

Parlando di Social…

Tra i social, quale trovate quello più efficace?
Facebook.

Qual è la linea che ha impostato in tema di musica?
Seguiamo per lo più le colonne sonore più iconiche.

Che rapporto avete con gli uffici stampa?
Un classico rapporto di mutua collaborazione se le proposte che ci arrivano rientrano nella linea editoriale.

Esiste ancora la concorrenza tra testate? Se si, come superarla?
Certo che esiste. Non penso che si supererà mai, soprattutto se teniamo in considerazione l’atmosfera economica legata all’editoria.

Quali per voi, almeno due testate di riferimento per il vostro ambito/settore?
Variety e Entertainment Weekly.

Indirizzo web

 

 

 

La grande esperienza e la lunga storia della crescita di una grande testata musicale.

Abbiamo incontrato Giuliano Delli Paoli, Coordinatore redazionale, anche della sezione Elettronica di Ondarock.

Edicola361: Ondarock

Tipologia: Webzine musicale

Qual è il pubblico a cui si rivolge?
E’ molto vasto. Basti considerare le otto sezioni quotidianamente aggiornate dal 2000: Rock e dintorni, Pop Muzik, Angolo Dark, Elettronica, Songwriter, Altrisuoni, Italia e Jazz. Un ventaglio dunque eterogeneo, trasversale, con un occhio di riguardo verso la musica indipendente.

Che spazio viene dato alla musica?
Semplicemente totale.

Musica di tutti i tipi o qualche genere in particolare?
Non abbiamo mai tracciato linee di confine. Il nostro sguardo è ampio, oltrepassa ogni steccato. Ondarock offre una vetrina critica, scevra da direzioni, hype e suggestioni varie.

Edicola361: Ondarock 1Perché avete scelto di trattare solo la musica italiana o internazionale o perché entrambe?
Le trattiamo alla stessa maniera, ed entrambe sono parte integrante della nostra offerta.

Come si esprime l’unicità della testata? Quali le caratteristiche che la rendono unica?
Abbiamo attraversato tutte le fasi dell’evoluzione internettiana, aderendo puntualmente alle costanti mutazioni in atto. Ciò che rende Ondarock unica è la passione con la quale i redattori esercitano le proprie competenze in materia. Non c’è alcun legame o vincolo. La libertà di giudizio è infinita. A muovere i fili è solo la passione incondizionata e salvifica per la musica. Inoltre, disponiamo di sezioni meravigliose come quella che raccoglie le nostre Pietre Miliari. Curiamo News, Concerti, Speciali, Classifiche. Insomma, non ci facciamo mancare niente.

Da quando esiste la testata?
Siamo attivi dal lontano 2000, in sostanza siamo stati tra i primi della rete.

Qual è stato il percorso di crescita?
E’ stata una crescita costante. Al momento contiamo 50 redattori e 50 collaboratori. Una squadra equamente distribuita su tutto il territorio italiano. Competenze che variano dal mainstream all’elettronica più sperimentale. Vantiamo inoltre 70.000 lettori a settimana, 200.000 al mese, circa 150 materiali nuovi prodotti ogni mese, tra recensioni, live report, speciali, news, interviste, pietre miliari, monografie e via discorrendo.

Edicola361: Ondarock 2

Come descrivereste la vostra immagine e impostazione grafica?
Direi solida, sobria, funzionale.

Quanto pesano per voi i social nella divulgazione del vostro progetto?
Siamo nel 2019, dunque tanto.

Tra i social, quale trovate quello più efficace?
Sono tutti efficaci. Certo, Facebook resta quello più seguito (abbiamo sfondato quota 65.000). Tra l’altro, abbiamo appena attivato anche la nostra pagina Instagram. Meglio tardi che mai.

Qual è la linea che hai impostato in tema di musica?
Si punta alla qualità delle recensioni. L’intento è fornire analisi minuziose, parimenti esaustive. La competenza è accertata attraverso selezioni molto rigorose dei recensori. Inoltre, il sito dispone di una natura “bifronte”: webzine di attualità (recensioni di nuove uscite, interviste, report) e archivio storico (monografie, pietre, approfondimenti, speciali).

Edicola361: Ondarock 3

Che rapporto avete con gli uffici stampa?
C’è un rapporto di massimo rispetto, con una precisa linea di demarcazione tra il ruolo dell’uno e quello dell’altro.

Esiste ancora la concorrenza tra testate? Se si, come superarla?
Esiste ed è naturale che sia così. In un modo o nell’altro, la concorrenza ti spinge a fare sempre meglio; è un ulteriore stimolo, come accade in ogni campo lavorativo. Una scossa ovviamente sana, gestita senza patemi o eccessi di sorta.

Quali per voi, almeno due testate di riferimento per il vostro ambito/settore?
Rateyourmusic.com e Discogs.com. Sono contenitori “asettici”, eppure ricchi di spunti. Il secondo funge spesso e volentieri da archivio di riferimento.

Sito della testata

Rumore è una rivista musicale cartacea mensile che ha anche un sito quotidiano, Rumoremag.com: Non una digital replica ma lo sviluppo integrato di contenuti.

Intervista al direttore editoriale Rossano Lo Mele (il direttore responsabile è Marco De Crescenzo) che si occupa di gestire e coordinare i contenuti con la redazione.

Edicola361: Rumore

A chi si rivolge Rumore?
A tutti gli appassionati di musica che arrivano dal rock, con ogni deriva che sia Jazz, musica sperimentale, dance, elettronica, hip pop: tutti i generi imparentati in qualche modo col rock.

Musica di tutti i tipi, quindi?
Rock in tutti i suoi sottogeneri: elettronica, black music… Chiaramente non ci occupiamo di elettronica di consumo da apericena, del metal sinfonico o della musica pop da classifica: non stanno nel nostro perimetro.

Quali sono le caratteristiche che rendono Rumore unica nel suo genere?
La forza di Rumore è stata quella di nascere con un’idea che ha anticipato i tempi: nasce all’inizio degli anni novanta con l’idea di abbattimento dei generi musicali, abbracciando un po’ tutti i generi, partendo dal rock e andando a cercare quanto ci fosse di interessante a prescindere dalle separazioni di genere e ideologie. Una rivista specializzata e di settore che si rivolgeva ad un pubblico più ampio al di sopra di catalogazioni nette e “steccati”.

Edicola361: Rumore 1Il percorso di crescita di Rumore: quali le tappe principali?
Nasce nel 1992. Nei tardi anni novanta si consolida fortissimamente nel tessuto dei lettori e sociale: una reazione ed inclusione nella crisi generazionale dell’editoria  degli anni zero. Un successivo e netto rilancio l’ha avuto negli anni dieci con la nuova direzione e proprietà che ha deciso contestualmente all’uscita del mensile di reagire al mercato con l’inclusione del sito internet e dei social media che hanno dato e danno un nuovo impulso al cartaceo.

Come descriveresti la scelta grafica di Rumore?
Cerchiamo di fare un giornale bello da vedere e con contenuti interessanti. Ci confrontiamo molto con le riviste estere, non solo musicali. Il giornale deve avere una piacevolezza quasi femminile. Sono per noi fondamentali i contenuti ma anche belle foto ed una bella impaginazione. La mia speranza è che tante donne si possano avvicinare ad una rivista che per lo più è letta da un pubblico maschile, affascinate dal poter tenere tra le mani una rivista gradevole sotto ogni punto di vista.

Quanto contano i social nella divulgazione dei vostri progetti?
Tantissimo. Per la gestione dei social media abbiamo persone che hanno l’età giusta per starci dentro. C’è da dire che la nostra redazione si compone di persone di ogni età, con un perfetto dialogo intergenerazionale. La musica è la passione comune: è il progetto di continuità che ci lega.

Quali sono i social media di riferimento per voi?
Facebook in primis, poi Instagram e Twitter. Facebook, perché il pubblico a cui ci rivolgiamo va dai 25 ai 60 anni mentre Instagram è molto più teen.

Qual è la vostra linea editoriale?
Il contesto musicale nazionale privilegia la musica italiana. Noi cerchiamo di fare un mix di novità interessanti da un punto di vita strettamente musicale. Dedichiamo tanti spazi redazionali agli italiani ma per le copertine dobbiamo cercare sempre di selezionare molto. Siamo attenti anche alle cose del passato che hanno una loro attualità e che vengono ripubblicate, vedi  Lou Reed o i Clash, copertine sempre di successo.

Edicola361: Rumore 2
Il Logo Ufficiale di Rumore

Che rapporti avete con gli uffici stampa?
Con alcuni di molestia; altri non ci considerano, ma in generale buono. Avere a che fare con gli uffici stampa è diventato un lavoro full time anche perché sono tantissimi e altrettante le produzioni. Molto dipende dalle persone, quelle che sanno fare bene il loro lavoro e che sanno fare la differenza.

Esiste ancora concorrenza tra testate, e se si come superarla?
Secondo me è superata, anche perché ogni rivista ha la sua identità; una non esclude l’altra. Anzi, in un mercato così piccolo dovremmo tenere vicino i nostri lettori, cercando di unirci per catturare la loro attenzione. Al di là di quello che i prodotti on line possono dare gratis non riusciranno mai a superare il fascino e la suggestione della rivista.

Ci puoi individuare due testate che per te sono un riferimento importante?
Mi piace tantissimo Q che per me è il giornale musicale più bello al mondo per intelligenza, qualità delle firme, contenuti e accessibilità. Mi piaceva moltissimo Select, anche questa inglese, che purtroppo non c’è più.

Un piacevole incontro con Elisa Serrani, direttore della testata musicale Musicaincontatto.it . La musica è comunicazione, linguaggio, stile di vita che coinvolge chiunque, di qualsiasi età e unisce.

Edicola361: Musicaincontatto.it 1
Homepage di Musicaincontatto.it

Tipologia: Web/quotidiano

Qual è il pubblico a cui si rivolge?
Non abbiamo un target specifico di riferimento; cerchiamo di coinvolgere ogni fascia di età, dando spazio ad ogni genere musicale. Senza nessuna pretesa e con tutto l’impegno e la professionalità da parte nostra, ci auguriamo, con il tempo, di diventare un punto di riferimento per tutti gli appassionati di musica, oltre ai generi, oltre ai confini geografici.

Che spazio viene dato alla musica?
La Musica è il cuore pulsante del portale, dalle news alle recensioni di conferenze, kermesse e concerti, senza tralasciare le nuove proposte, le “nuove leve” del panorama musicale (nazionale, specialmente), con la rubrica “MIC Artist of Week”, che, ogni settimana, presenta al pubblico un nuovo giovane artista.

Musica di tutti i tipi o qualche genere in particolare?
Nessun genere e nessun artista è escluso; la nostra mission è proprio quella di mettere “in contatto” gli artisti con il pubblico e viceversa, gli emergenti con un futuro fanbase e, senza creare illusioni a nessuno, dare loro la possibilità di essere notati dagli addetti ai lavori.

Abbiamo in mente moltissimi progetti che, passo dopo passo, stiamo realizzando.

Stiamo creando uno spazio dedicato alla musica italiana all’estero (anche grazie alle collaborazioni internazionali con siti, testate, uffici stampa e professionisti del settore, ma anche con quegli utenti, solitamente italiani che vivono all’estero, che vogliono dare il loro contributo, partecipando attivamente, con segnalazioni per esempio).
Teniamo molto ai progetti benefici che si possono realizzare grazie al potere di unione e cooperazione della Musica; stiamo vagliando diverse proposte.

Perché avete scelto di trattare solo la musica italiana o internazionale o perché entrambe?
Diamo spazio ad entrambe, con un occhio di riguardo in più al fervore artistico e creativo presente nella nostra Penisola, nel quale crediamo moltissimo. Cerchiamo di spaziare il più possibile tra ciò che viene definito “mainstream” e i progetti, per così dire, più “di nicchia”, indipendentemente dalla loro provenienza.
Uno degli aspetti fondamentali e più belli della Musica (se non il più bello) è che non ha confini né barriere; unisce tutti, indipendentemente dalla collocazione geografica, religione e posizione sociale.

Come si esprime l’unicità della testata? Quali le caratteristiche che la rendono unica?
Siamo attivi da meno di un anno, dopo oltre 11 di esperienza nel settore in vari ruoli e mansioni. Stiamo costruendo un nostro spazio.

Da quando esiste la testata?
dal 2 Luglio 2018

Edicola361: Musicaincontatto.it 2Qual è stato il percorso di crescita?
E’ stato un po’ come fare un salto nel vuoto; l’idea di lasciare quello che può essere definito un “porto sicuro”, inizialmente spaventa.
Ma dopo oltre un decennio di esperienza, mi sono detta “Ok, fin da bambina sapevi, dentro di te, che nella vita avresti voluto fare questo. Con impegno e determinazione sei riuscita a costruirti una formazione (che non si ferma mai e deve essere costante, nel tempo), avendo la fortuna e l’onore di collaborare con tanti professionisti che ti hanno insegnato e trasmesso moltissimo. E’ ora di uscire dalla comfort zone e di iniziare a costruirti un progetto tuo, facendo tesoro di quello che sai e, con umiltà, continuare ad apprendere da tutti coloro che, con passione e sincerità, svolgono questa professione”.

E’ una continua crescita: la Musica insegna sempre.

Come descrivereste la vostra immagine e impostazione grafica?
Semplice, minimal ed immediata
. Riceviamo molti complimenti per questo perché, per scelta, abbiamo deciso di non inserire pubblicità, banner; nulla che distolga l’attenzione dell’utente da quello che è il fulcro del sito, la Musica, appunto.Quanto pesano per voi i social nella divulgazione del vostro progetto?

Ormai viviamo in un mondo completamente Social. Questo ha i suoi aspetti negativi (a volte la popolarità sui Social è più importante del lavoro in sé) ed i suoi aspetti positivi (la possibilità di connettersi con il resto del mondo, di far conoscere un artista ad un pubblico molto più vasto). Noi veniamo dalla generazione che ha vissuto appieno questa rivoluzione tecnologica, basti pensare al passaggio dalle musicassette ai CD, dall’MP3 allo streaming.

I Social

sono parte fondamentale di questo passaggio, di questa “nuova era” della comunicazione. Sono rilevanti per la divulgazione delle informazioni.
Credo sia impensabile lavorare in questo settore senza tenere conto della loro importanza.

Tra i social, quale trovate quello più efficace?
Ognuno ha le proprie peculiarità ed il proprio pubblico di appassionati.

Instagram

è accattivante e diretto, ma spesso, un like alla copertina di un articolo, alla stories di un’intervista o di una recensione, non implica che l’utente sia interessato, né che abbia letto davvero l’articolo. Ma, d’altro canto, è sicuramente uno dei migliori mezzi per arrivare a più persone possibili; è il Social più in voga in questo momento.

Twitter

funziona molto bene all’estero, in Italia un po’ meno. E’ utile per le comunicazioni veloci, per ricordare agli utenti un appuntamento imminente, per avere dei feedback immediati.

Facebook

ti consente di arrivare ad un pubblico più vasto, ad una fascia di età più adulta, a persone che, se mettono un like, nel 99% dei casi, sono davvero interessate a quello che hai scritto (e l’hanno letto).

Linkedin

è molto utile per trovare nuove collaborazioni.

Poi ci sono Pinterest, Tumbrl e Google+; ognuno utile a suo modo, ma credo meno rilevanti rispetto agli altri.

Edicola361: Musicaincontatto.it 3Qual è la linea editoriale che ha impostato in tema di musica?
L’unica linea che ho imposto, a me stessa in primis, è quella di non discostarsi mai da ciò che riguarda la Musica. Niente gossip, niente che esuli dalla carriera professionale degli artisti.
Per il resto, cerco sempre di non giudicare un artista e le scelte stilistiche che fa, questo non perché mi piaccia tutto quello che ascolto o perché tema di essere impopolare, ma per il semplice fatto che, nella mia personale visione della Musica (e del mondo), una persona che esprime se stessa, non va giudicata. Se non è affine al mio gusto, nessuno mi obbliga ad ascoltarlo, passo ad altro.

E’ impossibile non avere un’opinione, ma è possibile anteporre l’etica (morale e professionale) a cinque minuti di ribalta, al desiderio di fare più views, avere più utenti (magari con titoli ingannevoli e critiche che si basano solo e soltanto sul gusto personale).

Che rapporto avete con gli uffici stampa?
Un ottimo rapporto: sono parte fondamentale del lavoro ed in Italia siamo fortunati, ci sono persone preparatissime nella maggioranza dei casi.

Esiste ancora la concorrenza tra testate? Se si, come superarla?
Non credo esista ancora una vera e propria concorrenza. Quasi 11 anni fa, quando ho iniziato, era molto più accesa e “sentita”.
Oggi, fortunatamente, si è molto appianata e c’è più spazio per le collaborazioni.
Detto onestamente, se fai questo lavoro, sei mosso da passione, una passione che supera il desiderio di stabilità, di arricchirsi (come pensano molti, fuori dal settore); una passione che supera tutto il resto.

Se punti a fare soldi…

fai altro nella vita. E trovo meraviglioso che ad oggi si possa collaborare, unendo le idee, le esperienze. Poi certo, un po’ di competizione credo ci sia ancora tra alcune testate, ma se di fondo c’è rispetto, può aiutare a crescere, a migliorarsi. Io ho ancora moltissimo da imparare ed alcuni colleghi sono un vero esempio per me. Quelli che ritengo, personalmente, poco etici, semplicemente li evito. Si può non avere grande stima di qualcuno, ma il rispetto va dato a tutti; la Musica insegna.

Quali per voi, almeno due testate di riferimento per il vostro ambito/settore?
In Italia, mi vengono in mente Rockol, Recensiamo Musica e AllMusic Italia, ma ce ne sono altre, meno conosciute, che lavorano davvero bene.

Indirizzo web

Una lunga marcia inizia con un piccolo passo.

Alla scoperta della testata Tuttorock.net in compagnia di Maurizio Donini, CEO e fondatore e Francesca Mercury, uno dei capiredattori. La grande forza del team che, grazie a piccoli-costanti e solidi passi ha raggiunto importanti traguardi, guadagnandosi una forte credibilità nell’ambiente musicale e giornalistico di settore. Vi proponiamo una doppia intervista, condivisa a tavolino durante un’informale chiacchierata.

Edicola361: Tuttorock

Tipologia: Testata web

Qual è il pubblico a cui si rivolge?
Francesca: Tuttorock si rivolge ad un pubblico assolutamente eterogeneo. La nostra “mission” è quella di raggiungere il maggior numero di appassionati di musica.

Che spazio viene dato alla musica?
La musica è la componente predominante, attraverso le news, le anticipazioni su eventi e concerti, le recensioni, i live report, e la sua “storia”, attraverso i racconti dell’ Almanacco Mercury. Ma si parla anche di tutte le altre arti e di argomenti che riguardano libri, cinema, fotografia e molto altro.

Musica di tutti i tipi o qualche genere in particolare?
Tuttorock, a dispetto del nome,  vuole essere la casa comune di tutti gli appassionati di musica, di qualsivoglia genere, senza muri, barriere o settorializzazioni. La parola “rock” contenuta nel nome, si riferisce principalmente ad un’attitudine, ad uno stile di vita, che non deve essere identificato e “recintato”

Perché avete scelto di trattare solo la musica italiana o internazionale o perché entrambe?
Trattiamo sia musica italiana sia internazionale, per  poter suscitare interesse negli appassionati di tutti i generi musicali e per fornire un panorama più completo possibile.

L’unicità della Testata

Quali le caratteristiche che la rendono unica?
Maurizio: Credo di poter affermare senza ombra di dubbio che siamo gli unici che coprono fisicamente l’Italia completa, da Palermo a Torino, passando per Bari, Napoli, Roma, Ancona. Copriamo interi tour e ci muoviamo sempre e solo con accrediti ufficiali. Le nostre foto sono tutte scattate seguendo le regole di ingaggio degli organizzatori. Altra cosa: siamo trasversali rispetto i generi. Non ci limitiamo ad un genere preciso. Diamo spazio a tutti (con qualche doverosa esclusione…) e cerchiamo, per quanto possibile di coprire anche tanti artisti e generi minori.

Edicola361: Tuttorock 1Da quando esiste la testata?
Maurizio: Siamo nati ad ottobre 2014; all’inizio ero da solo. Non trovandomi più a mio agio nelle altre webzine in cui avevo fatto attività decisi di fondarne una mia. Poco dopo trovai valido supporto con alcuni amici che avevo conosciuto nelle precedenti webzine come Rodrigo Donolato, Marco Raggi e Stefano Cascella. Poi si unirono Elena Arzani, Francesca Mercury, Daniele Di Chiara, Nino Saetti, tutti ancora presenti, e spero di non avere dimenticato nessuno. Ufficialmente la data in cui abbiamo iniziato a raccogliere i dati è il 4 Gennaio  2015.

Qual è stato il percorso di crescita?
Maurizio: In quattro  anni abbiamo superato (come numeri) testate storiche e validissime che contano molti più anni di noi come anzianità; ma più che guardare gli altri preferiamo concentrarci su di noi, ed i numeri parlano di oltre 750.000 visitatori unici (contatore in homepage) con una media di 6,5 pagine viste a testa. Sulla pagina Facebook abbiamo passato i 70.000 like (senza averne mai comprato nemmeno uno); poi siamo presenti su Tumblr, Linkedin, Twitter, Youtube, Pinterest, Flickr e Instagram.
Francesca: la crescita è stata davvero incredibile, anche come team. Dopo il nostro primo gruppo, ristretto, la crew si è arricchita di tantissimi collaboratori (fotografi, redattori, recensori), fino ad arrivare agli attuali sessanta. E tutto questo, davvero, in meno di cinque anni.

L’immagine

Come descrivereste la vostra immagine e impostazione grafica?
Maurizio: Sono due i motti che riporto sempre; il primo è di Billie Joe Armstrong: “Un giorno un ragazzo venne da me e mi chiese “Cos’è il punk?“. Così io calciai un bidone della spazzatura e gli dissi ‘Questo è punk!‘ Anche lui allora calciò il bidone e disse ‘Questo è punk?’ e io ‘No, questa è moda. Significa che devi sempre essere te stesso e lavorare onestamente e con etica. Il secondo è di Mao Tse-Tung: “Una lunga marcia inizia con un piccolo passo”; significa che devi avere pazienza e fare tanti piccoli passi per avere successo, e non è vero che l’erba del vicino è sempre più verde.  Per quanto riguarda l’impostazione grafica al momento non è soddisfacente ma stiamo lavorando su questo aspetto.

Quanto pesano per voi i social nella divulgazione del vostro progetto?
Maurizio: Oggi la comunicazione si fa sui social. Io seguo personalmente vari stage sull’argomento. Ogni social ha le sue peculiarità e i suoi tempi. Ogni orario ha un suo pubblico; con il mio eccellente staff, cui vanno aggiunti Francesco Vaccaro, Monica Atzei e Alice Lorenzini, programmiamo tutto con certosina precisione per massimizzare i post e raggiungere il pubblico che ci interessa. Giova sempre tenere conto che il core deve essere il sito; il dominio è di proprietà dell’owner; i social ti ospitano e possono anche chiudere o escluderti a loro insindacabile giudizio da un momento all’altro, per cui, a buon intenditor… Francesca: obiettivamente i social hanno la loro importanza, nel senso che possono dare un aiuto nella divulgazione dei contenuti. Alcuni di noi, come Elena Arzani o me, hanno pagine social molto seguite, dalle quali condividiamo i contenuti pubblicati sul sito. E questo aiuta la “diffusione”. Ma il centro di tutto, come dice Maurizio, è il sito.

Tra i social, quale trovate quello più efficace?
Maurizio: Come dicevo prima, ogni social ha una sua fascia. Instagram è quello attualmente più seguito e trendy e raggiunge la fascia più giovane. Facebook è patrimonio degli over 30 arrivando alla fascia vintage. Linkedin si rivolge ad un’utenza professionale. Twitter sta esaurendosi. Pinterest e Tumblr contribuiscono. Curiosamente Google+ , che chiude,  era il top nella fascia millennials, anche se in Italia non ha mai attecchito.

Edicola361: Tuttorock 2Chi è il direttore e qual è la linea che ha impostato in tema di musica?
Maurizio: La nostra linea, non sempre capita, è che Tuttorock è la casa di tutti quelli che amano la musica in tutte le sue diversità e contaminazioni. Ognuno può e deve trovare quanto è di suo gusto (Tutto sta proprio per “tutto”, Rock perché sono tantissimi i significati della parola rock. Rock non vuol dire infrangere le regole ma cambiarle ed interpretarle). Quando chiesero a Bill Gates il segreto del suo successo lui rispose: “Il  mio successo si deve a tre fattori: persone, persone, persone”. Se è vero che il responsabile è Maurizio Donini, la linea viene decisa in gruppo, inteso cosa pubblicare, in che forma, su quali canali. Sul nostro sito puoi trovare soprattutto rock e metal in tutte le sue contaminazioni, dal prog al death, dalla psichedelia al folk, ma anche pop, jazz, musica italiana, perfino rap e trap. Poi i gusti personali sono un altro discorso.

Che rapporto avete con gli uffici stampa?
Maurizio:Posso solo definirli eccellenti. Collaboriamo con tutti i booking e gli Uffici Stampa più grandi cercando di dare il maggior spazio possibile anche agli emergenti. I Mario Rossi di oggi possono essere, se aiutati, gli U2 di domani. Uscii dalla precedente webzine perché non vollero farmi lavorare su Lo Stato Sociale; quella con Lodo e Alby fu una delle prime interviste che realizzai come Tuttorock e quando capita ricordo loro come io ed il fotografo Nino Saetti andammo nel fango di Correggio il 25 aprile per seguirli quando nessuno lo faceva. Vederli ora trionfare mainstream è una grande soddisfazione.

Parliamo di concorrenza…

Esiste ancora la concorrenza tra testate? Se si, come superarla?
Maurizio: Con molte altre testate ci troviamo ai concerti e nei pit e capita di mangiare e bere assieme. Ho il massimo rispetto e stima di quasi tutti. La competizione quando è sana e condotta in modo onesto ed etico può solo fare progredire. Alcuni si comportano in maniera poco corretta e preferisco evitarli, ma sono pochi casi, probabilmente a molti starò antipatico io, è umano. Ma quando ci troviamo in eventi come Firenze Rocks, dove passi tutta la giornata assieme, si creano   dei  momenti bellissimi. A memoria posso citare, sempre sperando di non scordare qualcuno, persone come Mathias Marchioni, Roberto Villani, Cesare Veronesi, Moris Dallini, Denis Ulliana, Danilo D’Auria, Sara Alice Ceccarelli, Luca Ortolani e Annalisa Russo, con cui non farei mai una gara di birre.

Quali per voi, almeno due testate di riferimento per il vostro ambito/settore?
Classic Rock
e NME Magazine.

Indirizzo web

Top